venerdì 17 maggio 2019

I fumi per Afrodite

Il nome del genere (Thymus) deriva da un antico nome greco, thýmon, il cui significato è forza, coraggio, qualità che risveglierebbe in coloro che ne odorano il profumo balsamico, ed è stato usato per primo da Teofrasto un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici, per una pianta profumata utilizzata come incenso nei sacrifici.
Altre etimologie fanno derivare il nome del genere da una parola greca per "profumo": pro-fùmus...quell'odore che viene prima del fumo, che si sprigiona durante le fumigazioni sacre di erbe aromatiche usate anticamente al posto dell'incenso, timo e rosmarino in primis.
E dal timo thymon al thymiaterion, ovvero l'incensiere, il contenitore bruciaessenze che ancor prima di essere impiegato in Grecia era diffuso in tutta la Mesopotamia, Siria ed Egitto.
Erano usati sopratutto nel culto di Afrodite cui venivano tributati aromi e profumi, in omaggio ad una delle principali qualità riconosciute alla Dea della bellezza, la Dea profumata.
E il thymiaterion non poteva che essere un oggetto di assoluta bellezza

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