giovedì 23 luglio 2015

A Grezzana scoperte strutture romane di eccezzionale interesse archeologico

C'è la conferma dalla Sovrintendenza: a Grezzana scoperta d'interesse nazionale

Lo scavo inaugurato a Grezzana per i lavori di riqualificazione di Piazza Ederle ha portato alla luce resti archeologici di eccezionale rilevanza. La conferma arriva direttamente dal sovrintendente De Zuccato durante un sopralluogo
La Redazione 22 Luglio 2015
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Dopo l'annuncio dei giorni scorsi, si è svolto ieri martedì 21 luglio il sopralluogo da parte della Sovrintendenza ai beni archeologici a Grezzana, in merito ai reperti emersi durante i lavori di riqualificazione di Piazza Ederle. Le prime impressioni che rilevavano un potenziale interesse dal punto di vista archeologico dei resti emersi, sono state confermate dal responsabile area nord della provincia di Verona Gianni De Zuccato, il quale come riportato dall’Arena ha comunque specificato che “ci vorranno altri scavi per convalidare con certezza l'ipotesi che il reperto riaffiorato sia davvero un mausoleo di età romana, tuttavia il tipo di sepoltura che abbiamo trovato, su struttura a pianta circolare appoggiata su pietre, indica l'epoca tardoromana o altomedievale”. Ad accompagnarlo vi era anche Andrea Checchi, archeologo, il quale ha rilevato la similarità della sepoltura appena emersa, rispetto a quelle che furono rinvenute in passato in città, precisamente a San Zeno nei pressi di Piazza Corrubbio.
Sarà ad ogni modo necessario proseguire nelle indagini, probabilmente estendendo lo scavo di un altro paio di metri quadri, per valutare con discernimento se la struttura circolare emersa appartenesse a un’abside, cosa che ne accrescerebbe di molto l’importanza, o se invece fosse alla base di una necropoli in trincea o a spicchio. Non ha dubbi, stando alle sue parole riferite dall’Arena, in merito alla databilità dei reperti rinvenuti in Piazza Ederle, l’architetto Vittorio Cecchini, autorevole figlio di quel Libero Cecchini che in passato tanto ha fatto per la città di Verona valorizzandone il patrimonio archeologico, oltreché direttore dei lavori di riqualificazione dell’area: “Il manufatto circolare, che ha un raggio di 17 - 18 metri, a mio avviso è di sicura epoca alto medievale o romana, questa scoperta è un'ulteriore conferma della presenza romana a Grezzana, già emersa su via Roma durante gli scavi di Acque Veronesi per il collettore, scavi poi ricoperti”.
Il sovrintendente De Zuccato, dopo aver partecipato all’incontro svoltosi presso la sala del Consiglio comunale, aver visionato i progetti e le relative mappe, durante il sopralluogo si è voluto anch’egli esprimere confermando l’eccezionalità del sito, sottolineandone la rarità in tutto il territorio nazionale. Il nocciolo della questione ora, sembra essere dunque quello relativo alle possibili modalità operative da adottare. Da un lato si presenta, infatti, l’esigenza di valorizzare oltre che rispettare, i reperti emersi durante lo scavo; dall’altro permangono però alcuni vincoli imposti soprattutto dai tempi di consegna previsti inizialmente per i lavori di Piazza Ederle. Così come si evince dalle colonne dell’Arena, è lo stesso sindaco di Grezzana Mauro Fiorentini a prendere posizione: “Sono d'accordo sulla valorizzazione del patrimonio storico archeologico emerso, ma è importante ultimare i lavori su via Roma e aprirla al transito, come previsto, entro il 16 settembre, così da ridurre i disagi per commercianti e cittadini”. Allo stesso modo però il progettista Vittorio Cecchini ricorda come contemporaneamente si debba “ripensare alla progettazione della riqualificazione della piazza: questi ritrovamenti potrebbero diventarne il fulcro. Quindi occorre verificare se rientriamo nel piano di spesa approvato o se dobbiamo fare una variante specifica, con un nuovo piano di spesa”.
Una vicenda questa che proseguirà dunque per tutta l’estate. Nell’auspicio comune che si riesca anche in questo caso, con l’apporto sinergico di tutti gli interessati, a trovare il modo di realizzare una felice coesistenza tra le esigenze presenti e quelli che costituiscono veri e propri “pezzi” di storia urbana locale, e che come tali andrebbero sempre non solo conservati, ma soprattutto integrati nel tessuto cittadino moderno e in questo senso valorizzati.

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