giovedì 21 febbraio 2019

ROMA: IL NINFEO DELLA LUCCHINA DA SEPO

IL NINFEO DELLA LUCCHINA DA SEPO
Visitabile, ma solo
su richiesta, il cosiddetto Ninfeo della Luc-china, presso l’area di servizio Selva Candida al Km 8,500 del GRA. Il quartiere della Lucchina comprende anche parte della borgata Ottavia, nata negli anni ’20del secolo scorso e fortemente caratterizzata da un’impronta rurale. In origine il territorio apparteneva ai principi Colonna,negli anni ’50-’60 fu alienato e lottizzato per la costruzione di villini e caseggiati per gli immigrati provenienti dal sud Italia. In occasione dei lavori per i Mondiali di calcio Italia’90 nella zona furono condotti sondaggi preventivi che misero in luce un tratto secondario della via Trionfale antica,tracce di una villa di età imperiale, un’area sepolcrale con modeste sepolture, alcuni edifici funerari e una costruzione circolare,il cosiddetto ninfeo. I resti murari della villa, che doveva avere una grande estensione, sono stati rinterrati, è stata indagata invece l’area sepolcrale a essa connessa. La piccola necropoli di origine etrusca, riutilizzata in epoca romana, presenta fosse scavate nel banco tufaceo e coperte a cappuccina, che probabilmente appartenevano al personale impiegato nei lavori agricoli e nella gestione della villa, mentre negli edifici funerari più ricchi, come forse il cosiddetto Ninfeo, erano sepolti i proprietari del complesso. Sicuramente questo era in origine un edificio funerario poi trasformato in ninfeo quando la villa nel III se-
colo d.C. fu ristrutturata e ampliata. Si accedeva al sepolcro attraverso l’ingresso,ancora utilizzato, che si apriva sul giar-
dino e che presenta una soglia in travertino con lacerti di mosaico a tessere nere. Segue un corridoio scavato nel banco tufaceo,lungo 8 m e largo 1,5 m con pavimento a mosaico geometrico a tessere nere e bianche, le pareti sono intonacate a finto marmo e la volta è decorata con tralci d’uva e motivi vegetali. Un secondo accesso alla costruzione si trova sulla sinistra entrando nel piccolo ambiente e forse costituiva un collegamento di servizio con la villa; è probabile che sia stato creato successivamente durante i lavori di ampliamento. Attraverso lo studio di alcuni dettagli architettonici si può dedurre che in origine la pianta del monumento era quadrangolare: infatti vi è una sfasatura tra le mura perimetrali e il mosaico pavimentale, che appare tagliato. Il mosaico a tessere bianche e nere con motivi geometrici e fitomorfi è databile all’età adrianea Dopo un pe-
riodo di abbandono della struttura e forse di tutta la tenuta, nel III secolo d.C. la villa e le pertinenze furono vendute e subirono una ristrutturazione e un ampliamento. Il piccolo edificio fu trasformato e subì un cambio di destinazione d’uso. La pianta di-
venne circolare e fu coperto da una cupola,che appare oggi molto danneggiata, con l’aspetto di una grotta marina, decorata
con pomici rosse e azzurre, conchiglie e quadretti a micromosaico. Sulle pareti affrescate in alto sono visibili due nicchie dalle quali scaturiva acqua, come attestano le incrostazioni di calcare. Si può dedurre quindi che l’edificio fu trasformato in ninfeo collegato alla villa. La presenza di fori
sulle pareti fa supporre che vi fossero dei giochi d’acqua, mentre due cunicoli garantivano l’afflusso e il deflusso delle acque.
All’imboccatura dei cunicoli vi dovevano essere delle fontane che ricadevano entro un dolio, sono stati rinvenuti frammenti di
ceramica. La presenza di altre nicchie sulle pareti fa supporre vi fossero statue in marmo, di cui sono stati individuati fram-
menti. Completavano l’apparato decorativo piccole pinakes a mosaico con pesci e testa di divinità femminile con elmo, forse
Atena o Roma, la quale era raffigurata con l’elmo in segno di vittoria. Il mosaico pavimentale, a tessere bianche e nere, si
ispira probabilmente alle attività agricole della tenuta: da quattro cesti angolari escono tralci e grappoli d’uva. Su un cesto
vi è come elemento decorativo una svastica, simbolo del sole. I raggi di tale svastica sono paragonabili ai raggi del sole,
allo scorrere del tempo e quindi delle stagioni. In tarda età imperiale il complesso fu abbandonato: villa e ninfeo furono spo-
gliati di tutti i materiali preziosi, statue e marmi. Tra il IV e V secolo le strutture edilizie e il piccolo ninfeo furono sicuramente
riutilizzati. Al centro del pavimento del ninfeo infatti il mosaico è stato tagliato con malta, frammenti di ceramica e di
marmo, sicuramente provenienti dalle decorazioni della villa ormai in abbandono, è stato realizzato uno strato di preparazione per sostenere una base, ma lo scopo di que-
sto intervento non è ancora stato chiarito.
Successivamente ninfeo e complesso residenziale furono abbandonati e presto nascosti dalla vegetazione fino agli anni ’90...






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