mercoledì 22 gennaio 2020

Luoghi del'linfinito

Non è raro nell’Italia centro-meridionale, in luoghi un po’ sperduti, trovare borghi popolati solo da silenzi e sibili di vento. Senza più anima viva dopo frane, smottamenti, terremoti, alluvioni; poi esodi di massa, emigrazione. Sono luoghi dove non capita di arrivare per caso: questi musei a cielo aperto sono lontani dalle maggiori arterie stradali e anche a vederli – sul ciglio di una gola, sulla vetta di una montagna, tra le pieghe di un calanco – è difficile immaginare che ci sia una strada che vi arrivi davvero. Sono lontani da tutto e tutti, e lontani da questo tempo. Dall’Abruzzo al Molise, dalla Basilicata alla Campania fino alla Calabria più profonda, l’Italia ha sparsi lungo la dorsale appenninica alcuni borghi fantasma straordinariamente intatti; entrarci significa, come in una storia fantastica o in una favola, scoprire un mondo fermo, congelato a oltre mezzo secolo fa.
L’itinerario inizia da Rocca Calascio, in pieno massiccio del Gran Sasso, in Abruzzo. Curve a gomito e saliscendi anticipano l’arrivo a Calascio, paese dall’immutato splendore di un tempo dominato dalla più interessante Rocca. Un borgo in pietra dell’anno Mille arroccato a 1450 metri di quota, in superba posizione panoramica sul Gran Sasso e sull’antica Baronia di Carapelle con le valli dell’Aterno, Tirino e Piana di Navelli. Un luogo dal fascino straordinario scelto anche per girare il commovente film Ladyhawke. Ma non c’è solo la rocca a regalare suggestioni: a poche decine di metri c’è la bianca architettura ottagonale dell’oratorio di Santa Maria della Pietà, e poi nel borgo medievale le case recuperate come quella in cui Paolo, Susanna e i loro cinque figli hanno attrezzato il rifugio della Rocca. Si può scegliere di dormire nella camerata oppure preferire una piccola abitazione nel borgo, con il camino e le atmosfere di un tempo; ma anche seguire Paolo in un’escursione tra i sentieri meno noti......

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