…e Guillaume ordinò: “potete stuprare le donne di Lauro di Sessa Aurunca”
Durante tutta la guerra e, in modo particolare, durante il periodo dell’occupazione prima dei tedeschi e poi degli alleati, la caserma dei Carabinieri di Lauro di Sessa Aurunca. Aurunca svolse un ruolo importantissimo: era il solo punto di riferimento e di protezione per tutta la popolazione civile.
Papà era solito dire che a guerra finita, la caserma di lauro una delle più antiche d’Italia fondata nell’anno 1903, sarebbe stata degna di ricevere la medaglia d’oro per l’abnegazione per la protezione e per gli aiuti costanti offerti a tutta la popolazione dai Carabinieri della nostra caserma che non vennero mai meno al loro giuramento. La caserma di Lauro aveva allora, come oggi, sotto la sua giurisdizione ben 15 frazioni del comune di Sessa Aurunca che di frazioni ne contava ben 36; lascio, perciò, immaginare il lavoro immane dei nostri Carabinieri in tempi in cui bisognava proteggere tutto e tutti.
Come quando avendo saputo che il comando alleato aveva dato ordine al Generale Guilloume, Comandante della IV Divisione marocchina in Italia, di guidare i suoi uomini sul Garigliano per stanare con micidialii scontri di terra e con combattimenti corpo a corpo i tedeschi ancora arroccati fra i monti e le macerie della riva destra del fiume, non esitarono a presentarsi al Comando Alleato di Lauro e chiedere una massiccia protezione per tutti i centri abitati: Rongolisi, Aulpi, Corigliano, Lauro, S. Castrese, Maiano situati lungo la strada interna, che da Sessa porta al Garigliano, attraverso la quale strada i Marocchini dovevano passare.
Fummo tutti avvisati tempestivamente e consigliati di restare chiusi in casa, ben nascosti. Ci barricammo tutti nei sotterranei e nelle cantine delle nostre abitazioni e molti uomini, come fece anche mio padre, portarono con loro armi di ogni tipo, disposti a fare una carneficina se quelle soldataglie si fossero avvicinate.
Passarono… e i centri abitati, sopramenzionati, furono salvi.
Solo Lauro ebbe due donne barbaramente violentate, due contadine: madre e figlia, che, col rispettivo marito e padre, uscirono tutti e tre dal centro abitato e, pensando di essere più sicuri nascosti nelle grotte della loro terra, si stavano dirigendo verso la loro campagna, quando furono avvistati e raggiunti da un branco di marocchini inferociti e le due povere donne furono violentate e stuprate.
A guerra finita, ogni volta che con i miei genitori andavo in campagna, incontravo queste due poverette, che sembravano, a me bambina, un pò fuori di testa e vedevo invece che i miei genitori le salutavano con affetto e rispetto e che, dopo averle salutate, sia papà che mamma, avevano gli occhi pieni di lacrime.
Chiedevo il perché, ma ero troppo piccola per sentire cose tanto brutte, mi distraevano con altri discorsi.
Diventata grande, seppi cosa era successo a quelle due poverette: dal quel branco di lupi famelici il povero uomo fu legato vicino al tronco di un albero, mentre la moglie e la figlia venivano violentate e stuprate con selvaggia ferocia. Poi, soddisfatti i loro istinti bestiali, i marocchini andarono via (i tre derelitti rimasero buttati lì, quasi privi di vita, non so per quanto tempo).
Nel sentire queste atrocità mi commossi fino alle lacrime cercai di incontrare quelle poverette per offrire loro il mio saluto, il mio affetto e la mia stima, ma non le vidi più. Seppi, poi, che erano morte.
Immaginate, perciò, cosa sarebbe successo se tutti i civili dei paesi, attraverso i quali, quelle orde dovevano passare non fossero stati tempestivamente avvisati e se fosse mancata la protezione militare voluta e richiesta dai nostri Carabinieri. Protezione, invece, che mancò completamente a tutte le cittadine e a tutti i paesi della riva destra del Garigliano, “Che dopo nove mesi difronte, dopo nove mesi passati sotto i famigerati bombardamenti a tappeto fatti dagli Alleati, dopo nove mesi di occupazione Tedesca, aspettavano l’arrivo degli “Alleati-Liberatori“, invece arrivarono, come premio, i marocchini con violenze e stupri”, come ha ricordato l’Pnorevole Pierferdinando Casini, Presidente della Camera dei Deputati, nel suo commovente discorso tenuto nella piazza Medaglia d’Oro di Castelforte, quando il giorno 17 novembre 2003 gli fu conferita la cittadinanza onoraria della città di Castelforte, città martire della Seconda Guerra Mondiale e Medaglia d’Oro al valor civile.
