martedì 16 dicembre 2008

La culla delle civiltà

Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. Significa incontrare realtà antichissime, ancora vive, a fianco dell'ultramoderno. Accanto alla barca del pescatore, che è ancora quella di Ulisse, il peschereccio devastatore dei fondi marini o le enormi petroliere. Significa immergersi nell'arcaismo dei mondi insulari e nello stesso tempo stupirsi di fronte all'estrema giovinezza di città molto antiche, aperte a tutti i venti della cultura e del profitto e che da secoli sorvegliano e consumano il mare. Certamente ancora oggi il Mediterraneo è custode della vita di molti popoli, rievocandone le radici e le origini comuni. Ma il Mediterraneo, crocevia di civiltà, non è destinato a rappresentare un mito del passato. Che cosa resterà nella nostra cultura mediatica e tecnologica delle sedimentazioni millenarie e delle culture stratificate che hanno alimentato i popoli del mare? Che cosa oggi ha preso il posto dei viaggi e delle esplorazioni, degli scambi e delle migrazioni dei popoli mediterranei? Come il Mediterraneo è vissuto da questi stessi popoli, oggi?

A. Camus: "Il Mediterraneo è altrove"

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