DI ENRICO GALOPPINI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Vorrei far notare solo un piccolo ma significativo particolare che riguarda il modo in cui la notizia della morte a Gaza del videoreporter italiano Simone Camilli è stata data dai media italiani.
Il sito dell’Ansa – la principale agenzia di notizie italiana fondata niente meno che, tra gli altri, da Renato Mieli (1), uno strano ‘comunista’ arrivato coi “Liberatori” e padre del più noto Paolo – ha inserito da qualche tempo a margine delle notizie la possibilità di commentarle, a patto di essere iscritti a Facebook.
Vorrei far notare solo un piccolo ma significativo particolare che riguarda il modo in cui la notizia della morte a Gaza del videoreporter italiano Simone Camilli è stata data dai media italiani.
Il sito dell’Ansa – la principale agenzia di notizie italiana fondata niente meno che, tra gli altri, da Renato Mieli (1), uno strano ‘comunista’ arrivato coi “Liberatori” e padre del più noto Paolo – ha inserito da qualche tempo a margine delle notizie la possibilità di commentarle, a patto di essere iscritti a Facebook.
È una possibilità offerta generalmente per ogni tipo di notizie, da quelle “serie” a quelle ben oltre il limite della curiosità e del pettegolezzo. Ognuno, com’è d’uso nei “forum”, dice “la sua”, e per essere sinceri il livello della maggior parte dei commentatori sul sito dell’Ansa non è che sia di livello eccelso. Anche se è degno di nota rilevare che persino in questa sede ufficiale le quotazioni degli Stati Uniti e di “Israele” sono in caduta libera, mentre sono in rialzo quelle della Russia e di Putin. Segno evidente che oramai esiste un progressivo scollamento tra le versioni e le interpretazioni unilaterali fornite dai “media” e settori rilevanti dell’opinione pubblica italiana.
Per leggere dei commenti in qualche caso interessanti quanto gli articoli stessi ci si deve tuttavia rivolgere da qualche altra parte, ad esempio su Effedieffe o Comedonchisciotte. Che garantiscono un’assoluta libertà di commentare.
Sul sito dell’Ansa si viene invece esclusi dalla possibilità di farlo quando, per capacità d’analisi ed acume, si oltrepassa decisamente la media e si rischia così di far aprire gli occhi sul Sionismo e la Palestina anche a qualche sopravvalutato “top commentator” e, perché no, anche a qualche redattore precario della stessa agenzia di stampa. È il caso, recente, mentre imperversava quest’ultimo massacro a Gaza, di Claudio Negrioli, che su Comedonchisciotte si firma “Clausneghe”: (2)
Ma Russia Today s’è spinta oltre nel fare chiarezza su queste ordinarie storie di censura, affermando che nei momenti di acuzie della perpetua opera di vessazione sionista ai danni dei palestinesi i cosiddetti media ufficiali giungono a censurare oltre il 95% dei commenti. (3)
Per leggere dei commenti in qualche caso interessanti quanto gli articoli stessi ci si deve tuttavia rivolgere da qualche altra parte, ad esempio su Effedieffe o Comedonchisciotte. Che garantiscono un’assoluta libertà di commentare.
Sul sito dell’Ansa si viene invece esclusi dalla possibilità di farlo quando, per capacità d’analisi ed acume, si oltrepassa decisamente la media e si rischia così di far aprire gli occhi sul Sionismo e la Palestina anche a qualche sopravvalutato “top commentator” e, perché no, anche a qualche redattore precario della stessa agenzia di stampa. È il caso, recente, mentre imperversava quest’ultimo massacro a Gaza, di Claudio Negrioli, che su Comedonchisciotte si firma “Clausneghe”: (2)
Ma Russia Today s’è spinta oltre nel fare chiarezza su queste ordinarie storie di censura, affermando che nei momenti di acuzie della perpetua opera di vessazione sionista ai danni dei palestinesi i cosiddetti media ufficiali giungono a censurare oltre il 95% dei commenti. (3)
Di che ci si meraviglia quando è arcinoto a chi sono in mano i “mezzi d’informazione” e perché sono stati imbastiti? Neppure c’è da fare tanto gli sbalorditi nel prendere atto che da anni sia Effedieffe che Comedonchisciotte (4) figurano immancabilmente in un isterico “Rapporto sull’antisemitismo” redatto da un “osservatorio” specializzato di una grande università israeliana. Eh già, Lorsignori, oltre che “informare”, “osservano” dalla mattina alla sera e davvero non gli sfugge nulla.