Quando, infatti, il generale Guillaume, comandante della IV Divisione Marocchina in Italia, arrivò sul Garigliano, prima di iniziare l’assalto contro i Tedeschi con terribili scontri di terra, a corpo a corpo, ebbe il coraggio di arringare la sua soldataglia con queste parole
“Oltre quei monti degli Aurunci, oltre quei nemici, che stanotte ucciderete, c’è una terra larga e
ricca di donne, di vino e di case Se voi riuscite a passare oltre quella linea, senza lasciare vivo
un solo nemico, il vostro generale vi promette, vi giura che quelle donne, quelle case, quel vino e
tutto quello che troverete, insomma sarà vostro, a vostro piacimento!. . . Per cinquanta ore…
E potete avere tutto, fare tutto, distruggere e portar via se lo avrete meritato.
Il vostro generale manterrà la promessa se voi obbedirete per l’ultima volta fino alla vittoria…”
I Tedeschi furono stanati e subito dopo, così come il Generale Guillaume aveva promesso, iniziò la strage dei civili innocenti e la caccia alle donne dalla pelle bianca in questo triste maggio di sangue del ’44 fra le macerie di Castelforte, di Suio, di San Lorenzo, di San Cosma, di San Andrea, Esperia, di Coreno Ausonio, di Ausonia, di Spigno Saturnia, di Minturno, di Cassino, di Pontecorvo…. E per tutte le aspre gole dei monti Aurunci.
A guerra finita il Governo Italiano ha conferito a quei paesi la medaglia d’oro, che fa, oggi, bella mostra dei Gonfaloni dei loro Comuni, ma non potrà mai cancellare dai nostri monti il ricordo di quell’infamia: “Guillaume ha superato lo stesso Attila, perché quello che la storia definisce flagello di Dio e martello del Mondo non ordinò mai ai suoi uminini di violentare le donne degli alleati, perché noi italiani dal settembre del’43 eravamo alleati!” Sono ancora parole del Presidente Pierferdinando Casini Castelforte 17 novembre 2003.
Ora, dopo 60 anni, la terra degli Aurunci è ritornata essere bella, luminosa, operosa e vivace.
Dal Libro: Fascino del Paesaggio, Leggende e Verità nascoste della Terra Aurunca – Zano Editore 2004
della Professoressa Cecilia Aida Maria Del Mastro
(autorizzazione richiesta all’autrice)
Papà era solito dire che a guerra finita, la caserma di lauro una delle più antiche d’Italia fondata nell’anno 1903, sarebbe stata degna di ricevere la medaglia d’oro per l’abnegazione per la protezione e per gli aiuti costanti offerti a tutta la popolazione dai Carabinieri della nostra caserma che non vennero mai meno al loro giuramento. La caserma di Lauro aveva allora, come oggi, sotto la sua giurisdizione ben 15 frazioni del comune di Sessa Aurunca che di frazioni ne contava ben 36; lascio, perciò, immaginare il lavoro immane dei nostri Carabinieri in tempi in cui bisognava proteggere tutto e tutti.
Come quando avendo saputo che il comando alleato aveva dato ordine al Generale Guilloume, Comandante della IV Divisione marocchina in Italia, di guidare i suoi uomini sul Garigliano per stanare con micidialii scontri di terra e con combattimenti corpo a corpo i tedeschi ancora arroccati fra i monti e le macerie della riva destra del fiume, non esitarono a presentarsi al Comando Alleato di Lauro e chiedere una massiccia protezione per tutti i centri abitati: Rongolisi, Aulpi, Corigliano, Lauro, S. Castrese, Maiano situati lungo la strada interna, che da Sessa porta al Garigliano, attraverso la quale strada i Marocchini dovevano passare.
Fummo tutti avvisati tempestivamente e consigliati di restare chiusi in casa, ben nascosti. Ci barricammo tutti nei sotterranei e nelle cantine delle nostre abitazioni e molti uomini, come fece anche mio padre, portarono con loro armi di ogni tipo, disposti a fare una carneficina se quelle soldataglie si fossero avvicinate.
Passarono… e i centri abitati, sopramenzionati, furono salvi.
Solo Lauro ebbe due donne barbaramente violentate, due contadine: madre e figlia, che, col rispettivo marito e padre, uscirono tutti e tre dal centro abitato e, pensando di essere più sicuri nascosti nelle grotte della loro terra, si stavano dirigendo verso la loro campagna, quando furono avvistati e raggiunti da un branco di marocchini inferociti e le due povere donne furono violentate e stuprate.
