domenica 17 febbraio 2019

taj mahal, un luogo mecromantico con un che di sinistro, amche se apparentemente affascinante e armonoioso

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«Non si deve andare al Taj a mezzogiorno, la luce lo schiaccia, lo evidenzia troppo. La notte invece è incantatore, romantico, quasi irreale, luogo di convegno ideale degli innamorati e di tutti quelli che vengono a cercarvi un ozio perfetto al chiaro di luna. Ai primi e agli ultimi raggi del Sole diventa una visione da favola. Non è più bianco, ma rosa, malva, azzurro e si muove. Sembra staccarsi dal suolo e fluttuare nell'aria, girare lentamente su se stesso. Non è più materia. È qualcosa di vivo, è come se possedesse un'anima. Ma c'è ancora di meglio, ed è quando il Sole sta per levarsi o è appena calato all'orizzonte, quando solo il suo riflesso lo rischiara. L'istante è brevissimo e indimenticabile. Non si può dire che cosa sia vedere il tramonto ad Agra. Bisogna restare davanti al monumento fino a che l'ultima scintilla di luce non si sia smorzata per avere la certezza di non aver mancato qualcosa che era importante non mancare» (Jean Paul Roux)





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