San Cirillo, il torturatore – Scrive A.L.M.: "La Chiesa il
27 giugno ha commemorato San Cirillo, "dottore della
Chiesa" (defunto nel 444 d.C.) che condannò a morte la
scienziata e filosofa Ipazia, ad Alessandria d'Egitto. Nasce
in quell'epoca il cosiddetto "Medioevo cristiano",
caratterizzato dall'oscurantismo religioso e dalla
oppressione del Papato. Ipazia fu massacrata e il
suo corpo ridotto letteralmente a brandelli da una
massa di fanatici, ciascuno armato di un pezzo di vetro
o coccio, che dovettero infierire sul cadavere il segno
di fede e di sottomissione alla Chiesa. Ancora oggi Ipazia
è l'emblema della libertà di pensiero e di ricerca
scientifica, della razionalità filosofica, della indipendenza
ed emancipazione della donna, contro il buio della mente
rappresentato da tutte le religioni cosiddette "rivelate".
La Chiesa festeggi pure il suo malvagio "dottore", io
invece ricordo la splendida figura di Ipazia, simbolo di
tutte le donne colte, intelligenti e libere...."
27 giugno ha commemorato San Cirillo, "dottore della
Chiesa" (defunto nel 444 d.C.) che condannò a morte la
scienziata e filosofa Ipazia, ad Alessandria d'Egitto. Nasce
in quell'epoca il cosiddetto "Medioevo cristiano",
caratterizzato dall'oscurantismo religioso e dalla
oppressione del Papato. Ipazia fu massacrata e il
suo corpo ridotto letteralmente a brandelli da una
massa di fanatici, ciascuno armato di un pezzo di vetro
o coccio, che dovettero infierire sul cadavere il segno
di fede e di sottomissione alla Chiesa. Ancora oggi Ipazia
è l'emblema della libertà di pensiero e di ricerca
scientifica, della razionalità filosofica, della indipendenza
ed emancipazione della donna, contro il buio della mente
rappresentato da tutte le religioni cosiddette "rivelate".
La Chiesa festeggi pure il suo malvagio "dottore", io
invece ricordo la splendida figura di Ipazia, simbolo di
tutte le donne colte, intelligenti e libere...."
La storia di Ipazia:
“Commento di Teone di Alessandria al Terzo
Libro del Sistema matematico di Tolomeo. Edizione
controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia”
Libro del Sistema matematico di Tolomeo. Edizione
controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia”
Questa l’intestazione al III libro del Sistema
matematico di Tolomeo, scritto da Teone di
Alessandria, padre della filosofa e matematica
Ipazia. Lui la introduceagli studi matematici
ma lei non si limita allo studio e diventa anche
insegnante, come testimoniano le parole di Filostorgio
(suo contemporaneo e biografo): “Introdusse molti alle scienze matematiche” e l’elogio che ne tesse Pallada
è forse il più bello e il più intimo: ” Quando ti vedo mi
prostro, davanti a te e alle tue parole, vedendo la casa
astrale della Vergine, infatti verso il cielo è rivolto ogni
tuo atto, Ipazia sacra, bellezza delle parole, astro
incontaminato della sapiente cultura”.
matematico di Tolomeo, scritto da Teone di
Alessandria, padre della filosofa e matematica
Ipazia. Lui la introduceagli studi matematici
ma lei non si limita allo studio e diventa anche
insegnante, come testimoniano le parole di Filostorgio
(suo contemporaneo e biografo): “Introdusse molti alle scienze matematiche” e l’elogio che ne tesse Pallada
è forse il più bello e il più intimo: ” Quando ti vedo mi
prostro, davanti a te e alle tue parole, vedendo la casa
astrale della Vergine, infatti verso il cielo è rivolto ogni
tuo atto, Ipazia sacra, bellezza delle parole, astro
incontaminato della sapiente cultura”.
Ipazia ha fatto importanti scoperte sul moto degli astri,
raccolte nel testo “Canone astronomico” così da renderne
pubblica la conoscenza anche ai suoi contemporanei.
Considerata la terza caposcuola del Platonismo da
Socrate Scolastico, ha dimostrato che tra la scienza
matematica e la sapienza filosofica c’è uno stretto legame,
e la studiosa Gemma Beretta traccia un quadro lucido e
dettagliato dell’opera che questa filosofa ha lasciato ai suoi contemporanei e a tutte le successive generazioni di uomini
e donne che hanno calpestato la stessa terra e guardato lo
stesso cielo:
raccolte nel testo “Canone astronomico” così da renderne
pubblica la conoscenza anche ai suoi contemporanei.
