lunedì 11 maggio 2009

Evola visto da sinistra




In Evola vi è un altro aspetto molto interessante che si manifesta nella prime e nelle ultime tappe della sua vita. Lo si qualifica a volte come “anarchismo di destra” che è evidente nelle sue opere artistiche di gioventù e soprattutto in “Cavalcare la tigre”. Contemporaneamente la sua posizione antiborghese coerente e permanente lo isola considerevolmente dalla Destra convenzionale occidentale. D’altra parte anche in seno alla Tradizione egli fu sempre attratto dai domini poco consueti che rientrano più o meno nella prospettiva della Via della Mano Sinistra. Indubbiamente, nell’insieme dei suoi scritti è molto saliente ciò che si potrebbe tentare di chiamare la “sinistra” del messaggio evoliano. L’anticonformismo totale verso la realtà moderna occidentale, la contestazione radicale dei valori borghesi avvicinano Evola a certe branche della sinistra. Questo fenomeno non è la manifestazione della sua natura personale. Vi è qui un lato sintomatico estremamente importante. La Rivolta evoliana contro il mondo moderno possiede degli aspetti distruttivi come ogni rivolta, d’altronde. Il suo radicalismo intransigente lo spinge alla rottura con il conservatore abituale che difende per inerzia i valori di ieri contro i valori di oggi. Per Evola lo “ieri” non del tutto ideale. Il suo orientamento va molto più lontano, verso il mito primordiale, verso l’Iperborea perduta, verso la Trascendenza, verso l’Eterno Presente. Questa ricerca dell’assoluto qui e ora obbliga a superare i limiti convenzionali e anche a sgretolare le forme secondarie della Tradizione adattate al kali-yuga. Evola non accetta una parte del Sacro, lo vuole Tutto, immediatamente. Questa Rivolta gli fa prendere posizioni “anarchiche”, contestare la legittimità delle forme tradizionali svuotate di ogni vita. E’ d’altronde la posizione autentica dell’adepto dei Tantra, quella che egli spiega perfettamente ne “Lo Yoga della Potenza”. Ma paradossalmente la stessa antinomia è propria alla corrente della sinistra radicale e la fenomenologia esistenziale ed estetica delle due rivolte, per quanto differenti, le unisce in un certo caso quasi perfettamente. La rivoluzione, la guerra, la crisi, il ribaltamento sociale provocano sempre un trauma profondo che necessariamente obbliga l’essere umano a incontrare la realtà ontologica profonda che supera i cliché profani della vita “normale”. Ernst Juenger, al quale Evola si interessò molto, sviluppò nei suoi romanzi e scritti politici questo problema del reincontro dell’uomo moderno, profondamente alieno, con la realtà superiore nella situazioni di crisi estrema. D’altronde, Evola attraversò egli stesso dei periodi di crisi personale al limite del suicidio. Dunque la sete dell’assoluto è in logico rapporto con le esperienze “negative” e talvolta anche “antinomiche”. Queste considerazioni spiegano anche l’interesse di Evola per certi personaggi giudicati dagli altri tradizionalisti (Guénon, Burkhardt, etc.) nettamente “contro-iniziatici” - Alister Crowley, Giuliano Kremmerz, Gustav Meyrink etc. A sinistra, soprattutto all’estrema sinistra, si ritrova facilmente il medesimo complesso, la stessa passione, la stessa esaltazione dell’esperienza traumatica e nello stesso tempo lo stesso ifiuto del conformismo, la stessa avversione viscerale in rapporto alle norme e alle convenzioni, la stessa rivolta contro l’abituale. D’altra parte, la cultura ideologica della “sinistra rivoluzionaria” non è priva di accostamenti esoterici che a volte sono gli stessi come nel caso dei tradizionalisti e della “rivoluzione conservatrice“. Citiamo a titolo di esempio Theodore Reusse, attivista di sinistra e iniziatore alla massoneria dello stesso Guénon! Il lato “sinistro” di Evola richiama il paradosso politico della Russia attuale dove i neocomunisti, antiliberali fanno fronte comune con i conservatori russo-ortodossi. Cosa che si può anche pensare di certi aspetti del bolscevismo russo storico in cui si sono sviluppate per vie eterodosse e contraddittorie le tendenze profonde della sacralità russo-ortodossa - l’avversione per il mondo occidentale borghese, la ricerca del Regnum, i fattori escatologici, l’esperienza diretta, rivoluzionaria e immediata della Verità. Più ancora, vi erano all’alba della corrente comunista russa accostamenti esoterici estremamente curiosi con i rappresentanti delle correnti spirituali locali ed