Non dev’essergli sfuggito quindi il fatto che, lasciando aperta la possibilità di commentare sulla pagina dedicata alla morte di Simone Camilli (5), causata da un ordigno israeliano inesploso che alcuni artificieri palestinesi cercavano di disinnescare, si sarebbe scatenata una caterva di commenti a dir poco ostili nei confronti della “unica democrazia del Medioriente”.
Così, per evitare di smentire per eccesso le già disperanti stime di Russia Today ed imporre perciò un 100% di commenti censurati, questa volta una ‘manina’, forse consigliata da un solerte “osservatore”, ha scelto di non permettere ai lettori dell’Ansa di esprimere la loro opinione al riguardo di un giornalista italiano (di un collega della ‘manina’ stessa, quindi) ammazzato da una bomba che probabilmente conteneva “una sorta di trappola” pronta ad attivarsi al momento del tentativo di disinnesco.
Ciò è quanto è stato dichiarato – secondo la notizia riferita dalla stessa Ansa - dal fratello di uno dei palestinesi coinvolti nella tragedia: ma intorno alle 23.00 del 13 Agosto un’altra ‘manina’ ritoccava il testo della notizia facendo sparire quell’insinuazione dal sapore indubbiamente “antisemita” (giuro che avevo pensato: “devo salvare questa versione dell’articolo prima che la modifichino…”). Suvvia, com’è possibile che “Israele” – che lancia bombe a frammentazione che fan schizzare tutt’intorno centinaia di frammenti metallici, o esplosivi che bruciano i tessuti interni dei loro bersagli umani - possa ricorrere a simili scorrettezze? Intanto, l’incauto redattore – messo anche lui sotto “osservazione” - sarà stato retrocesso a svuotare i cestini?
A qualcuno quello che sto facendo notare potrà sembrare un particolare di poco conto, invece dà il polso di come tutta la supremazia sionista e le “simpatie” di cui godrebbe “Israele” siano estremamente fragili e costruite sulla frode e l’inganno, se esiste persino il terrore che dei commenti dei lettori diventino assolutamente ingestibili e fuori controllo.
Quanto al povero Camilli, che lascia una moglie ed una figlia di tre anni, la sua morte, che certo è ascrivibile alla rischiosità della professione di reporter di guerra ma di cui non si può in alcun modo dare la colpa ai palestinesi, passerà in cavalleria come quella di un altro fotogiornalista italiano, Raffaele Ciriello (6), falciato nel 2002 durante la “seconda Intifada” da una raffica dell’esercito israeliano (7).
Il cordoglio di circostanza, senza troppo “esagerare” nelle esternazioni, è il massimo che ci si possa aspettare da una classe politica imbelle, anche lei costantemente sotto “osservazione”. Addirittura si ha la sensazione che fatti del genere provochino in essa un “imbarazzo” che si vorrebbe evitare volentieri. Gli “osservatori” difatti annotano tutto, e al minimo passo falso una fulgida e promettente carriera politica può andare a rotoli.
Lo stesso dicasi per le redazioni giornalistiche. Insinuare, anche solo involontariamente o per bocca di un palestinese, che “Israele” sia “intenzionato a provocare vittime”, può rivelarsi un terribile autogol per chi aspira a raggiungere l’empireo del circo mediatico. Meglio sigillare tutto, allora, e chiudere anche ogni possibilità di commentare la cosa.
