sabato 27 marzo 2010

L'IDEA DELLA BANALITA' DEL MALE DI GÜNTHER ANDERS RUBATA DALLA HANNAH ARENDT




Dall'opera del filosofo GÜNTHER ANDERS si ricavano le idee di fondo di quella che passerà come:"La banalità del male" attribuita ingiustamente a Hannah Arendt che fu sposata con Anders dal 1929 al 1936 e ne assorbì e traspose l'innovativo pensiero fandolo ingiustamente proprio.
La profondità e l'originalità del pensiero di Gunthe Anders è alla base del pensiero che inquadra il male come fatto transitorio che non riesce a radicare nelle menti umane. La guerra moderna rappresenta il momento esaltante di questo rifiorire della cattiveria gratuita e inutile.

In quanto “distruzione” la guerra ha cessato di essere un atto
strategico per trasformarsi in un processo puramente tecnico
che lo annulla in quanto guerra. Chi elimina le mosche con
l’insetticida, senza fare i conti con nessuna forma di
resistenza, non fa la guerra; si limita piuttosto a eseguire
un’operazione tecnica. Analogamente, quando faceva
“entrare” i prigionieri dei lager nelle camere a gas, Hitler
non faceva una “guerra” contro gli ebrei, gli zingari o altri
sottouomini, ma li annientava. E questo principio ha ora
trovato un prolungamento a Hiroshima e Nagasaki.
Neppure laggiù si doveva fare i conti con nessuna
resistenza. Nagasaki e i campi di sterminio sono crimini che
appartengono alla stessa categoria.
I campi di concentramento, gli stermini di massa, le
guerre mondiali e le bombe atomiche non sono una
“ricaduta nella barbarie”, ma il compimento non
represso di ciò che le conquiste moderne offrono
all’uomo nella scienza, nella tecnica e nell’esercizio
del potere.

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