lunedì 25 maggio 2009
Metodi d'estasi
"Questa è la terra di Puglia e del Salento, spaccata dal sole e dalla solitudine, dove l'uomo cammina sui lentischi e sulla creta. Scricchiola e si corrode ogni pietra da secoli. Anche le pietre squadrate, tirate su dall'uomo, le case grezze, le chiese destinate alla misura del dolore e della speranza, seccano e cadono nel silenzio. Avara è l'acqua a scendere dal cielo, gli animali battono con gli zoccoli un tempo che ha invisibili mutamenti" . . . "È terra di veleni animali e vegetali qui cresce nella natura il ragno della follia e dell'assenza, si insinua nel sangue di corpi delicati che conoscono solo il lavoro arido della terra, distruttore della minima pace del giorno. Qui cresce tra le spighe di grano e le foglie del tabacco la superstizione, il terrore, l'ansia di una stregoneria possibile, domestica. I geni pagani della casa sembrano resistere ad una profonda metamorfosi tentata da una civiltà durante millenni".
Così Salvatore Quasimodo, nel commento a "La Taranta", film documento del 1961 di Gianfranco Mingozzi
E la tragedia greca che rivive con altra rappresentazione, balli ritmati che liberano il"lato oscuro". Lo scatenamento orgiastico di un popolo ancora libero, ma l'operazione culturale toglierà i ultimi riti dall'istinto di una tradizione lontana servirà per il folclore turistico, per l'ignoranza che tutto appiattisce e rende dotto per dimenticare il rimorso, per perdere definitivamente l'essenza di un popolo che non può più raggiungere l'estasi contadina e pagana.
Ormai tutto è sottomesso e perciò brutalmente alterato, incasellato nello studio ed approfondito dalla logica si consuma e muore.
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