venerdì 17 aprile 2015

Inno a Venere di Lucrezio nel "DE RERUM NATURA"


"Madre degli Eneadi, voluttà degli uomini e degli dèi,
alma Venere, che sotto gli astri vaganti del cielo
popoli il mare solcato da navi e la terra feconda
di frutti, poichè per tuo mezzo ogni specie vivente si forma,
e una volta sbocciata può vedere la luce del sole:
te, o dea, te fuggono i venti, te e il tuo primo apparire
le nubi del cielo, per te la terra industriosa
suscita i fiori soavi, per te ridono le distese del mare,
e il cielo placato risplende di luce diffusa.
Non appena si svela il volto primaverile dei giorni,
e libero prende vigore il soffio del fecondo Zefiro,
per primi gli uccelli dell'aria annunziano te, nostra dea,
e il tuo arrivo, turbati i cuori dalla tua forza vitale.
Poi anche le fiere e gli armenti balzano per i prati in rigoglio,
e guadano i rapidi fiumi: così, prigioniero al tuo incanto,
ognuno ti segue ansioso dovunque tu voglia condurlo.
E infine per mari e sui monti e nei corsi impetuosi dei fiumi,
nelle frondose dimore degli uccelli, nelle verdi pianure,
a tutti infondendo in petto la dolcezza dell'amore,
fai sì che nel desiderio propaghino le generazioni secondo le stirpi...."

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