domenica 18 agosto 2019

Quando il fuoco non si spegne mai

I parsi: gli eredi indiani di Zarathustra
Nell’antica Persia, Zoroastro insegnava che il bene ( Ohrmazd ) e il male ( Angra Mainyu ) erano forze opposte e che la battaglia tra loro era più o meno uniforme. Una persona dovrebbe sempre essere vigile per allinearsi con le forze della luce. Secondo l’ asha o la giustizia e druj o la malvagità, la persona ha scelto nella sua vita saranno giudicati al ponte Chinvatper concedere il passaggio in Paradiso, Hammistagan (zona limbo) o inferno con una spada. Una forma personificata dell’anima che rappresenta le azioni della persona prende il giudicato alla loro destinazione e rimarranno lì fino all’apocalisse finale. Dopo la battaglia finale tra il bene e il male, la passeggiata di ogni anima attraverso un fiume di fuoco prova a bruciare le loro scorie e insieme ricevono un paradiso dopo la risurrezione. Il libro sacro zoroastriano, chiamato Avesta , era scritto in lingua avestana , che è strettamente correlato al sanscrito vedico .
Il Qissa-i Sanjan è una storia del viaggio dei Parsi in India dall’Iran. Dice che sono fuggiti per ragioni di libertà religiosa e che gli è stato permesso di stabilirsi in India grazie alla buona volontà di un principe indù locale. Tuttavia, la comunità Parsi doveva rispettare tre regole: dovevano parlare la lingua locale, seguire le usanze matrimoniali locali e non portare armi. Dopo aver mostrato le molte somiglianze tra la loro fede e le credenze locali, alla prima comunità fu concesso un appezzamento di terreno su cui costruire un tempio del fuoco .
Secondo la leggenda, il sovrano indiano che voleva rifiutar loro l’asilo si presentò con una ciotola di latte piena fino all’orlo, a indicare che il suo Paese era ormai troppo colmo, sul punto di traboccare.
Un sacerdote fra i profughi aggiunse un pizzico di zucchero nel recipiente: la loro presenza non avrebbe fatto traboccare il vaso, ma avrebbe invece addolcito tutto il Paese.
Oggi la più grande comunità di zoroastriani al mondo vive in India, ma non si è sciolta nel latte della cultura indiana. Costituisce invece una minoranza poco aperta alle contaminazioni e con alcune tradizioni specifiche, tra cui quella di deporre i morti in modo che vengano mangiati dagli avvoltoi.


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