Scoperto un tempio etrusco sul Monte Giovi, da lì osservavano i fulmini
In un libro i risultati degli scavi compiuti dall’Università di Firenze: i
sacerdoti guardavano il cielo per predire il futuro, ma la loro religione è
ancora un mistero
Monte Giovi
Pubblicato
il 07/11/2017
DANIELE ERLER
Un team di ricercatori dell’Università di Firenze ha scoperto un tempio
etrusco sul Monte Giovi, la montagna di Giove. Lì sulla sommità, a quasi mille
metri sul livello del mare, gli etruschi studiavano i fulmini per interpretare
il volere degli dèi e predire il futuro.
Sappiamo ancora poco della religione etrusca e per questo la notizia
affascina studiosi e appassionati di storia. Anche perché è una delle poche
aree sacre dell’Etruria sopravvissute fino a noi. Per trovarla sono serviti sei
anni di lavoro, con l’impegno di studenti e dottorandi dell’Università di
Firenze, in un team di giovani guidato dall’archeologo Luca Cappuccini.
Ora i risultati della ricerca, iniziata con gli scavi nel 2010, sono stati
raccolti in un libro.
Tre diversi strati
Il rilievo fa parte di un sistema montuoso che separa il Mugello dalla
piana di Firenze, al di sopra della città etrusca di Fiesole. Dall’alto, anche
grazie alle fotografie aeree, si intuisce la presenza di un terrapieno
rettangolare sulla vetta. «Già negli anni Settanta – spiega Cappuccini a La
Stampa – nella zona erano stati trovati tre bronzetti e alcune punte
in ferro di freccia e giavellotto».
I nuovi scavi hanno messo in luce tre diversi strati con insediamenti di
età diversa. In quello più antico c’è una capanna con un’area lastricata
intorno. Nel terreno è stato trovato un lituo, lo strumento in ferro utilizzato
dai sacerdoti per delimitare i confini di un’area sacra. È fra i più antichi al
mondo e fra i pochi ritrovati ancora in un tempio, dato che la maggior parte di
questi reperti proviene dalle tombe dei sacerdoti.
(Frammento del lituo in ferro trovato sul Monte Giovi)
Un tempio celeste
«Il lituo era stato rotto e conficcato nel terreno al centro dell’area
lastricata - dice Cappuccini - Dalla posizione si può ipotizzare che questo
fosse un “auguraculum”, un tempio celeste». Un luogo utilizzato per
interpretare la volontà degli dèi.
«Gli etruschi dividevano il cielo in sedici parti, ognuna corrispondeva a
una divinità diversa. Per questo per gli etruschi era importante osservare i
fenomeni naturali come i fulmini», spiega l’archeologo.
Giovani archeologi che stanno scavando su Monte Giove
Il significato dei fulmini
È probabile che il tempio fosse dedicato a Tinia, la versione etrusca di
Giove e di Zeus. Non era l’unica divinità a scagliare le sue frecce, i fulmini,
verso gli uomini. Ma era la più importante e ha dato probabilmente anche il
nome al monte, poi chiamato per questo “di Giove” dai romani.
La scoperta non risolve
i tanti misteri che ancora avvolgono la religione degli etruschi: quello che
sappiamo lo dobbiamo ai testi latini. Dei fulmini studiavano probabilmente la
forma, la posizione e il colore: ma non sappiamo poi quale significato davano a
ognuna di queste caratteristiche.
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