domenica 29 dicembre 2019

Pieve di San Lorenzo, montiglio


San Lorenzo è menzionata per la prima volta in un elenco di pievi vercellesi risalente al X secolo. Una pieve era la chiesa principale di una circoscrizione ecclesiastica alla quale facevano riferimento numerosi centri abitati. Nel 1474 San Lorenzo fu sottomessa alla nuova diocesi di Casale. Oggi invece è solamente una cappella cimiteriale a causa dell’abbandono della popolazione del villaggio che nel medioevo si sposta in centri più sicuri e provveduti di difese.
L’edificio si trova a circa seicento metri dal paese di Montiglio
Come molte altre chiese monferrine è ubicata sulla sommità di una collina da cui domina l'incantevole paesaggio agreste. Durante i diversi lavori di restauro succedutisi nel corso degli anni sono venute alla luce alcune lapidi funerarie di epoca romana, questi reperti suggeriscono che un tempo, dove ora sorge la chiesa, esisteva un altare pagano ( è stato anche ipotizzato, tramite un'iscrizione votiva, che fosse dedicato al dio Mercurio). Molto probabilmente anche le popolazione celtiche, che anticamente abitavano queste zone, usufruirono di questo punto di forza della terra. I primi documenti in cui si cita la pieve risalgono al X secolo, in un elenco delle chiese vercellesi, poi verso il 1474 essa passò sotto la nuova diocesi di Casale allora istituita. La pianta dell'edificio è a croce rettangolare a tre navate, nelle laterali sono state ricavate 6 cappelle a pianta semi esagonale e due a pianta rettangolare, vi è una sola abside semicircolare centrale. La chiesa misura circa 16 mt. di lunghezza per una larghezza di circa 8 mt. che divengono 10 mt. nella zona pre-absidale. L'anonima facciata è a capanna e fu ricostruita nel 1959. Vi è il portone d'ingresso e più sopra un rosone circolare. La parete sud ha la muratura di blocchi squadrati di pietra.
In questo luogo è stata rispettata e sublimata l'antica arte di ricercare un punto di forza della terra e di costruirvi sopra un edificio con le metodiche appropriate, ed infine sacralizzarlo. Questo per consentire alla popolazione il contatto ed il dialogo con la divinità e una costante e continua connessione con altri punti di forte energia.
La chiesa di Montiglio è percorsa da tre vene acquifere sotterranee di una buona consistenza, che hanno profondità variabili tra i 18-19 e i 23-25 mt.; è tagliata trasversalmente da una linea sincronica che la collega alle altre chiese romaniche della zona nonché ai più importanti luoghi di culto esistenti.
Le due vene minori si incrociano esattamente sotto l'altare nell'abside centrale, formando una croce latina pressoché perfetta. Sulla vena acquifera che attraversa tutta la navata e che passa poi sotto la porta di ingresso, delimitandone la larghezza, è stato congeniato un percorso di guarigione. Si tratta di una serie di punti sacralizzati e tarati a frequenze diverse. Entrando nella chiesa e sostando sulla pietra di ingresso a zero unità biometriche, la nostra energia biofisica riceve una sorta di reset che ci dispone ad assorbire e far nostre le altre frequenze che passo dopo passo incontreremo e che in un saliscendi vibratorio risuoneranno in noi e in tutte le nostre cellule.

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