L'applauso (l'atto di applaudire, dal latino AD-PLĀUDO, «rumoreggiare verso qualcuno o qualcosa») è fin dall'antichità un modo per esternare la propria approvazione e il proprio consenso a una o più persone; un atto sociale quindi, legato anche all'apprezzamento di un evento.
Ma le sue origini non sono affatto allegre: nell'antica Mesopotamia gli applausi venivano utilizzati per coprire le grida, i lamenti, delle vittime sacrificali durante i riti religiosi.
Fu nei teatri greci del V secolo a.C. che il battimani iniziò a essere sinonimo di soddisfazione, e in seguito spopolò presso i Romani, accompagnando le gesta dei gladiatori. L'applauso si diffuse poi nel resto del mondo e nell'Ottocento apparve nei teatri francesi il "chatouilleur", spettatore pagato per applaudire. Negli anni si è diffusa anche l'abitudine, criticata da alcuni, di applaudire, in segno di rispetto, durante o al termine dei funerali, in particolar modo quando si tratta di vittime della mafia, caduti in guerra, vittime di attentati o incidenti particolarmente gravi, oppure di personalità illustri.
Alcuni sostengono si tratti di un inconsapevole parziale ritorno alle origini cupe dell'applauso.
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