venerdì 8 maggio 2020

IL SACRIFICIO UMANO PRESSO I ROMANI: NELL'ETA REGIA E REPUBBLICANA





Il Sacrificio: è costume ( e necessità) dell' Homo religiosus": uno scambio di proprietà che ritorna al suo proprietario
(Eliade, M. Miti, sogni e misteri; Trattato di storia delle Religioni)
E' Sacrum facere: elemento necessario di mediazione tra il sacer (divinità) e il profanus (l'uomo), nel rapporto tra le due dimensioni: terrestre e celeste (Mauss, M. Essai sur la nature et la fonction du sacrifice).
praticato da tutte le culture. A maggior ragione, se l'oggetto dello "scambio mediatico" è una creatura vivente. Una vita per una vita. Un'anima per un'altra. Uno scambio protettivo.
Sociale. Umano.
I sacrifici umani furono anche appannaggio di mores romani, in un periodo della loro storia.
Macrobio, ad esempio, in un discorso incentrato sulle festività denominate Saturnalia, racconta:
"Il tipo di cambiamento nel sacrificio che hai appena menzionato, Praetestatus, trovo che sia stato osservato nel caso dei Compitalia, quando i giochi venivano celebrati all'incrocio in tutta la città, dopo che Tarquinius il Superbo li ristabilì in onore dei Lari e di Mania, in accordo con un oracolo di Apollo che ordinava che si supplicasse il favore degli dei "con teste a favore di teste".
Per qualche tempo vi fu la pratica di sacrificare i bambini a Mania, madre dei Lari, per assicurare il benessere dei membri della famiglia. Dopo l'espulsione di Tarquinius, il console Junius Brutus decise che il sacrificio doveva essere celebrato diversamente, ordinando che il favore degli dei fosse ricercato con teste di aglio e papavero: in questo modo i termini dell'oracolo di Apollo che stabilivano "teste" potevano essere soddisfatti, mentre il crimine legato al presunto sacrificio sarebbe stato evitato. Così le effigi di Mania venivano appese davanti alla porta di ogni famiglia per scongiurare qualsiasi pericolo che potesse minacciarne i membri, e i giochi stessi vennero chiamati Compitalia, dal crocevia [compita] in cui venivano celebrati."
(Sat. 1, 7, 34-35).
Il console Brutus dunque ricorre ad un astuta interpretazione che salvi letteralmente "capra e cavoli" giocando sul significato del responso divino..
E testimonia l'uso di sacrifici infantili, in un "equo scambio" di vite umane..
Della serie: "mors tua vita mea.."
Ma non termina qui.
Nel capitolo terzo del libro XXX, Plinio afferma che nel 97 a.C., sotto il
consolato di Gneo Cornelio Lentulo e di Publio Licinio Crasso, durante il senatusconsultum venne fatto divieto di ricorrere alla pratica dei sacrifici umani.
Un "terminus ante quem", che implica come fino a quell'anno, i sacrifici venissero ancora praticati dai Romani.
Nel libro XXVIII (Nat. 28, 12), Plinio ricorda inoltre che nel foro Boario vennero sotterrati vivi una coppia di greci, uomo e donna; oltre ad altre persone contro le quali Roma era in guerra (Galli).
Tito Livio racconta che, dopo la sconfitta romana a Canne nella seconda guerra punica
(216 a.C.), i Romani avevano celebrato dei sacrifici eccezionali, propiziatori e scaramantici, seguendo le indicazioni dei Libri sibillini:
“Un Gallo ed una Galla, un Greco e una Greca furono sepolti vivi nel foro Boario in un luogo recintato da pietre, già prima imbevuto del sangue di vittime umane”
(Livio, Ab urbe condita, XXII, 57, 6).
Interessante notare come traspare dalle parole dell'autore patavino, un senso di "alienità" verso il sacrificio umano: ritenuto come estraneo alla religione ed alle usanze romane.
I sacrifici, dunque, si puo' desumere che scomparvero dopo il 97 a.C
Eppure, un'altra forma di sacrificio prese piede: i Giochi gladiatori
A riguardo si puo' citare Servio:
" era usanza che i prigionieri venissero uccisi sulle tombe dei grandi uomini; ma poiché con il passare del tempo l'usanza apparve crudele, si stabilì che davanti alle tombe combattessero dei gladiatori”.
(ad Aen. 10, 519).
Servio inoltre afferma anche che fu dopo i funerali di Lucio Giunio Bruto (primo console)
che il sacrificio venne sostituito con i munera gladiatori (ad Aen. 3, 67).
Giochi, originariamente funerari, che celebravano la morte con la morte; la vita con lo spargimento di sangue.. dei duellanti; di criminali; persino di prigionieri.. Per mano umana; o ferina..
Ma questa è un'altra storia..

Nessun commento: