venerdì 5 aprile 2013
Il sacrificio, sull'altare del progresso e dello sviluppo, di un milione di vittime sacrificali
Cifre impressionanti di uomini morti affinché l'economia cresca vorticosamente, ne pagherà tutta l'umanità!
Un milione di cinesi uccisi dallo smog
di Guido Santevecchi - 03/04/2013
Fonte: Corriere della Sera [scheda fonte]
«Apocalisse dell'aria»
Un milione e duecentomila cinesi sono morti prematuramente nel 2010 per
malattie collegate all'inquinamento dell'aria. Il numero è impressionante,
come tutti quelli che vengono dal Paese che conta poco meno di un quinto
della popolazione mondiale. Ma questi sono particolarmente gravi, perché
rappresentano il 40 per cento dei 3,2 milioni di morti premature causate
dallo smog nel mondo.
La statistica è stata elaborata dalla University of Washington in
collaborazione con l'Organizzazione mondiale per la sanità e presenta
un'altra cifra apocalittica: quella dei 25 anni di vita in salute bruciati
dalla cappa di aria malata che avvolge molte città della Cina. Lo studio è
stato pubblicato per la prima volta a dicembre dalla rivista britannica The
Lancet, che aveva fornito il numero complessivo dei decessi nel mondo. Ma
gli autori adesso hanno deciso di sottolineare come i due Paesi più colpiti
siano la Cina, con i suoi 1,2 milioni di vittime, e l'India con 620 mila
morti premature: «Lo abbiamo fatto per richiamare l'attenzione dei leader di
questi due grandi Paesi», ha detto al New York Times Robert O'Keefe,
vicepresidente dello Health effects institute, che è venuto a Pechino a
presentare il rapporto.
I ricercatori hanno spiegato che il degrado ambientale in Cina è al quarto
posto tra i fattori di rischio mortale dopo una dieta alimentare sbagliata,
la pressione del sangue alta e il fumo di sigaretta. Nel mondo
l'inquinamento è invece «solo» il settimo fattore di rischio. In realtà la
nebbia gialla composta da emissioni industriali, combustione di carbone e
gasolio per riscaldamento, gas di scarico delle auto, polveri messe in
circolazione dalle miriadi di cantieri, è diventata un argomento di
dibattito in Cina proprio nell'inverno appena finito. Per settimane, tra
dicembre e febbraio, il cielo di Pechino e di molte altre città delle
province centro-meridionali è stato offuscato. Si è scoperto che la causa è
il Pm 2,5: particelle di inquinamento del diametro di 2,5 micron, le più
dannose per i polmoni. L'Organizzazione mondiale per la sanità raccomanda di
non vivere in ambienti che superino il livello 20 per metro cubo di aria e
sostiene che quota 300 è estremamente pericolosa: Pechino ha trascorso un
gennaio stabilmente sopra 500 e ha toccato 755 di Pm 2,5 il 12 gennaio.
All'allarme per l'aria malata si è aggiunto quello per l'acqua: nel fiume
che alimenta la rete idrica di Shanghai sono state trovate le carcasse di
oltre 16 mila maiali. E quando la gente ha protestato, le autorità hanno
risposto che non era il caso di allarmarsi, perché «lo stato dell'acqua non
era peggiorato a causa dei suini in decomposizione». Poi è stata la volta
della moria delle anatre: un migliaio sono state ripescate in un fiume del
Sichuan. Senza che nessuno sapesse spiegare la causa della morte.
Il problema dunque è diventato centrale per la nascente opinione pubblica
cinese. Tanto da essere incluso nel piano quinquennale del governo. E
addirittura, un segnale di grave inquietudine per l'inquinamento è venuto
dall'Assemblea del Popolo, abituata a mettere un timbro su tutte le scelte
del gruppo dirigente del partito: a marzo, dopo aver accordato il 99,8 per
cento dei consensi alle nomine a presidente di Xi Jinping e a premier di Li
Keqiang, i circa 3 mila deputati hanno espresso 850 no e 140 astensioni sui
membri della commissione ambientale.
Il premier Li Keqiang sembra sincero quando dice che «non dobbiamo più
inseguire la crescita industriale a spese dell'ambiente, perché non è buono
essere poveri in una natura meravigliosa, ma non è buono neanche essere
ricchi in un ecosistema degradato. E in definitiva respiriamo tutti la
stessa aria, poveri, ricchi e governanti». Ma alcuni milioni di cinesi
saranno morti per l'inquinamento prima di sapere se Li avrà mantenuto
l'impegno.
Per esorcizzare la paura, sul web cinese circola una barzelletta: «Che
vogliamo di più? Basta aprire un rubinetto e esce zuppa di maiale, ne apri
un altro ed ecco il brodo d'anatra».
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