lunedì 3 dicembre 2018

L’Apollo di Mantiklos


Statuetta votiva in bronzo proveniente dalla Beozia elegante e raro esempio di scultura proto-arcaica e antichissima testimonianza di scrittura beota, dal Museum of Fine Arts di Boston.
La figura allungata del kouros in piedi, virile e indistinta, denota attenzione alle proporzioni umane e al tempo stesso una tendenza all’astrazione. La lunga capigliatura, distribuita in boccoli che scendono sulle spalle ampie e modulata su linee diagonali ravvicinate, ricorda lo stile dedalico; un’alta cintura stringe la vita sottile e le incisioni sulla fronte, attorno al capo e lungo la parte centrale, fanno pensare che vi calzasse un elmo o una corona, di altro materiale.

Non è chiaro se rappresenti il dedicante o la divinità a cui l’offerta era rivolta: avrebbe potuto stringere un arco nella mano sinistra, ora mancante, mentre delle linee sul dorso indicherebbero la presenza di una faretra; oppure può trattarsi di un guerriero, che originariamente recasse una lancia nella mano destra, chiusa e attraversata da un foro, e nella sinistra uno scudo
Lira, cetra, arco, lancia e alloro sono i simboli di Apollo che, con linguaggio omerico, viene ricordato qui con i suoi attributi di divino arciere. Lungo le cosce, sulla parte frontale, in senso bustrofedico (da destra a sinistra, poi da sinistra a destra e così via, come il segno tracciato dai buoi con l’aratro), sono incisi due esametri che, nella formula di una preghiera e di una dedica, stabiliscono un ‘patto’ di relazione tra l’uomo e il dio:
ΜΑΝΤΙΚΛΟΣ ΜΑΝΕΘΕΚΕ FΕΚΑΒΟΛΟΙ ΑΡΓΥΡΟΤΟΧΣΟΙ ΤΑΣ ΔΕΚΑΤΑΣ ΤΥ ΔΕ ΦΟΙΒΕ ΔΙΔΟΙ ΧΑΡΙFΕΤΤΑΝ ΑΜΜΟΙΒ[ΑΝ]
Mantiklos mi dedicò al (dio) abile nel lanciare, dall’arco d’argento, come decima, e tu, Febo, da(gli) in cambio una gradita ricompensa...

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