mercoledì 30 maggio 2018

Critica sulla "TRADIZIONE ERMETICA" Di J. Evola

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Ho letto e riletto, anni fa, il pur bel saggio "La Tradizione Ermetica", ma va preso più come un tentativo di dare un significato più profondo all'Alchimia -oltre quello di proto-chimica - che non un saggio che spieghi cosa è veramente l'Alchimia...Fu scritto da un Evola giovane ( 25-26 anni ) e pieno di indirizzi e suggerimenti di Abraxa-Quadrelli e Reghini, quindi con interpretazioni "neo-tantriche" e simil-yogiche ( un certo influsso lo esercitarono contatti di tipo kremmerziano ). Insomma, ad Evola sfuggì il fatto che l'Alchimia è anche "materica" e "conditio sine qua non" resta la presenza di un laboratorio, sia pur semplice . Si tratta di corporificare lo Spirito Universale, per cui è Arte e Scienza al contempo. L'Alchimia detiene il segreto che separa , apparentemente, la materia dallo Spirito.Il risultato è solo apparentemente visibile all'esterno ( Pietra Filosofale ), ma ha anche un feed-back " interno". Quando accade questa "miracolosa" corporificazione, accadono cose visibili e tangibili e cose che possono avere influenza sull'operatore. La presenza del Fuoco Segreto e della stessa consapevole partecipazione dell'Alchimista distingue la Chimica o la Spagiria dall'Alchimia. Insistendo su certe operazioni, apparentemente banali e che apparentemente non danno alcun risultato, si libera "qualcosa", e questo "qualcosa" fa riuscire l'operazione e nel contempo fa precipitare "qualcosa" all'interno dell'operatore. Va aggiunto , poi, che , secondo Fulcanelli e non solo, il Vero Cammino inizia con la Pietra Filosofale.
Parlare quindi di Alchimia come "esclusivamente spirituale ", o ancor peggio "psichico-immaginale ", è un errore grossolano commesso da molti che schivano le letture dei Classici, o che li leggono prendendo per buone solo qualche riga per pagina, quella che fa più comodo alle proprie moderne idee...

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