Scoperto il mistero della «Stanza dai decori arabi» di Palermo: era un tempio segreto21 ottobre 2014
di Alberto Samonà -
L’affascinante camera affrescata con arabeschi sarebbe stata un luogo in cui compiere riti magico-esoterici e massonici
La «Stanza dai decori arabi» di Palermo non finisce di stupire. La «Camera delle Meraviglie» scoperta nell’appartamento palermitano dei giornalisti Valeria Giarrusso e Giuseppe Cadili, che già da tempo sta facendo parlare di sé, riserva adesso nuove, affascinanti sorprese.
La stanza, che si trova nell’abitazione situata nel cuore del centro storico di Palermo, in via Porta di Castro, è interamente affrescata con motivi decorativi arabeggianti, colorata da un affascinante blu. Da mesi gli studiosi si arrovellano sull’origine di questo affresco, al punto che Vittorio Sgarbi, proprio visitando la «Stanza dai decori arabi» aveva parlato di una grandiosa testimonianza del passaggio della cultura araba e orientale in Sicilia.
Adesso, a distanza di mesi, l’origine degli affreschi che arricchiscono questo luogo da Mille e una notteè stata ricostruita da tre studiosi dell’università di Bonn, Serjun Karam, arabista, Chiara Riminucci-Heine, archeologa, e Sebastian Heine, iranista, specializzato in lingue orientali, che ne hanno svelato la data di realizzazione e le finalità. Uno studio certosino, grazie al quale finalmente è stato possibile ricostruire parte dei simboli di questa camera delle meraviglie, che la coppia digiornalisti ha scoperto durante i lavori di restauro dell’appartamento.
La scoperta è di quelle ghiotte, perché la stanza blu risalirebbe al diciannovesimo secolo e sarebbe una camera segreta, in cui avrebbero avuto luogo riti magico-esoterici e di caratteremassonico. Un luogo appartato, lontano dai clamori della piazza. Un Tempio in piena regola in un anonimo palazzo di Palermo: insomma, un luogo in cui il suo proprietario, quasi certamente unoccultista o un mago, avrebbe compiuto riti iniziatici, legati alla Massoneria, ma anche all’esoterismo islamico. Un mix apparentemente contrastante, ma che così non è, perché esistono testimonianze, sia pur frammentarie, di rapporti fra la massoneria stessa e circoli spirituali islamici, anche di filosofia sufi (il sufismo è per dirla in breve proprio l’esoterismo islamico).
Le scritte più grandi rappresenterebbero due “tugre”, in origine identificate con il sigillo dei sultani, che in questo caso avrebbero il senso di due talismani, inseriti quali motivi decorativi per tenere lontane dalla stanza le forze del male. Rappresenterebbero anche un’invocazione divina, in cui ricorre una certa vocale che, secondo gli studiosi tedeschi, avrebbe un valore magico nella tradizione islamica. Le altre scritte che arricchiscono le pareti sono sette , composte da otto lettere arabe e siriache e rafforzano il significato magico esoterico della camera. Le scritte, appunto, sono su setterighe, come sette sono le lanterne sulla volta: un numero non a caso dal forte contenuto simbolico e magico.
I due proprietari di casa, inoltre, spiegano come il restauratore Franco Fazzio, per riportare alla luce le mura affrescate di blu abbia tolto ben quattro strati di vernice e intonaco. Nonostante questo, il decoro ha resistito ai secoli e all’intonaco successivo, essendo stato realizzato usando un pigmento di matrice particolarmente forte. Come se chi avesse realizzato l’affresco della camera fosse intenzionato a farlo restare nei secoli, a testimonianza del forte carattere simbolico da trasmettere alle generazioni successive.
Peraltro, la strada in cui sorge questa camera delle meraviglie si trova a poche decine di metri dal celebre “Palazzo Federico”, la cui stanza dei ricevimenti nella seconda metà dell’Ottocento era proprio un Tempio Massonico, dove Giuseppe Garibaldi fu peraltro insignito della funzione di Gran Maestro della Massoneria Italiana. Insomma, un luogo affascinante, ricco di storia e di spiritualità.
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