A guerra finita, ogni volta che con i miei genitori andavo in campagna, incontravo queste due poverette, che sembravano, a me bambina, un pò fuori di testa e vedevo invece che i miei genitori le salutavano con affetto e rispetto e che, dopo averle salutate, sia papà che mamma, avevano gli occhi pieni di lacrime.
Chiedevo il perché, ma ero troppo piccola per sentire cose tanto brutte, mi distraevano con altri discorsi.
Diventata grande, seppi cosa era successo a quelle due poverette: dal quel branco di lupi famelici il povero uomo fu legato vicino al tronco di un albero, mentre la moglie e la figlia venivano violentate e stuprate con selvaggia ferocia. Poi, soddisfatti i loro istinti bestiali, i marocchini andarono via (i tre derelitti rimasero buttati lì, quasi privi di vita, non so per quanto tempo).
Nel sentire queste atrocità mi commossi fino alle lacrime cercai di incontrare quelle poverette per offrire loro il mio saluto, il mio affetto e la mia stima, ma non le vidi più. Seppi, poi, che erano morte.
Immaginate, perciò, cosa sarebbe successo se tutti i civili dei paesi, attraverso i quali, quelle orde dovevano passare non fossero stati tempestivamente avvisati e se fosse mancata la protezione militare voluta e richiesta dai nostri Carabinieri. Protezione, invece, che mancò completamente a tutte le cittadine e a tutti i paesi della riva destra del Garigliano, “Che dopo nove mesi difronte, dopo nove mesi passati sotto i famigerati bombardamenti a tappeto fatti dagli Alleati, dopo nove mesi di occupazione Tedesca, aspettavano l’arrivo degli “Alleati-Liberatori“, invece arrivarono, come premio, i marocchini con violenze e stupri”, come ha ricordato l’Pnorevole Pierferdinando Casini, Presidente della Camera dei Deputati, nel suo commovente discorso tenuto nella piazza Medaglia d’Oro di Castelforte, quando il giorno 17 novembre 2003 gli fu conferita la cittadinanza onoraria della città di Castelforte, città martire della Seconda Guerra Mondiale e Medaglia d’Oro al valor civile.
Quando, infatti, il generale Guillaume, comandante della IV Divisione Marocchina in Italia, arrivò sul Garigliano, prima di iniziare l’assalto contro i Tedeschi con terribili scontri di terra, a corpo a corpo, ebbe il coraggio di arringare la sua soldataglia con queste parole
“Oltre quei monti degli Aurunci, oltre quei nemici, che stanotte ucciderete, c’è una terra larga e
ricca di donne, di vino e di case Se voi riuscite a passare oltre quella linea, senza lasciare vivo
un solo nemico, il vostro generale vi promette, vi giura che quelle donne, quelle case, quel vino e
tutto quello che troverete, insomma sarà vostro, a vostro piacimento!. . . Per cinquanta ore…
E potete avere tutto, fare tutto, distruggere e portar via se lo avrete meritato.
Il vostro generale manterrà la promessa se voi obbedirete per l’ultima volta fino alla vittoria…”
I Tedeschi furono stanati e subito dopo, così come il Generale Guillaume aveva promesso, iniziò la strage dei civili innocenti e la caccia alle donne dalla pelle bianca in questo triste maggio di sangue del ’44 fra le macerie di Castelforte, di Suio, di San Lorenzo, di San Cosma, di San Andrea, Esperia, di Coreno Ausonio, di Ausonia, di Spigno Saturnia, di Minturno, di Cassino, di Pontecorvo…. E per tutte le aspre gole dei monti Aurunci.
A guerra finita il Governo Italiano ha conferito a quei paesi la medaglia d’oro, che fa, oggi, bella mostra dei Gonfaloni dei loro Comuni, ma non potrà mai cancellare dai nostri monti il ricordo di quell’infamia: “Guillaume ha superato lo stesso Attila, perché quello che la storia definisce flagello di Dio e martello del Mondo non ordinò mai ai suoi uminini di violentare le donne degli alleati, perché noi italiani dal settembre del’43 eravamo alleati!” Sono ancora parole del Presidente Pierferdinando Casini Castelforte 17 novembre 2003.
Ora, dopo 60 anni, la terra degli Aurunci è ritornata essere bella, luminosa, operosa e vivace.
Dal Libro: Fascino del Paesaggio, Leggende e Verità nascoste della Terra Aurunca – Zano Editore 2004
della Professoressa Cecilia Aida Maria Del Mastro
(autorizzazione richiesta all’autrice)
Nessun commento:
Posta un commento