domenica 19 maggio 2019

L'Omo Selvadego, fra sciamano e arlecchino, riproposto anche nelle chiese

Banchi scolpiti nella Cattedrale di Saint-Pierre, a Saint-Claude, Franca Contea, Francia. Le sculture in legno sono state realizzate tra il 1447 e il 1450 e presentano molti motivi tratti dalla cultura popolare, tra cui la figura dell’Uomo Selvaggio, ritratto con la sua classica iconografia
Una descrizione dell’Uomo Selvaggio compare nel romanzo cortese di Chrétien de Troyes Yvain o Il Cavaliere del Leone. Esso appare come un uomo di statura gigantesca: “Un villano, che somigliava a un Moro, sconcio e orrendo a dismisura, creatura sì laida che non si potrebbe descrivere a parole, era seduto su un ceppo con una grande mazza in mano... aveva la testa più grossa di quella di un ronzino o di ogni altro animale, capelli arruffati e fronte pelata, gli orecchi villosi larghi più di due spanne e grandi come quelli di un elefante; sopracciglia enormi, faccia piatta, occhi di civetta, naso di gatto, bocca tagliata come quella di un lupo, denti di cinghiale, aguzzi e rossastri; rossa la barba, attorcigliati i baffi; il mento attaccato al petto, la schiena lunga, storta e ricurva. Era appoggiato alla mazza e indossava un vestito assai strano; non vi era né lino né lana, ma, attaccate al collo, aveva due pelli, da poco scuoiate, di due buoi o di due tori”. Questo essere si mostra come un vero e proprio signore degli animali della foresta, che esercita autorità su di loro e li costringe a rimanere entro i limiti del bosco; afferma di sé orgogliosamente: “Io solo sono signore sulle mie bestie”

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