martedì 25 novembre 2025

Ricostruzioni sommaria del complesso sacrale del campidoglio di Verona


 

lunedì 24 novembre 2025

Quale è il cardo e il decumano a Verona

Prendo spunto da un importante monumento romano, oggi rimangono solo pochi resti, per sottolineare che esiste ancora oggi una certa insicurezza nel affermare che Corso Portoni Borsari sia il decumano destrato romano, eventualmente sarebbe non massimo ma destrato, ma Grancelli pone molti dubbi affermando che potrebbe anche coincidere con il cardo secondario o destrato perché il Cardo Massimo: l'attuale via Arche Scaligere, via Pellicciai, nessuno vuole fare chiarezza.



Nell'immagine riporto la ricostruzione dell'arco di Giove che la didascalia abituale afferma: lungo il decumano massimo, tra la Porta Iovia e il Foro, fu innalzato, l’Arco di Giove Ammone......

domenica 23 novembre 2025

San Giovanni in fonte

La vasca marmorea per battesimi per immersione di S.Giovanni in Fonte con i suoi magnifici altorilievi, la vasca ottagonale è posta sopra una precedente, il battistero di.San Giovanni in Fonte legato al complesso ecclesiastico del duomo di Verona, sorto sul vasto monumento delle terme pubbliche della Verona romana


sabato 22 novembre 2025

Un raro politico onesto e integerrimo e per questo eliminato per la sua dedizione.......

"Robespierre l'incorruttibile" si riferisce a Maximilien de Robespierre, politico e rivoluzionario francese, noto per la sua rigidità morale e la sua partecipazione alla fase del Terrore durante la Rivoluzione Francese. È stato una figura di spicco, leader dei Giacobini, ma il suo ruolo si concluse tragicamente con la sua esecuzione alla ghigliottina il 28 luglio 1794.





venerdì 21 novembre 2025

Pittura dell'Ottocento"Rovine al tempio di Baalbek", del pittore tedesco Gustav Bauernfeind (Neckar 1848 – Gerusalemme 1904)


 

Il tempio di Baal-Shamin, in Palmyra (Siria)






Nel deserto siriano, tra colonne corinzie dorate dal sole, si alzava il tempio di Baal-Shamin, il “Signore dei Cieli”: dio della pioggia, della fecondità, delle nuvole che portano vita. Il vestibolo a sei colonne introduceva a una cella quasi barocca, con pareti scandite da lesene e finestre laterali che lasciavano filtrare la luce verso la dimora del dio. Qui l’architettura romana dialogava con le tradizioni siriache, in un equilibrio di proporzioni classiche e dettagli orientali che facevano del tempio uno dei gioielli più riconoscibili di Palmyra.
𝗙𝗼𝗰𝘂𝘀 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼
Palmyra, grande oasi sulla via delle carovane tra Mediterraneo e Mesopotamia, fu uno dei più importanti centri culturali del mondo antico, dove si incontravano influssi greco-romani, siriaci e persiani. 
Il santuario di Baal-Shamin esisteva già nel 17 d.C.; l’altare fu eretto nel 115 e il tempio venne consacrato e sostanzialmente ricostruito attorno al 130–131 d.C., per poi essere trasformato in chiesa in età cristiana. 
Riscoperto e restaurato da archeologi svizzeri negli anni 1954-56, era una delle strutture meglio conservate della città quando Palmyra fu iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1980. 
Nell’agosto 2015 il tempio è stato fatto esplodere dai miliziani dello Stato Islamico, che lo hanno raso al suolo con cariche di esplosivo: un atto definito dall’UNESCO un vero crimine di guerra. 
Oggi restano solo macerie e pochi elementi riutilizzabili, mentre archeologi e istituzioni internazionali discutono se e come ricostruirlo, come gesto di memoria e di resistenza culturale. 
📸 Madia Renzo Giuseppe

Compagnia (di Gesù) avanti march

Della prestanza fisica di James Bond, piccolino di statura com’era, non aveva nulla, ma “l’Agente 007 del Vaticano” quanto a coraggio e spregiudicatezza, non era da meno del suo ipotetico “omologo”.
I Papi succedutisi sulla cattedra di Pietro, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, gli affidarono le missioni più ardite, fiduciosi che quel “diavolo di prete” avrebbe trovato il modo di cogliere il risultato sperato.


