sabato 11 luglio 2015

La mummia di Zagabria


Il manoscritto della "Mummia di Zagabria" è un "liber linteus" eseguito a inchiostro con un pennello su di un drappo di lino. E' suddiviso in dodici riquadri rettangolari ognuno con 34 righe della scrittura. Il drappo veniva ripiegato "a fisarmonica" seguendo le linee verticali dei riquadri che funzionavano dunque come le pagine di un libro.
Attualmente si conserva al Museo Archeologico di Zagabria ma è stato ritrovato in Egitto, dove era stato "riciclato" tagliandolo orizzontalmente in lunghe strisce, che furono utilizzate come bende per una mummia.
Solo alcune delle strisce sono conservate, per cui il manoscritto ha grosse lacune. Il testo è in assoluto il più lungo tra quelli etruschi, esso consta infatti di 230 righe e di circa 1350 parole. Il testo ha una storia molto curiosa: verso la metà dell'Ottocento un collezionista croato (Mihail de Brariæ, scrittore della Regia cancelleria ungherese) aveva riportato in patria dall'Egitto, secondo l'uso dell'epoca, alcuni oggetti antichi, fra i quali una mummia. Qualche tempo dopo ci si accorse che le bende del reperto erano coperte da un testo scritto con l'inchiostro nero. Solo nel 1892 questo testo, di oltre 1200 parole, venne studiato dall'egittologo Brugsch e identificato come etrusco. Dal 1947 mummia e bende vennero trasferite al Museo di Zagabria. L'ultimo restauro è stato curato da un'équipe italiana nel 1997.
Si tratta di un calendario rituale che specifica le cerimonie da compiere nei giorni prestabiliti in onore di varie divinità. Le prescrizioni di carattere religioso sono tipiche dell'area tra Perugia, Cortona e Lago Trasimeno. La scrittura, molto precisa e accurata, è quella in uso nell'Etruria settentrionale tra il III e il lI secolo a. C. Un esempio dalla III colonna, riga 3: " celi huthis zathrumis flerxva Nethunsl sucri" "Settembre sei venti offerte a Nettuno si dedichino " ossia " il 26 settembre si dedichino venti offerte a Nettuno" Si pensa che questo libro di lino, conosciuto come liber linteus di Zagabria, appartenesse a un aruspice, e che sia stato poi ridotto in strisce per fasciare la mummia

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