domenica 2 dicembre 2018

L'uomo un Dio decaduto che deve ritornare nel cieli!

"La Tradizione iniziatica ci dice che l'uomo è un Dio decaduto, involuto; dallo stato di Armonia è "caduto" nella disarmonia. Compito della Realizzazione e dell'Iniziazione è proprio quello di "reintegrare" l'essere nella sua essenziale natura. Non si tratta di imparare nuove nozioni, ma di percepire l'esistenza con altre modalità. L'erudizione non conduce a niente; la comprensione avviene quando "viviamo" un particolare stato di coscienza. Fino a quando si idealizza l'Assoluto non si può uscire dal relativo. La Realtà sfugge al pensiero che oggettivizza attributi, tendenze e scopi. Ma l'uomo non ama la Verità, bensì l'erudizione della mente, il proprio io con i suoi indefiniti contenuti, la vita della forma cangiante e fluttante, la gloria del potere materiale e spirituale. Non afferrando il senza-tempo, che è Assolutezza, plasma costrutti formali per compensare la sua incompiutezza.
Il pensiero costruisce immagini con cui baloccarsi; l'immagine del bene, del male, dell'ideale politico, l'immagine della famiglia, del lavoro: ma tutte queste immagini non hanno niente a che fare con la realtà. La realtà empirica non è nè realtà assoluta nè irreale, ma una semplice "apparenza", un fenomeno che appunto appare e scompare. Una nuvola in cielo è vera, ma avendo essa una nascita e una morte, non può considerarsi una costante o un assoluto. L'universo è "movimento conformato", è fenomeno formale-vitale, un miraggio, una grande nuvola che appare e scompare. La mente sensoriale vive per il contingente e per l'illusione: da una parte si àncora disperatamente alle cose e agli eventi, e dall'altra pronostica la sua morte, il suo annientamento, la sua vacuità. Chi si difenisce mente sensoriale è un cadavere vivente e, non volendo riconoscersi tale, va in cerca di alibi compensatori. L'io vive di miserie e si costringe a considerarle verità per non andare verso la sua stessa rovina.
Il più grande conflitto dell'uomo non deriva dal fatto che non risolve i suoi probelmi sociali, ma dal fatto che vive nell'ignoranza della sua stessa essenza. Ciò che non può essere capito empiricamente, può essere realizzato con la coscienza; l'individuo può realizzare la sua Essenza ultima perchè in essa affonda le sue radici. Il fiore è già contenuto nel seme, altrimenti non potrebbe dimostrarsi come fiore. Il desiderio non è che un riflesso di una gioia obliata, di un paradiso perduto. Una società basata sul consumismo o sulla dittatura del materialismo corporale formale è una società che cerca di stordirsi ma non di risolversi e ritrovarsi. Quando sapremo dirigere le nostre energie verso il Centro immutabile dell'Essere, allora potremo riavere quello che abbiamo perso."
(Raphael, Alle Fonti della Vita)

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