sabato 4 maggio 2019

La follia e la sapienza greca, mezzi per espandere la via sacra

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La follia e la sapienza: il viaggio dei greci ai confini dell' anima
di Eva Cantarella - 05/05/2010


Fonte: Corriere della Sera

Come scrive Eraclito in un suo famoso frammento: «Per quanto tu
cammini per ogni via, i confini dell' anima non li troverai». Per i
Greci la follia fu appunto un mezzo per esplorare questi confini. Ma
la nozione di follia (manìa) andava oltre la dimensione della
patologia. «La follia è tanto superiore alla sapienza (scriveva
Platone nel Fedro) in quanto la prima viene dagli dei, la seconda
dagli uomini». Non tutte le forme di follia, s' intende: solo la
follia che giunge «per dono divino». Ma qual è questa «divina follia»?
Platone lo spiega poco dopo: quella del poeta ispirato che scopre in
sé improvvise energie creative, quella del profeta che spinge lo
sguardo nell' invisibile, quella di Dioniso che consente di entrare in
uno stato mentale che i Greci definivano estasi, in cui un uomo
percepisce di avere «un dio dentro di sé», e infine («la migliore di
tutte» precisa Platone) la follia di Amore, che porta l' anima vicino
alla sua vera natura. Così, per i Greci la follia assumeva una duplice
faccia: da un lato malattia della mente, dall' altro potenziamento
della personalità. Per i Greci del V secolo a.C. era un' alterazione
della psiche. Ma il significato di psyche era in origine diverso. In
Omero, la psiche era il soffio vitale che al momento della morte
abbandonava il cadavere. La concezione di psiche come «anima» o
«mente» si sviluppò a seguito di un' evoluzione alla quale
contribuirono correnti religiose e saperi laici (in particolare
filosofia e medicina). Alla fine, la psiche divenne la realtà
interiore in cui si concentra la vera identità di un individuo: una
concezione che da Platone passa al Cristianesimo. Nella Grecia arcaica
l' alterazione della coscienza aveva uno spazio importante nella
dimensione della religione, all' interno di istituzioni come il
santuario di Apollo a Delfi, ove si praticava la divinazione estatica;
o nei rituali di trance, di cui il culto di Dioniso rappresenta solo
l' aspetto più noto e impressionante. Fu la cultura del secolo
illuminista di Pericle e di Socrate a separare dalla sfera della
conoscenza una serie di esperienze di confine quali la possessione, l'
estasi e altri stati subliminali, per relegarle nel limbo delle
manifestazioni irrazionali. A partire da allora, ragione e follia
iniziarono a essere considerati aspetti alternativi della personalità:
ogni uomo - scrive Platone - combatte una guerra contro se stesso e
spesso a perdere è la ragione. Per i Greci, però, la follia non era
solo il sonno della ragione: era anche un mezzo per esplorare le
manifestazioni estreme e inquietanti della natura umana. Tutto ciò che
di più insondabile e oscuro si agita nell' anima di un essere umano è
tra i temi centrali della tragedia: il dramma di Eracle o di Medea che
uccidono i figli pur amandoli, la violenza autodistruttiva di Aiace, i
fantasmi di Oreste e di altri personaggi ai quali si può applicare la
frase di Sofocle: «Un bene sembra un male a un uomo la cui mente è
accecata da un dio». A differenza di quanto sarebbe accaduto nella
società europea moderna, la Grecia non conobbe la reclusione dei
folli: i greci seppero convivere con loro, elaborando forme di
controllo dell' alienazione mentale all' interno della società,
attraverso la reintegrazione e non l' esclusione. L' organizzazione
logica, scientifica ed etica dell' esperienza - la gloria della Grecia
- nacque per confronto col mondo della non ragione. Dal mito al logos:
questa è una delle tradizionali chiavi di lettura della civiltà greca,
ma si tratta di una semplificazione. In realtà mito e logos sono
intrecciati lungo il percorso di quella cultura, come pure ragione e
follia. Sono profonde le fratture nella storia della follia in
Occidente, sono molte e molto interessanti le cose che racconta Giulio
Guidorizzi in questo bel libro, il primo in italiano a tracciare una
storia della follia nel mondo greco (Ai confini dell' anima. I greci e
la follia, Raffaello Cortina editore, pp. 225, 19): un libro che
stimola importanti riflessioni non solo sull' antichità, ma anche sul
presente, su di noi e il nostro rapporto con la follia.

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