lunedì 8 marzo 2010
Una lettura per lo spirito
Credo che Saint-Exupéry non abbia scritto Il Piccolo Principe per un pubblico di piccoli lettori e lo dimostra il fatto che il libro è dedicato al suo amico Leon Wert “quand il était petit garçon”. Non ha dunque destinato le sue parole allo sguardo attento di un bambino, ma ad un adulto che è stato un bambino, ad una persona matura che è divenuta tale dopo essere stata quello che è stata, ma che, nonostante tutto, resta, in ogni caso, un adulto.
Nel IV capitolo, infatti, dice:
J’aurai aimé commencer cette histoire à la façon des contes des fées. J’aurai aimé dire :
« Il était une fois un petit prince qui habité une planète à peine plus grande que lui, et qui avait besoin d’un ami… » Pour ceux qui comprennent la vie, ça aurait eu l’air beaucoup plus vrai .
Ma alla fine non scrive per questi ultimi! Forse scrive per se stesso, per non dimenticare il suo amico, per non dimenticare il Piccolo Principe.
Il fatto di scusarsi con i bambini per aver dedicato il suo racconto ad una “grande personne” che è stata un “enfant”, rappresenta, secondo me, uno stratagemma narrativo per evitare che la sua opera venga letta con lo sguardo razionale e logico dell’adulto. Se non avesse fatto questa premessa sarebbe stato difficile immergersi subito nell’atmosfera fantastica del secondo capitolo!
Sembra che Saint-Exupéry ci voglia preparare a non aspettarci niente di estremamente razionale sin dall’inizio, per permetterci di accettare senza condizionamenti quello che verrà descritto. È importante, per lui, che il lettore si disarmi, prima ancora d’iniziare a leggere, delle sovrastrutture e della logica che indossa ogni giorno; è essenziale che, come il pilota nel deserto, anch’egli non trovi, ma scopra e riceva ciò che non ha cercato, per non perdere quella capacità di stupirsi e meravigliarsi che arricchisce ogni conquista inaspettata.
Dico subito: Saint-Exupéry
o è un autore che incontri da giovane
e nei sei conquistato,
o lo incontri nel corso della tua maturità,
e allora lo leggi col dovuto distacco critico.
Io l’ho incontrato troppo tardi,
non ne sono un lettore devoto […]
Ma la sua leggenda mi affascina.
(Umberto Eco)
Come al solito Eco non capisce un cazzo!
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