Non dev’essergli sfuggito quindi il fatto che, lasciando aperta la possibilità di commentare sulla pagina dedicata alla morte di Simone Camilli (5), causata da un ordigno israeliano inesploso che alcuni artificieri palestinesi cercavano di disinnescare, si sarebbe scatenata una caterva di commenti a dir poco ostili nei confronti della “unica democrazia del Medioriente”.
Così, per evitare di smentire per eccesso le già disperanti stime di Russia Today ed imporre perciò un 100% di commenti censurati, questa volta una ‘manina’, forse consigliata da un solerte “osservatore”, ha scelto di non permettere ai lettori dell’Ansa di esprimere la loro opinione al riguardo di un giornalista italiano (di un collega della ‘manina’ stessa, quindi) ammazzato da una bomba che probabilmente conteneva “una sorta di trappola” pronta ad attivarsi al momento del tentativo di disinnesco.
Ciò è quanto è stato dichiarato – secondo la notizia riferita dalla stessa Ansa - dal fratello di uno dei palestinesi coinvolti nella tragedia: ma intorno alle 23.00 del 13 Agosto un’altra ‘manina’ ritoccava il testo della notizia facendo sparire quell’insinuazione dal sapore indubbiamente “antisemita” (giuro che avevo pensato: “devo salvare questa versione dell’articolo prima che la modifichino…”). Suvvia, com’è possibile che “Israele” – che lancia bombe a frammentazione che fan schizzare tutt’intorno centinaia di frammenti metallici, o esplosivi che bruciano i tessuti interni dei loro bersagli umani - possa ricorrere a simili scorrettezze? Intanto, l’incauto redattore – messo anche lui sotto “osservazione” - sarà stato retrocesso a svuotare i cestini?
A qualcuno quello che sto facendo notare potrà sembrare un particolare di poco conto, invece dà il polso di come tutta la supremazia sionista e le “simpatie” di cui godrebbe “Israele” siano estremamente fragili e costruite sulla frode e l’inganno, se esiste persino il terrore che dei commenti dei lettori diventino assolutamente ingestibili e fuori controllo.
Quanto al povero Camilli, che lascia una moglie ed una figlia di tre anni, la sua morte, che certo è ascrivibile alla rischiosità della professione di reporter di guerra ma di cui non si può in alcun modo dare la colpa ai palestinesi, passerà in cavalleria come quella di un altro fotogiornalista italiano, Raffaele Ciriello (6), falciato nel 2002 durante la “seconda Intifada” da una raffica dell’esercito israeliano (7).
Il cordoglio di circostanza, senza troppo “esagerare” nelle esternazioni, è il massimo che ci si possa aspettare da una classe politica imbelle, anche lei costantemente sotto “osservazione”. Addirittura si ha la sensazione che fatti del genere provochino in essa un “imbarazzo” che si vorrebbe evitare volentieri. Gli “osservatori” difatti annotano tutto, e al minimo passo falso una fulgida e promettente carriera politica può andare a rotoli.
Lo stesso dicasi per le redazioni giornalistiche. Insinuare, anche solo involontariamente o per bocca di un palestinese, che “Israele” sia “intenzionato a provocare vittime”, può rivelarsi un terribile autogol per chi aspira a raggiungere l’empireo del circo mediatico. Meglio sigillare tutto, allora, e chiudere anche ogni possibilità di commentare la cosa.
Eppure c’è un solo commento da fare e lo esprimiamo lapidariamente qui: “Per quanto tempo ancora pensate di poterci prendere per i fondelli?”.
Enrico Gallopini
14.08.2014
- http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Mieli
- http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=73316
- http://rt.com/news/174328-hate-speech-israel-france/
- http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=print&sid=61
- http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2014/08/11/simone-camilli-morto-a-gaza-reporter-italiano-ucciso-da-una-bomba_daac1eba-f60d-4b53-b709-6f4277b2a6e7.html
- http://www.raffaeleciriello.com/
- https://www.youtube.com/watch?v=fHEU-dJ7mTU
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