sabato 2 maggio 2020

Il Dio nascosto, che in realtà, era sottotraccia venerato dai greci e poi dai romani

Altare 'al dio ignoto'
Trovato nel 1829 nell'area sud-ovest del Palatino, presso il Velabro, ancora al posto originario...L’ara ha la stessa forma proto-etrusca di due altari conservati nel Palazzo dei Conservatori: i pulvini cilindrici sui lati corti sono infatti aggiunte romane all'originaria forma etrusca. L’ara si compone di due plinti combacianti ed egualmente sagomati con una semplice scozia. Nella fascia del plinto superiore è incisa la seguente iscrizione: "Sei deo sei deivae / sac(rum) C. Sextius / C. f. Calvinus pr(aetor) / de senati sententia / restituit" (Sia a un dio, sia a una dea consacrato, Caio Sestio, figlio di Caio Calvino, pretore, per decreto del Senato rifece). .
La divinità dell'ara di Calvino è dunque sconosciuta, non è specificato neppure se era un dio o una dea.
Da alcuni studiosi l'altare è stato messo in relazione con il santuario di Aius Locutius, la divinità misteriosa che aveva annunciato l'imminente invasione dei Galli. I Romani usavano una formula rituale incerta quando si rivolgevano a divinità tutelari di luoghi di grande importanza storica e religiosa, come riferisce Servio . La stessa invocazione ambigua si ritrova infatti negli Atti dei Fratelli Arvali per la consacrazione dei boschi. Forse si temeva che le preghiere non avessero effetto se il nome del dio era designato in forma errata o, più probabilmente, si voleva occultare al nemico il nome vero del dio, in modo che non potesse propiziarselo….
L’ara ha la stessa forma proto-etrusca di due altari conservati nel Palazzo dei Conservatori: i pulvini cilindrici sui lati corti sono infatti aggiunte romane all'originaria forma etrusca. L’ara si compone di due plinti combacianti ed egualmente sagomati con una semplice scozia. Nella fascia del plinto superiore è incisa la seguente iscrizione: "Sei deo sei deivae / sac(rum) C. Sextius / C. f. Calvinus pr(aetor) / de senati sententia / restituit" (Sia a un dio, sia a una dea consacrato, Caio Sestio, figlio di Caio Calvino, pretore, per decreto del Senato rifece). L’ara ha la stessa forma proto-etrusca di due altari conservati nel Palazzo dei Conservatori: i pulvini cilindrici sui lati corti sono infatti aggiunte romane all'originaria forma etrusca. L’ara si compone di due plinti combacianti ed egualmente sagomati con una semplice scozia. Nella fascia del plinto superiore è incisa la seguente iscrizione: "Sei deo sei deivae / sac(rum) C. Sextius / C. f. Calvinus pr(aetor) / de senati sententia / restituit" (Sia a un dio, sia a una dea consacrato, Caio Sestio, figlio di Caio Calvino, pretore, per decreto del Senato rifece). L’ara ha la stessa forma proto-etrusca di due altari conservati nel Palazzo dei Conservatori: i pulvini cilindrici sui lati corti sono infatti aggiunte romane all'originaria forma etrusca. L’ara si compone di due plinti combacianti ed egualmente sagomati con una semplice scozia. Nella fascia del plinto superiore è incisa la seguente iscrizione: "Sei deo sei deivae / sac(rum) C. Sextius / C. f. Calvinus pr(aetor) / de senati sententia / restituit" (Sia a un dio, sia a una dea consacrato, Caio Sestio, figlio di Caio Calvino, pretore, per decreto del Senato rifece). Trovato nel 1829 nell'area sud-ovest del Palatino, presso il Velabro, ancora al posto originario. Integro, tranne piccole scheggiature agli angoli.

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