martedì 4 aprile 2017

4 tavole di creta babilonesi "rivoluzionarie"

4 tavole di creta babilonesi rimettono in discussione la storia dell'astronomia mondiale
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·         Redazione, L'Huffington Post
Una scoperta che rimette in discussione la storia dell'astronomia mondiale. Come riporta la rivista Science, sono state ritrovate quattro tavolette cuneiformi babilonesi, risalenti al II millennio a.C. Grazie a queste, spiega Mathieu Ossendrijver, professore di Storia della Scienza Antica alla Università Humboldt di Berlino e impegnato per 13 anni nello studio delle tavole, gli astronomi dell'antica città mesopotamica erano in grado di calcolare esattamente la posizione dei pianeti del Sistema Solare, in particolare Giove.
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"Queste tavolette babilonesi utilizzano la geometria in senso astratto per definire il tempo e la velocità, a differenza degli antichi Greci che usavano le figure geometriche per descrivere la posizione nello spazio fisico'', osserva Ossendrijver. In esse vengono rappresentati due intervalli di tempo in cui Giove si trova sopra l’orizzonte, e tracciano la sua posizione dopo 60 e 120 giorni. I testi contengono calcoli geometrici basati sull’utilizzo dell’area del trapezio e della lunghezza dei suoi lati, contraddicendo la credenza che i Babilonesi ricorressero solamente a calcoli aritmetici. Gli antichi astronomi hanno anche calcolato il tempo impiegato dal pianeta a coprire la distanza, dividendo il trapezio in due trapezi più piccoli di area uguale, e ricorrendo alla geometria in modo astratto, per definire tempo e velocità.
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Quindi tocca rimettere mano ai libri di storia e alle pagine dedicate all'astronomia del quattordicesimo secolo, quando si pensava fosse possibile attribuire la nascita della scienza delle stelle agli antichi greci - Aristarco di Samo, Ipparco di Nicea e Claudio Tolomeo - che utilizzavano metodi geometrici per eseguire calcoli astronomici, ma non li applicavano allo spazio matematico astratto che rappresenta spazio e velocità, come invece hanno fatto i loro colleghi babilonesi.
A seguire vi sono gli scienziati francesi e inglesi e si pensava che fossero stati loro i primi ad aver applicato nozioni geometriche allo studio dei pianeti, come ad esempio la scuola di Merton di Oxford, a cui viene solitamente attribuito il teorema spazio = velocità * tempo, e Nicole Oresme, studioso parigino che ha ottenuto la stessa formula utilizzando le aree dei trapezi.
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Le quattro tavolette di argilla, databili tra il 350 e il 50 a.C., sono ora conservate a Londra, al British Museum, e nel frattempo sono state anche riprodotte con una stampante in 3D, per poter approfondire gli studi. In un'intervista a Media Inaf, Ossendrijver ha descritto i dettagli della scoperta.
"Quello che i Babilonesi stanno facendo qui è la visualizzazione del movimento attraverso un grafico tempo-velocità nello spazio. Questo metodo è molto, molto moderno. E anche inaspettato, poiché si pensava fosse stato inventato intorno al 1350, nel Medioevo. Ma ora lo abbiamo su tavolette babilonesi, dove, in aggiunta, viene calcolata l’area del trapezio. Ora, chiunque abbia delle basi di fisica o matematica sa che se si calcola l’area della curva della velocità in funzione del tempo, si ottiene la distanza percorsa dal corpo in movimento. Questo è molto moderno, trattandosi di una parte del calcolo integrale. Un tipo di calcolo che è stato compiutamente sviluppato da Newton e Leibniz nel XVII secolo, ma le cui origini si presume risalgano attorno al 1350, quando si sono cominciati a fare i grafici di velocità rispetto al tempo di corpi in movimento. Quindi, qui nella tavoletta babilonese abbiamo qualcosa di molto, molto simile a quel metodo. Un metodo che ritenevamo inventato nel XIV secolo, ma che ora sappiamo essere stato già utilizzato dai Babilonesi. Questa è la cosa sorprendente".
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Il professore prosegue, ponendo in evidenza l'interesse che i babilonesi avevano per Giove, nonostante studiassero la posizione di tutti i pianeti.
L’unica spiegazione che mi viene in mente è che questi astronomi che facevano i calcoli erano anche sacerdoti del più importante tempio di Babilonia, dove la divinità principale era Marduk , il cui pianeta simbolo era proprio Giove. Probabilmente, per gli astronomi babilonesi Giove era particolarmente importante perché pensavano fosse una manifestazione della divinità suprema di Babilonia. Naturalmente è solo un’ipotesi, perché nelle tavolette astronomiche i Babilonesi non ci hanno lasciato scritto né che Giove fosse un dio, né tantomeno la motivazioni dei loro calcoli".


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