martedì 1 gennaio 2019

Non mi fiderei di Renzo Piano

Osaka, affonda l' aeroporto disegnato da Renzo Piano

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L' AEROPORTO gioiello sta affondando. O meglio, si sta inabissando l' isola inventata per ospitarlo. La "Kansai Island", creata artificialmente dieci anni fa nelle baia di Osaka per lo scalo progettato da Renzo Piano, si è abbassata di undici metri. "Rischia di inabissarsi", titolano i giornali giapponesi raccogliendo la denuncia di una società che ha collaborato alla ciclopica impresa costata 30 mila miliardi. "è urgente prendere provvedimenti per garantire la stabilità della struttura", riconoscono i responsabili della "Kansai International Airport Co. Ltd", l' ente metà privato metà pubblico che gestisce l' aerostazione. Il governo tace, ma fonti giudiziarie fanno sapere che la magistratura ha aperto un' inchiesta su presunte irregolarità: qualcuno - si ipotizza - avrebbe "barato" sulla qualità del materiale utilizzato per le fondamenta dell' isola e ora - a sei anni dall' inaugurazione dello scalo - se ne starebbero pagando le conseguenze. L' allarme non è nuovo. Da anni l' ambizioso progetto - che ha costretto le scuole ad aggiornare le cifre riguardanti la superficie totale del Giappone e il numero delle sue isole - è al centro dell' attenzione in dibattiti e perfino scherzi. Come quello fatto dall' Asahi Shimbun, il primo aprile del ' 94: il giornale, il più venduto del Giappone, "strillò" in prima pagina che la preziosissima isola era affondata, pubblicando anche una fotografia dove il mare ricopriva interamente il sito del Kansai. In realtà, sostiene Piano, un compattamento di undici metri della roccia frantumata che fa da base all' isola era previsto. "Quando nel ' 90 fu aperto il cantiere dell' aerostazione, cioè la parte del Kansai progettata da me - dice l' architetto italiano - l' isola era già stata completata e si era già avuto un abbassamento di dieci metri". Al termine della costruzione dello scalo il terreno si era poi "aggiustato" di altri 25-30 centimetri. Negli ultimi sei anni il calo sarebbe dunque dell' ordine di poche decine di centimetri, molto più contenuto, cioè, di quanto denunciato dalla stampa giapponese. Ma dallo Shukan Bunshun - uno dei settimanali che a fine luglio hanno lanciato l' allarme - precisano che motivi di preoccupazione ce ne sono. Alcuni degli edifici dell' isola presenterebbero profonde crepe e un "profilo a zig zag" dovuti al cedimento del terreno. Gli impianti elettrici sarebbero in pericolo, in particolare durante le fasi di alta marea e perfino i depositi di carburante sarebbero sottoposti a pressioni molto più elevate di quelle previste. Il tutto proprio a causa dell' inabissamento. L' elenco dei guai sarebbe stato compilato da dipendenti di una delle aziende subappaltatrici di opere necessarie alla costruzione dell' isola. Questi informatori - di cui il settimanale difende l' anonimato - hanno raccontato che per costruire le fondamenta della Kansai Island non è stata utilizzata soltanto la roccia frantumata ritenuta necessaria nel progetto, bensì sabbia di pessima qualità. La roccia sarebbe stata versata soltanto nello strato più superficiale della base, "come una specie di glassa di cioccolata". Addirittura, si sospetta che il grosso dello zoccolo del Kansai sia stato fatto di fango, lo stesso per la cui asportazione dalla baia il governo giapponese aveva pagato profumatamente. Il traffico sarebbe stato organizzato dalla centrale di Osaka della Yakuza, la mafia giapponese. Si tratta però di scenari tutti da verificare e risultati delle indagini della magistratura - precisano sempre dal settimanale - non se ne avranno fino alla fine dell' anno. Qualcuno ricorda che la "sabbia con la truffa" non è una novità: durante il terremoto di cinque anni fa alcune autostrade costruite su terra di riporto erano state danneggiate in modo sospetto e si era anche in quel caso intuito che il materiale utilizzato nelle fondamenta fosse diverso da quello "sicuro". Intanto, i responsabili del Kansai corrono ai ripari: in una conferenza stampa a fine luglio hanno annunciato che "molto rapidamente" verranno compiuti interventi per migliorare la stabilità dell' isola. La spesa prevista per i primi lavori si aggira sui 360 miliardi. Una cifra che va aggiungersi ai 420 miliardi di lire di debiti già accumulati dall' aeroporto.
di STEFANIA DI LELLIS

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