domenica 12 gennaio 2020

Il martire mistico storicamente vissuto: Al-Hallàj morto in croce come Cristo

L’autore degli Scritti mistici fu personaggio straordinario e complesso e si può considerare non solo uno dei massimi mistici dell’Islam, ma anche uno dei suoi pensatori più sublimi. Visse nella Baghdad dei califfi, celebre per le scintillanti storie del Mille dove in una notte dell’anno 922 fu processato e messo a morte.
Al-Hallàj fu ammirato per la sua eloquenza, per l’infaticabile ascesi, per i miracoli sbalorditivi. E fu odiato da tutti coloro che vedevano nella sua predicazione una minaccia all’ordine costituito. E fu la ragione per cui funzionari di corte e dottori della legge, si adoperarono affinché il califfo ne sentenziasse la morte. Venne crocifisso al termine di un supplizio particolarmente crudele. Anche nella morte, quindi, continuò a incarnare il modello di Gesù, che aveva segnato tutta la sua esperienza spirituale. Il Cristo di cui seguì le tracce è quello del Corano e della tradizione islamica, per molti aspetti diverso da quello che i cristiani hanno imparato a conoscere. Per i musulmani la somiglianza tra Al-Hallàj e Cristo è tanto intensa da portarli a considerare al-Hallàj un vero e proprio “Cristo dell’Islam”.
Il volume riunisce tutti gli scritti sicuramente attribuibili ad al-Hallàj: un Canzoniere, che raccoglie le sue poesie mistiche; il Libro dei Tawàsin, opera sfavillante d’intuizioni sul mistero dell’identità fra l’uomo e Dio, e infine i Detti ispirati, sentenze attraverso le quali Dio parla agli uomini per indicare loro la via dello spirito.
Fra le sue massime di valore universale se ne può ricordare una: «Nessuno adora il Vero con una cosa che Gli sia più cara dell’amore».

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