europee. Si può dire che tra Evola e la Russia esistono non solo le corrispondenze a livello di corrente ideologica “conservatrice”, “di destra”, ma anche certi lati della “sinistra” russa, nella sua dimensione profonda e paradossale, possono essere comparati con gli scritti di Evola e anche chiariti grazie al suo metodo di ricerca della struttura dei fenomeni traumatici. Il fatto stesso che il comunismo abbia vinto nel paese più conservatore e più tradizionalista d’Europa ci obbliga a rivedere gli schemi abituali conservatori a proposito della natura profana e moderna del comunismo, come tappa avanzata della degrado dell’attuale civiltà. D’altronde, le previsioni dei conservatori e contro-rivoluzionari (come Léon de Poncin) concernenti la necessità della vittoria della quarta casta proletaria in tutto il pianeta sono smentite dal trionfo attuale della civiltà borghese (presunta terza casta) nella Russia postsovietica. Lo stesso Evola commise il medesimo errore accettando la posizione radicalmente antisocialista e anticomunista, propria dei conservatori reazionari con i quali, a livello metafisico, egli era in pieno disaccordo, dovuto alla differenza profonda tra la Via della Mano Sinistra che gli era propria e la Via della Mano Destra che (a volte) indirettamente e parzialmente ispira i conservatori convenzionali. In altri termini la “sinistra metafisica” in Evola non ha potuto trovare la manifestazione dottrinale coerente a livello politico e il lato “anarchico” ed “esoterico” restano in qualche modo sovrapposti assai contraddittoriamente alla sua fedeltà alla “reazione” politica. Lo stesso equivoco esiste nelle sue relazioni col fascismo e col nazional-socialismo dove egli criticava l’aspetto politico di sinistra e contemporaneamente tentava di rafforzare l’aspetto “metafisico di sinistra” (insistendo ad esempio sul paganesimo contro le relazioni con il Vaticano). La storia politica degli anni 80-90 mostra che il comunismo non era l’ultima forma di decadenza della caste. Dunque Evola aveva torto nel predire la vittoria dei sovietici e di conseguenza di prendere la posizione radicalmente anticomunista e di non riconoscere il lato paradossale e in qualche modo tradizionale della Rivoluzione. Malgrado il suo interesse particolare per “L’Operaio” di Junger, Evola ha falsamente identificato, seguendo la logica della Destra non rivoluzionaria, le caste tradizionali con le classi della civiltà occidentale. A questo proposito, si può richiamare l’avvertimento estremamente importante di George Dumezil riguardante il fatto che nella società tradizionale indoeuropea, dunque ariana, i lavoratori appartengono alla terza casta e non alla quarta. Oltre a ciò, i mercanti, (cioè i proto-capitalisti) non appartengono del tutto al sistema delle caste in tale società e tutte le funzioni di distribuzione dei beni e del denaro sono stati appannaggio dei guerrieri, degli kshatryas. Ciò significa che la classe dei mercanti non corrisponde assolutamente alla struttura della società ariana ed è storicamente sovrapposta ad essa con la mescolanza culturale e razziale. Dunque la lotta antiborghese dei socialisti possiede implicitamente la dimensione tradizionale e indoeuropea, cosa che spiega perfettamente le tendenze “antigiudaiche” (addirittura antisemite) di un gran numero di teorici socialisti a partire da Fourrier, Marx e fino a Stalin. Questa considerazione mostra la giustificazione dell’elemento socialista (e pure nazional-comunista) nelle correnti della Rivoluzione Conservatrice - specialmente in Spengler, Sombart, van den Bruck, Junger e fino a Niekisch. E’ fuori di dubbio che con questo ambiente tedesco d’anteguerra Evola aveva ottime relazioni intellettuali, cosa che ahimè, non lo ha aiutato a sfumare le sue posizioni e a rettificare le sue vie dottrinali e tradizionaliste. Questa contraddizione in Evola è notevole se si confrontano “Orientamenti” e “Gli Uomini e le Rovine” da un lato, e “Cavalcare la Tigre” dall’altro. “Evola di sinistra” non è ancora scoperto e riconosciuto. Ma ancora una volta - la Russia e la sua storia conservatrice e rivoluzionaria, paradossale e rivelatrice, antica e moderna ci aiuta a comprendere Evola nelle sue idee esplicite e soprattutto il senso implicito del suo messaggio che rimane da scoprire e assimilare. Non solamente in Russia, ma in questo ultimo aspetto anche in Occidente.

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