Luciano Bianciardi
Il problema delle origini ha sempre sedotto e affaticato le menti di saggi, sapienti e intellettuali: origini dell'uomo, delle specie, della società; origini del male e della disuguaglianza. Dalle origini di una città o di una religione si son calcolati gli anni, e dire "originale" significa riconoscer un merito. Insomma pare - e chissà poi per quale ragione - che alla gente importi più del passato, del remoto passato, incapace ormai di far male ad alcuno, che dell'avvenire, del prossimo avvenire, sempre, come ben sappiamo, minaccioso ed incombente.
Stando così le cose non c'è da stupirsi se anche nella nostra città, piccola città, ma civile e progredita, c'erano sapienti, dotti ed intellettuali che ne cercavano alacremente le origini.
". . . Ci sono almeno tre categor~e di paesaggi: uno del passato; uno del presente che sta ingiallendo; e uno del sogno. . .~, (da un'intervista rilasciata da Pier Paolo Pasolini ad Achille Millo nel 1967: «
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