venerdì 26 luglio 2019

Sulla fascinazione

Rilievo marmoreo contro il fascino, da: G. Lafaye, Fascinum, in: Daremberg, Saglio, Dictionnaire des Antiquités Grecques et Romaines II, Parigi, 1896

Il principale veicolo di fascinazione è lo sguardo (gli occhi, l’ “ogu malo” come si dice in Sardegna, ovvero il “malocchio”).
Le principali o le più frequenti vittime sono i bambini. La donna “strega” invidiosa delle altrui gravidanze e della altrui prole ha un precursore mitico nella figura di Lamia regina della Libia. Lamia fu rivale in amore di Era: Zeus difatti se ne invaghì e mise al mondo dei figli per mezzo suo. Ma Era, rabbiosa di gelosia, uccise tutti i figli che Lamia ebbe da Zeus, e condannò inoltre Lamia a non chiudere mai gli occhi. In conseguenza di questo episodio, schiacciata dal dolore, Lamia iniziò ad essere gelosa di tutti i nascituri e a far morire così per invidia i figli di tutte le altre femmine. Sembra che li divorasse succhiandone il sangue o che li trucidasse, e inoltre, questa figura è collegata agli occhi stregati. Zeus, per compassione e nel tentativo di placarla, le diede il dono degli occhi movibili, che Lamia poteva perciò mettere e togliere a suo piacimento. Questa capacità di rimuovere gli occhi permise a Lamia di accedere ad una percezione particolare, sia da un punto di vista profetico che, probabilmente, della forza magica e magnetica degli occhi stessi.  


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