martedì 19 febbraio 2019

Le liturgie immemori dei culti carnasceleschi della rinascita e della fecondità primaverile


Un illuminante Alfredo Cattabiani che prende in esame le feste della "rinascita" legate agli antichi culti misterici primaverili, acque vivifiche e salvifiche, carri navali legati ai riti isiaci nel mito cardine DELL'ETERNO RITORNO. Che la fecondità ci porti eterna vita......carnascelesca
“Ogni passaggio delle acque è inquietante, ambiguo, angosciante. Non è facile il viaggio: nella traversata la paura del passaggio periglioso rende folli coloro che s'imbarcano. Per questo motivo il car naval venne chiamato nel medioevo anche stultifera navis, la nave dei folli. Ma la follia non è insensata, ha una direzione: l'altra sponda ove deve approdare il Carro navale. Durante la navigazione il corpo del vecchio anno si frantuma nell'indistinto: ognuno perde la propria identità, i ruoli sono invertiti, così come i sessi, mentre la danza collettiva è orgia dionisiaca, è l'obbedire al Gioco divino che regge il cosmo; e infatti i giochi sono tipici di questo periodo di passaggio. Si è coinvolti in una bufera tragicomica cui non si può non partecipare, dove i comportamenti carnascialeschi diventano obbligatori: si deve «impazzire». Le maschere a loro volta, già tipiche delle «libertà di dicembre» nell'antica Roma, rappresentano l'epifania dei morti che raffiorano e si confondono con i vivi nel generale rimescolamento: terrificanti e vitali, aggrediscono, spaventano, toccano, prendono al laccio, rapiscono,si comportano da folli e buffoni mentre rumori assordanti alludono alla deflagrazione del vecchio cosmo-anno.
Da “Calendario” di A. Cattbiani
Immagine: "La nave dei folli", di H. Bosch

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