Considerata la terza caposcuola del Platonismo da
Socrate Scolastico, ha dimostrato che tra la scienza
matematica e la sapienza filosofica c’è uno stretto legame,
e la studiosa Gemma Beretta traccia un quadro lucido e
dettagliato dell’opera che questa filosofa ha lasciato ai suoi contemporanei e a tutte le successive generazioni di uomini
e donne che hanno calpestato la stessa terra e guardato lo
stesso cielo:
“Quando tracciava una nuova mappa nel cielo, Ipazia
stava indicando una traiettoria nuova, e al tempo stesso
antichissima, per mezzo della quale uomini e donne del
suo tempo potessero imparare ad orientarsi sulla terra e
dalla terra al cielo e dal cielo alla terra senza soluzione di
continuità e senza bisogno della mediazione del potere
ecclesiastico…
stava indicando una traiettoria nuova, e al tempo stesso
antichissima, per mezzo della quale uomini e donne del
suo tempo potessero imparare ad orientarsi sulla terra e
dalla terra al cielo e dal cielo alla terra senza soluzione di
continuità e senza bisogno della mediazione del potere
ecclesiastico…
Ipazia insegnava ad entrare dentro di Sé (l’Intelletto)
guardando fuori (la volta stellata) e mostrava come procedere
in questo cammino con il rigore proprio della geometria
e dell’aritmetica che, tenute l’una insieme all’altra,
costituivano l’inflessibile canone della verità”.
guardando fuori (la volta stellata) e mostrava come procedere
in questo cammino con il rigore proprio della geometria
e dell’aritmetica che, tenute l’una insieme all’altra,
costituivano l’inflessibile canone della verità”.
Ipazia: matematica ma anche filosofa. Inventrice, pare
di un astrolabio piatto, di un idroscopio e un aerometro.
Ipazia anche guida spirituale, come testimonia una
intensa ed intima lettera scritta da Sinesio, Vescovo
di Cirene, indirizzata a lei, maestra pagana: ” Detto
questa lettera dal letto nel quale giaccio. Possa tu riceverla
stando in buona salute, o madre, sorella e maestra,
mia benefattrice in tutto e per tutto, essere e nome quantì
altri mai onorato! …. E se c’è qualcuno venuto dopo di
me che ti sia caro, io debbo essergli grato perché ti è caro,
e ti prego di salutare anche lui da parte mia come amico
carissimo. Se tu provi qualche interesse per le mie cose
bene; in caso contrario, non importano neanche a me”.
di un astrolabio piatto, di un idroscopio e un aerometro.
Ipazia anche guida spirituale, come testimonia una
intensa ed intima lettera scritta da Sinesio, Vescovo
di Cirene, indirizzata a lei, maestra pagana: ” Detto
questa lettera dal letto nel quale giaccio. Possa tu riceverla
stando in buona salute, o madre, sorella e maestra,
mia benefattrice in tutto e per tutto, essere e nome quantì
altri mai onorato! …. E se c’è qualcuno venuto dopo di
me che ti sia caro, io debbo essergli grato perché ti è caro,
e ti prego di salutare anche lui da parte mia come amico
carissimo. Se tu provi qualche interesse per le mie cose
bene; in caso contrario, non importano neanche a me”.
Ipazia è stata una donna seguita dai suoi contemporanei,
dal popolo come dalle più alte cariche cittadine, come
riportano Socrate Scolastico ” A causa della sua
straordinaria saggezza, tutti la rispettavano
profondamente, e provavano verso di lei un
timore reverenziale”, e Damascio ” Il resto della
città a buon diritto la amava e la ossequiava grandemente,
e i capi ogni volta che si prendevano carico delle questioni
pubbliche, erano soliti recarsi prima da lei”. Secondo il
parere di questi due illustri filosofi e diretti testimoni di
Ipazia, grazie a lei si era realizzata nel concreto la “politeia”
in cui erano i filosofi a decidere le sorti della città.
dal popolo come dalle più alte cariche cittadine, come
riportano Socrate Scolastico ” A causa della sua
straordinaria saggezza, tutti la rispettavano
profondamente, e provavano verso di lei un
timore reverenziale”, e Damascio ” Il resto della
città a buon diritto la amava e la ossequiava grandemente,
e i capi ogni volta che si prendevano carico delle questioni
pubbliche, erano soliti recarsi prima da lei”. Secondo il
parere di questi due illustri filosofi e diretti testimoni di
Ipazia, grazie a lei si era realizzata nel concreto la “politeia”
in cui erano i filosofi a decidere le sorti della città.
Ancora Beretta sottolinea l’innovazione contenutistica degli insegnamenti di Ipazia, nel sostenere che ” Ipazia
affiancava ad un insegnamento esoterico un insegnamento
pubblico, simile a quello dei sofisti moralizzatori del I
secolo” e ” … spiegava tutte le scienze filosofiche a
coloro che lo desideravano”.
affiancava ad un insegnamento esoterico un insegnamento
pubblico, simile a quello dei sofisti moralizzatori del I
secolo” e ” … spiegava tutte le scienze filosofiche a
coloro che lo desideravano”.
