Tre città nate dalla volere di una personalità, che ricalcano la città ideale dove il potere, la conoscenza, l'armonia ed il senso artistico convivono e rimangono tutt'ora fruibili. Volute da due Papi: Palmanova e Pienza, mentre Sabbioneta, sorta in una zona acquitrinosa, fu voluta da Vespasiano Gonzaga, ramo cadetto dei signori di Mantova. Tre luoghi "incantati" che abbinano difesa militare e bellezza e ci accompagnano nei secoli aurei dell'amata Italia! Il paganesimo convive con la cristianità, addirittura si fonde nell'armonia
Il mito della città ideale
Per chi è alla ricerca di un itinerario insolito, fuori dai soliti circuiti delle grandi città storiche dell’Italia, abbiamo pensato di proporvene uno che leghi insieme il sogno di grandi personalità del passato che cercarono di fondare una “città ideale” che fosse specchio del loro spirito e della loro grandezza, città che ancora oggi restano a testimoniare la ricchezza della nostra storia.
Come sappiamo l’Italia fu, nel corso del XV e del XVI secolo, la culla di due fondamentali momenti di passaggio nella storia dell’umanità, l’Umanesimo e il Rinascimento, e gli uomini geniali che in quegli anni diedero lustro alla nostra Penisola coprirono tutti i campi dello scibile umano, le scienze e le arti.
Proprio da questa commistione tra aspetti artistici, ingegneristici e filosofici, oltre che dalla ferma volontà di uomini potenti, che poterono assicurare le necessarie risorse economiche, nacquero le “città ideali”, luoghi che vennero costruiti quasi dal nulla, rispettando un disegno complessivo e armonico, basato su rigorose proporzionalità e sequenze numeriche, spesso a loro volta riconducibili a date ed eventi storici ben precisi.
La più celebre di queste città ideali è senz’altro Pienza, a circa 50 km da Siena, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1996, che venne trasformata nell’arco di pochi anni da anonimo borgo ad immortale esempio dell’armonia tra arte e filosofia grazie alla volontà di Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II.
La storia racconta che Pio II, divenuto papa nel 1458, in viaggio verso Mantova, volle visitare quella che era stata la sua città natale, il borgo di Corsignano, e, trovatolo in condizioni piuttosto miserevoli, diede incarico all’architetto Bernardo Rossellino il compito di edificare la cittadina dalle forme meravigliosamente armoniose che ancor oggi possiamo ammirare, ribattezzandola Pienza. Pio II morì nel 1464, ma fece in tempo ad ammirare il risultato del lavoro del Rossellino, che lo compì in solo 4 anni.
Con la morte di Pio II si concluse anche la storia della città ideale di Pienza che, persa ogni funzione, rimase, per fortuna pressoché intatta, ad immortale ricordo dell’ingegno dei suoi creatori.
Sulla strada per Mantova, al confine con l’Emilia, un’altra celebre città ideale, divenuta, insieme alla città virgiliana, patrimonio dell’Umanità Unesco nel 2008, è Sabbioneta: anche qui, la nascita “miracolosa” di una città da un remoto paesello pre-esistente si deve alla precisa volontà di un uomo dal singolare ingegno, Vespasiano Gonzaga Colonna, che vi dedicò energie, denari ed anche, viste le sue note capacità di costruttore di piazzeforti, anche contributi in sede progettuale, dal 1555 al 1591, anno della sua morte.
Anche a Sabbioneta, che purtroppo, dopo la morte di Vespasiano Gonzaga, subì numerose devastazioni e spoliazioni delle opere d’arte che abbellivano i palazzi della cittadina, è ben visibile come le esigenze pratiche di dotare la città di adeguate difese e di palazzi che rispecchiassero la grandezza del suo “creatore” siano meravigliosamente legate con l’uso di precise formule matematiche, geometriche ed anche cabalistiche ancora oggi non completamente scoperte.
E, per concludere con quella che probabilmente è la cittadina “ideale” più legata ai numeri, la nostra ultima meta per oggi è la “città stellata”, Palmanova , a 20 km da Udine, così chiamata per la particolarissima conformazione a stella dalle nove punte, che la rendono riconoscibilissima persino dalle foto satellitari; in verità, nel caso di Palmanova, furono più concrete esigenze militari che ideali di bellezza ed armonia che spinsero l’architetto Giulio Savorgnan a coordinare il progetto di questa mirabile fortezza, nata ex novo sulle costruzioni del precedente borgo di Palmata, e che fonda tutte le sue strutture, strade, piazze, edifici, bastioni ecc. sul numero tre e i suoi multipli. E, visto che il periodo di costruzione va dal 1593 alla metà del XVII secolo, quale ulteriore legame con le altre città ideali è bene ricordare che a Palmanova vi lavorò anche l’architetto Vincenzo Scamozzi, che a Sabbioneta realizzò il celebre teatro.
Ancora oggi Pienza, Sabbioneta e Palmanova, pur rimanendo delle piccole cittadine, accolgono migliaia di turisti e mostrano i loro gioielli, lascito di un’età in cui l’ingegno umano raggiunse i suoi vertici: fatevi sedurre dal sogno visionario di queste città e dei loro creatori, per una gita che non finirà di stupirvi!
Il team Auto Europe
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