domenica 22 ottobre 2023

Il Golgota a ROMA il cranio di Celio Vibenna sulla rupe Tarpea

I Romani e il Caput Oli.
Prodigio sul monte Tarpeo.


I romani rinvennero un capo umano. È noto il prodigio del caput rinvenuto sul monte Tarpeio nell'atto dello scavo delle fondazioni del tempio di Giove Capitolino. I romani vennero ricevuti da Oleno Caleno il più famoso Vates d'etruria (Plinio). Grazie all'intercessione del figlio di costui, i romani non indicando un posto fisso mantengono per se stessi il prodigio.
Ora perchè tecnicamente il prodigio poteva transitare agli etruschi se i romani indicavano il corretto sito del ritrovamento?



Come fa questo vates a spostare nel proprio paese il prodigio e ciò che ne consegue?
I romani in terra tusca ( probabilmente Veio) vengono avvisati dal figlio del vate Caleno, di stare attenti alla domanda che rivolgerà loro suo padre. La domanda è lecita e il vate darà corretta interpretazione del prodigio, senza mentire perchè ciò non è concesso. Tuttavia devono fare attenzione a come rispondere. Egli chiederà "Questo HOC intendete romani?" Oppure, " qui sorgerà il tempio ( HIC).... HIC qui avete trovato la testa?".. ora Dionigi di Alicarnasso completa Plinio, nel senso viene detto il Vate etrusco su suolo etrusco traccia a terra con suo Skepon, uno spazio sacro; il vate farebbe una sorta di mini auguratio determinando l'orientamento di porzioni secondo i punti cardinali.. allora costui insisterà con il bastone cercando di spingere i romani ad identificare un punto delle 4 porzioni che lui ha determinato a terra. I romani, però continuando ad asserire il capo fu rinvenuto a Roma sul monte Tarpeo, non permisero al vate di appropriarsi del segno; ma come potrebbe mai?
Il Vate estrusco gioca con la sottigliezza linguistica della domanda... Oleno Caleno, gioca sui deittici HOC e HIC, che acquisiscono un senso solo se la frase viene riempita con il riferimento ad un oggetto specifico. Ora HOC e HIC possono riferirsi tanto ai luoghi reali descritti a terra dal vate e dunque etruschi; quanto potrebbero riferirsi a quelli figurati che i romani enunciano. Il vate non può mentire, " il destino vuole che il sito dove è stata rinvenuta la testa, diventi caput dell'italia intera".Ora con una sottigliezza però i romani potrebbero lasciarsi ingannare indicando nello spazio determinato dal vate un punto su suolo etrusco, cui gli ambasciatori potrebbero pensare inconsciamente. Così questo destino potrebbe transitare da Roma a Veio, in un momento cui ancora il vates può agire, orientandone in qualche modo il corso.
Plinio dice che mediante verba è possibile mutare fata e ostenta relativi a grandi accadimenti. Il vates non falsifica nulla ma attraverso la liceità della domanda, con i deittici e l' area determinata in suolo etrusco, nella indeterminatezza di Hoc e Hic tra suolo reale tusco e figurato romano, cerca di orientare il prodigio a suo vantaggio . I romani non indicando nessun punto, ma rimarcando verbalmente, che è stato rinvenuto a Roma sul monte Tarpeo salvano il fatum che appare come un qualcosa di ancora non ben definito e su cui il vates può agire.
Spunti da Bettini, "Roma, città della parola" 2022.
Fonti
Plinio nat.hist
Dion.Hal.


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