martedì 16 gennaio 2018

Un indovinello di mio padre

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Ricorre spesso nella mia mente la figura di mio padre, uomo imprevedibile e anticoformista.
Vicino a casa esisteva negli anni setanta una fornace dove si cuocevano laterizi per l'edilizia.
Parallelamente ai mattoni  venivano anche prodotti delle piccole travi che andavano a costituire i soffitti delle nuove case in costruzione, si lavorava all'aperto e gli operai erano vicini alla nostra abitazione, spesso mio padre scambiava qualche idea con i lavoratori dirimpettai. Erano contadini, approdati in fabbrica, quasi tutti mantenevano il doppio lavoro di operai giornalieri e una volta a casa  cercavano di arrotondare il lunario mantenendo la poca terra rimasta per produrre il grano e le altre derrate per alimentare i polli,   qualche bovino, ma sopratutto per mantenere il maiale e così avere l'autosufficenza di carne per tutto l'anno. Consapevole di questo, mio padre  provocatoriamente era solito chiedere in maniera sarcastica, a bruciapelo, dato che tutti erano "buoni cristiani" il seguente dilemma: -Te despiase piassè che te mora el mascio o che mora el Papa?-  Alcuni facevano finta di non aver compreso, altri non tanto convinti rispondevano con una certa titubanza: - Ci metti in difficoltà Ugo!-  Allora mio padre gli rispondeva: -Alà imbezzile, se te more el mascio te fe fadiga a passar l'inverno, se more el Papa i ghe ne fa n'altro!-.

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