Il culto della Ragione è una forma di devozione religiosa di ispirazione deista e razionalista che si diffuse in Francia durante la Rivoluzione, specie tra il 1792 e il 1794.

Il culto della Dea Ragione si propagò durante il clima d'insicurezza dovuto al pericolo di un'invasione da parte di truppe straniere, in particolare quelle prussiane, che minacciavano di restaurare l'Antico Regime.

Questo culti furono accompagnati dalla campagna di scristianizzazione della Francia. Trovarono giustificazione per la ricerca della libertà, dal momento che il clero cattolico era considerato la "quinta colonna" dell'assolutismo nella nazione minacciata dalle truppe dei regimi assolutistici dell'epoca (Austria, Prussia e Russia). La Dea Ragione raggiunse il suo apogeo durante il periodo del Terrore.

La particolarità del culto della Ragione erano il sincretismo (tipico dei culti misterici orientali dell'età antica), l'Illuminismo, il deismo di Voltaire e le idee di Rousseau a cui si ispirò Robespierre.

I culti rivoluzionari volevano rappresentare una simbolica adorazione degli ideali della libertà (d'espressione, di pensiero, d'associazione ecc.) e di uguaglianza nati con l'Illuminismo. Dopo la nascita della Repubblica e l'avvento dei giacobini numerose chiese furono trasformate in templi della Ragione. Il nuovo culto si espresse attraverso cortei carnevaleschi, spogliazione di chiese cattoliche, cerimonie iconoclaste. Il culto della Dea Ragione si sviluppò prima nella provincia francese, a Lione e nel Centro, poi il movimento si radicalizzò a Parigi con la festa della Libertà nella cattedrale di Notre-Dame nel 1793. Le chiese cattoliche furono chiuse o convertite al nuovo culto e il Cattolicesimo venne proibito. Un anno dopo, nel 1794, Robespierre istituì un calendario di feste civili che celebravano i valori repubblicani e sostituirono le feste cattoliche. Quest'ultimo stabilì il culto dell'Essere Supremo in sostituzione a quello della Ragione, condannandolo per il suo ateismo intendendo inoltre stabilire un culto deista che unisse immortalità dell'anima e un culto razionale di civismo morale e repubblicano. L'Essere Supremo si concretizzò in una serie di feste civiche destinate a riunire i cittadini affinché rifondassero il concetto di città attorno all'idea divina, ma soprattutto a promuovere valori sociali ed astratti come l'Amicizia, la Fraternità, l'Umanità, l'Infanzia, la Gioventù e la Gioia. Il Culto dell'Essere Supremo sopravvisse più a lungo di quello della Dea Ragione ed ebbe maggiore successo, conservando nel tempo tracce ben visibili. Esso fu particolarmente celebrato nella regione parigina, in Normandia, la regione lionese, la Linguadoca, la Provenza, l'Aquitania e la Borgogna. L'Alto Reno e le regioni occidentali non furono quasi toccate da questo fenomeno. Nonostante ciò l'Essere Supremo fallì nell'unire moralmente i rivoluzionari, dividendoli politicamente. Robespierre nella festa più grande in onore dell'Essere Supremo bruciò di fronte ad una statua della Saggezza manichini simboleggianti l'ateismo, l'ambizione, l'egoismo e la falsa semplicità.

Nell'Ottocento i culti della Dea Ragione e dell'Essere Supremo furono ripresi a tratti dal filosofo e sociologo francese Auguste Comte, che fondò la Chiesa Positivista, una nuova organizzazione "religiosa" che intendeva promuovere il progresso socio-scientifico nel mondo adorando l'Umanità stessa, che era l'Essere Supremo.
Le idee di Comte promuovevano quindi lo sviluppo industriale e il capitalismo, ma in misura e sensi diversi da quelli della timeline storica. Comte riteneva inoltre che gli animali avessero una coscienza e non dovevano essere maltrattati ne uccisi nemmeno in nome della scienza medica. In nome delle libertà individuali il Positivismo difendeva il diritto del lavoratore di non indossare l'uniforme. Rivendicava la libertà di mendicare, avversava la schiavitù, schierandosi a favore degli indios e del loro diritto di occupare e possedere le terre, nemico del militarismo e delle spese per gli armamenti, dimostrando una certa sensibilità per le cause del proletariato, tutte idee che ebbero un certo piede in Brasile, in Francia e nel Regno Unito ma che scomparvero in pochi decenni.