sabato 9 febbraio 2013
Poesie licenziose del nobile avvocato venexian Giorgio Baffo
Giorgio Baffo, all'anagrafe Zorzi Alvise Baffo (Venezia, 11 agosto 1694 – Venezia, 30 luglio 1768)Nato da Zan Andrea (Gian Andrea) e Chiara Querini, Zorzi Alvise apparteneva alla rilevante casata Baffo, ascritta al patriziato, nel 1714, all'età di vent'anni, entra prematuramente a far parte del Maggior Consiglio, per estrazione della balla d'oro. Attraverso l'abate Alvise Grimani, Baffo conosce, negli anni 1730, la cultura filosofica d'oltralpe, che lo conduce alla scelta di una poesia licenziosa e filosoficamente aderente ai dettati epicurei. Sarà un acceso avversario delle idee letterarie di Goldoni(pensiamo cosa ha scritto: Vivaldi e un discreto suonatore, ma un pessimo compositore. Nell'ottobre del 1737 Giorgio Baffo sposa la clavicembalista Cecilia Sagredo, più giovane di 17 anni.
.-.-.-.-Cara mona.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Cara mona, che in mezzo a do colone-.-.-.
Ti xe là messa, come un capitelo,-.-.-.
per cupola ti ga do culattone,-.-.-.
e ‘l bus del cul sora xe ‘l to cielo.-.-.-.
Perché t’adorin tutte le persone-.-.-.
Ti stà coverta sotto un bianco velo,-.-.-.
che, se qualcun te l’alza, e che t’espone,-.-.-.
vittima sul to altar casca ogni oselo.-.-.-.
El sacro bosco ti me par de Diana,-.-.-.
dove un per banda ghe do mustacchioni,-.-.-.
che all’arca ne conduse della mana.-.-.-.
Notte e zorno ti fa miracoloni,-.-.-.
che l’acqua, che trà su la to fontana,-.-.-.
dà vita al cazzo, e spirito ai cogioni.
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