Nato a Vicovaro (Roma) il 22 maggio del 1912, il futuro padre Virginio Rotondi, da ragazzino, fu espulso dal seminario di Subiaco perché giudicato troppo vivace dai superiori.
Soltanto grazie all’interessamento del Vescovo di Tivoli, dopo un anno di “purgatorio”, riuscì ad essere ammesso a quello di Magliano Sabina dove portò brillantemente a termine gli studi ginnasiali per poi, grazie a una borsa di studio, conseguire la laurea in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Nel 1934 eccolo entrare nel noviziato della Compagnia di Gesù e, dopo l’ordinazione presbiteriale del 1942, iniziare l’opera d’apostolato all’insegna di una granitica fedeltà al Magistero pontificio.
Pio XII, consapevole delle straordinarie capacità oratorie e dell’arguzia di quel giovane sacerdote, ne fece uno dei suoi più stretti consiglieri inserendolo nel “trio” composto, oltreché da lui, anche dall’altro gesuita padre Lombardi (“il microfono di Dio”) e dal dottor Luigi Gedda, Presidente dell’Azione cattolica.
Ai tre spettò il compito di guidare la propaganda politica del 1948 in chiave anticomunista, coordinando l’azione delle 22.000 parrocchie italiane e dei circa 300.000 attivisti sparsi in tutto il Paese.
Come allora osservò il giornalista Vittorio Gorresio, a quello degli “agit-prop” si contrappose, alla fine con esiti vittoriosi, l’esercito degli “agit-pret” che rispondeva anche a questo pretino che non aveva paura di tenere comizi in favore della DC nelle principali piazzeforti rosse, fra cui quella di Sesto San Giovanni, allora “Stalingrado d’Italia”, dove esordì dicendo: “Mio padre è un proletario come voi!”.
Altra “mission impossible” affidata al Rotondi, che per l’occasione agì sotto lo pseudonimo di padre Pasquali, fu di tenere i rapporti segreti fra il Vaticano e il Quirinale, fra Papa Pio XII e il Presidente Gronchi .
I due si fidavano soltanto di lui.
Grande fu la risonanza mediatica della conversione in “articulo mortis”, nel 1957, dello scrittore Curzio Malaparte, “mangiapreti” patentato convertitosi al cattolicesimo giusto in tempo per essere battezzato, comunicato e cresimato proprio da padre Rotondi, poche ore prima di esalare l’ultimo respiro.
Famosa anche l’amicizia, alimentata da un continuo dialogo spirituale, che legò il gesuita di Vicovaro al Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, vecchio leader del PSDI che riconobbe al primo di “avermi fatto incontrare la fede che oggi è anche la mia”.
Solo il decesso di Papa Pacelli dissuase Rotondi dal portare a termine l’ardito progetto di far sposare allo Scià di Persia la cattolica principessa Maria Gabriella di Savoia, coi buoni auspici del Presidente dell’ENI Mattei, ansioso di assicurarsi lo sfruttamento dei ricchissimi giacimenti petroliferi iraniani.
Molti anni più tardi, quando scoppiò lo scandalo del Banco Ambrosiano-IOR, a “vedere le carte” per fare chiarezza, anche quelle più sporche, Giovanni Paolo II chiamò ancora una volta lui.
Ma il nome del “gesuita dei casi difficili” è noto al grande pubblico soprattutto per essere stato per tanti anni la voce parlante della seguitissima puntata domenicale di “Ascolta, si fa sera”, popolare trasmissione di Radio Rai 1 della durata di tre minuti in onda ininterrottamente ogni sera, dal 5 aprile del 1970.
Da questo pulpito radiofonico, padre Rotondi intervenne in tutti i temi di attualità che interessavano il Paese: divorzio, uso dei contraccettivi, interruzione di gravidanza.
Suscitò scalpore il suo dibattito con Pier Paolo Pasolini sulla fine del cristianesimo, dopo la stroncatura senza appello riservata dalle colonne de “il Tempo” al film “Vangelo secondo Matteo.
Colpito da ictus cerebrale, padre Rotondi spirò il 13 aprile del 1990 a Castelgandolfo presso “Villa Sorriso (sede del Movimento OASI da lui fondato nel 1950) soddisfatto per aver corso e parlato tanto, quando il Signore gli aveva chiesto di farlo, e poi di nuovo ubbidito, quando Lui gli aveva ordinato di fermarsi.
Accompagna questo scritto una foto di padre Virginio Rotondi.
(Testo di Anselmo Pagani)

martedì 18 novembre 2025

Santuario ellenico dedicato a Zeus Maio: Dodona, Epiro (Grecia)


Un altopiano di querce, l’erba mossa dal respiro del Pindo, il riverbero di un teatro enorme e di uno stadio tracciato tra pietra e luce. Qui l’antica Dodona ascoltava gli dei: il fruscio delle foglie, il battere dei bronzi, i sussurri del vento erano sillabe di un linguaggio antico, custodito tra colonne e radici.
Dodona il teatro che era sempre presente nei santuari come nelle acropoli


L'attuale giovane quercia, tramite oracolare attraverso lo stormir delle fronde per mezzo del vento

giovedì 13 novembre 2025

L'uovo e il corpo di Gloria

“Il Corpo di Gloria è il corpo dell’immortalità. Dal Cristianesimo (corpo glorioso) al Taoismo (corpo di Arcobaleno) questa “nuova nascita” è l’obiettivo di tutta la via spirituale autentica. L’iniziato capisce che dispone di un embrione di immortalità. Egli lo deve far crescere affinchè questo diventi un corpo a pieno titolo.
In un uovo distinguiamo una parte peritura (l’albume e il guscio) ed una parte promessa ad un destino più glorioso (il giallo con il suo germe e la membrana che ne mantiene la forma). Il lavoro alchemico consiste nell’attivare la seconda parte (corpo di fuoco + corpo di aria), poichè la prima (corpo di acqua + corpo di terra) non sopravvive molto alla morte.
Va distinto il piano psichico (la Luna) da quello spirituale (il Sole), lo sviluppo personale (la Luna) dal sacro (il Sole). La genesi del Corpo di Gloria non è una ricerca di poteri. Essa non denota uno sviluppo personale. il sacro non è parapsicologia, è altra cosa.”
- Denis Labourè, Alchimie du Feu Céleste