Nel 391 d.c. Teodosio dichiara il Cristianesimo religione
di Stato, e l’anno successivo viene promulgata una legge
speciale contro i riti pagani. Ipazia occupa la cattedra di
filosofia, ereditata dal padre; Cirillo diventa Vescovo e
rappresenta il massimo del potere ecclesiastico.
di Stato, e l’anno successivo viene promulgata una legge
speciale contro i riti pagani. Ipazia occupa la cattedra di
filosofia, ereditata dal padre; Cirillo diventa Vescovo e
rappresenta il massimo del potere ecclesiastico.
Durante il passaggio dal paganesimo al cristianesimo,
l’unico modo che il Vescovo ha di controllare le menti
è quello di spodestare il filosofo, e Cirillo non perde
tempo per organizzare l’eliminazione fisica della sua rivale.
l’unico modo che il Vescovo ha di controllare le menti
è quello di spodestare il filosofo, e Cirillo non perde
tempo per organizzare l’eliminazione fisica della sua rivale.
Ipazia cade vittima di un’imboscata mentre faceva ritorno
a casa, la colpiscono con dei cocci e la smembrano.
Gettano pezzo per pezzo il suo corpo nel fuoco perché
non ne restasse traccia. Il santo Cirillo, pur essendo
considerato il principale architetto della ingiusta e violenta
sparizione di Ipazia, non ha mai pagato, neanche
moralmente, la sua colpa. Un esimio collega della filosofa d’Alessandria, Voltaire, le dedicherà pensieri di solidarietà
e definirà la sua fine una “condanna ingiusta”, frutto di “
un eccesso di fanatismo” e l’irlandese John Toland le
dedica un saggio ” Ipazia, ovvero la Storia di una
Dama assai bella, assai virtuosa, assai istruita e perfetta
sotto ogni riguardo, che venne fatta a pezzi dal clero di
Alessandria per compiacere l’Orgoglio, l’Emulazione e
la Crudeltà del loro Vescovo, comunemente ma
immeritatamente denominato San Cirillo”.
a casa, la colpiscono con dei cocci e la smembrano.
Gettano pezzo per pezzo il suo corpo nel fuoco perché
non ne restasse traccia. Il santo Cirillo, pur essendo
considerato il principale architetto della ingiusta e violenta
sparizione di Ipazia, non ha mai pagato, neanche
moralmente, la sua colpa. Un esimio collega della filosofa d’Alessandria, Voltaire, le dedicherà pensieri di solidarietà
e definirà la sua fine una “condanna ingiusta”, frutto di “
un eccesso di fanatismo” e l’irlandese John Toland le
dedica un saggio ” Ipazia, ovvero la Storia di una
Dama assai bella, assai virtuosa, assai istruita e perfetta
sotto ogni riguardo, che venne fatta a pezzi dal clero di
Alessandria per compiacere l’Orgoglio, l’Emulazione e
la Crudeltà del loro Vescovo, comunemente ma
immeritatamente denominato San Cirillo”.
Angela Braghin
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Mio commentino: "Che queste cose siano avvenute e
continuino ad avvenire, in conseguenze del propagarsi
delle religioni monoteistiche di origine semita, non desta
meraviglia nelle menti capaci di discriminazione analitica.
Infatti basti vedere le ripetute professioni di odio
espresse dal dio giudeo contro tutti gli altri dei e contro
gli altri popoli che non fossero il suo e si capisce quali
sarebbero state le conseguenze, sempre più cruente,
nelle successive azioni delle sette di ispirazione biblica.
I giudei, prima, ed i cristiani, dopo, e per finire i
musulmani, portarono alle estreme conseguenze
quell'odio verso l'altro dissimile da sè, diverso nel
pensiero, però, solo nel pensiero. Infatti queste cosiddette
"religioni" monoteistiche non sono assolutamente tali ma
semplici ideologie razziste. Altro che "amore"... qui l'amore
si esercita solo verso i propri kit and kin (e mai termine
inglese fu più azzeccato)" - Paolo D'Arpini
continuino ad avvenire, in conseguenze del propagarsi
delle religioni monoteistiche di origine semita, non desta
meraviglia nelle menti capaci di discriminazione analitica.
Infatti basti vedere le ripetute professioni di odio
espresse dal dio giudeo contro tutti gli altri dei e contro
gli altri popoli che non fossero il suo e si capisce quali
sarebbero state le conseguenze, sempre più cruente,
nelle successive azioni delle sette di ispirazione biblica.
I giudei, prima, ed i cristiani, dopo, e per finire i
musulmani, portarono alle estreme conseguenze
quell'odio verso l'altro dissimile da sè, diverso nel
pensiero, però, solo nel pensiero. Infatti queste cosiddette
"religioni" monoteistiche non sono assolutamente tali ma
semplici ideologie razziste. Altro che "amore"... qui l'amore
si esercita solo verso i propri kit and kin (e mai termine
inglese fu più azzeccato)" - Paolo D'Arpini
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