lunedì 7 settembre 2015

Calascio, per controllare la transumanza in Puglia


Una semplice torre di avvistamento, costruita, si pensa, intorno all'anno Mille a 1460 metri di quota. In un luogo di grande importanza strategica, da dove era possibile sorvegliare un ampio territorio e, in seguito, controllare una delle principali vie di transumanza verso la Puglia: il tratturo Magno.

I più antichi documenti citanti la rocca e il suo abitato risalgono però al XIV secolo, solo un po' più recenti rispetto a quelli che per primi evocavano l'abitato di Castel del Monte. Per questo si pensa che i due insediamenti abbiano la stessa origine: l'abbandono o almeno lo spopolamento, dell'abitato di Marcianisci o piuttosto di un insediamento successivo già meglio protetto dalle incursioni barbariche, situato nella piana sottostante di San Marco.

Attorno al primo torrione a pianta quadrata si costruirono successivamente quattro altre torri cilindriche, più piccole e collegate da mura con merlatura ghibellina a coda di rondine.
Ma la Rocca non divenne mai un vero castello, restando di dimensioni piuttosto limitate anche quando divenne proprietà di potenti famiglie, i Piccolomini prima, i Medici poi. Si edificò invece, sul crinale sottostante, un borgo fortificato, strettamente connesso al torrione. 
Una piccola chiesa a pianta ottagonale, risalente al XVI secolo si trova un po' isolata dal borgo e dalla fortificazione e completa il sito.
Santa Maria della Pietà
Il paese si sviluppò e raggiunse una certa agiatezza, soprattutto grazie al commercio della lana, ma finì poi per essere quasi completamente abbandonato dopo il terremoto del 1703 e, definitivamente, nel secondo dopoguerra quando gli ultimi abitanti scesero nel sottostante paese di Calascio. 
Calascio con più in alto il borgo di Rocca Calascio e la Rocca
Attualmente l'abitato di Rocca Calascio, compreso nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, vive una seppur timida rinascita.
Quella che per molti abruzzesi è “la Rocca” per antonomasia, è certamente uno dei monumenti più sorprendenti e affascinanti della regione. Scenografia austera e incontaminata, ideale per molti film girati quassù, sagoma inconfondibile par manifesti turistici ma anche per un francobollo da cinquanta, ormai preistoriche, lire.
Non è la costruzione in sé ad attirare l'attenzione. O meglio, la torre attira sì il viaggiatore che, magari percorrendo una delle strade dell'ampia valle sottostante, si propone una visita per vedere da vicino quell'intrigante montagna coronata. In realtà però molte sono le roccaforti e i castelli ben più complessi e interessanti di quella semplice e modesta struttura quadrangolare. Nessuno però si trova in un sito così straordinario e singolare. Quasi un rifugio alpino; una costruzione umana integrata alla montagna e che ne rileva la cresta in un ultima parete rocciosa. Le principali montagne della regione circondano e fanno da sfondo ad un panorama straordinario: Il Gran Sasso, il Velino, il Sirente, i monti Marsicani, la Maiella. Ogni ora del giorno e ogni momento dell'anno propongono uno spettacolo unico e ammaliante.  
La Rocca davanti al monte Velino
L'aurora colora la Rocca e la cresta del monte Sirente
L'inverno è rude quassù, quando il vento non trova ostacoli e si scaglia contro le potenti mura. Allora la neve si accumula e il paesaggio si trasforma in uno scenario fiabesco. L'estate è la stagione della ginestra che ha saputo resistere al clima ed ora colora di giallo il crinale.


Sullo sfondo, davanti ai ruderi dell'abitato della Rocca,  Forca di Penne, valico del Tratturo Magno, a destra le pendici della Maiella


















http://camminareleggendo.blogspot.it/2014/06/la-rocca-di-calascio.html

Nessun commento: