I sotterranei di Santa Maria Maggiore
Tra il 1964 e il 1971 i Servizi Tecnici Vaticani decisero di intervenire per risolvere il problema dell’umidità che risaliva dal pavimento della Basilica di Santa Maria Maggiore, mediante la creazione di un enorme solaio in cemento armato. Ebbero così inizio i lavori di smantellamento del pavimento in marmo e si effettuarono scavi fino a 6 metri di profondità. Dagli scavi emersero una grande quantità di strutture antiche, databili tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C. Le diverse fasi edilizie rinvenute si compongono di numerosi ambienti disposti attorno ad un cortile a vari livelli, di difficile interpretazione. L’ambiente principale risale all’Età Augustea o ad una molto più antica, e venne in gran parte ricostruito in epoca Adrianea e Costantiniana. Risulta circondato da un lungo muro sul quale rimangono tracce di un calendario stagionale, corredato, mese per mese, di una serie di scene di paesaggi che, per quanto possibile leggere nelle parti conservate, illustrano i lavori campestri per ogni stagione. Lungo il percorso si trovano anche i resti di un piccolo impianto termale, con mosaici ed intercapedini per il riscaldamento, tracce di affreschi geometrici, un piccolo ambiente semicircolare con nicchie, resti di un pavimento in Opus Sectile su Suspensurae e una parete con graffiti. Tra questi spicca un’incisione del famoso quadrato palindromo del “Sator”, simile a quello presente a Pompei. L’intero complesso venne obliterato dalla costruzione della basilica, che la tradizione attribuisce a Papa Liberio (352-366), che la eresse nel luogo in cui avvenne una miracolosa nevicata il 5 agosto del 352 d.C. Il Liber Pontificalis si riferisce così alla nuova chiesa:”Hic fecit basilicam nomini iuxta Macellum Liviae”, ovvero fece costruire la basilica accanto al Macellum Liviae. Gli scavi archeologici hanno tuttavia smentito questa tradizione, riportando la fondazione della basilica a non prima del pontificato di Sisto III (432-440), che la dedicò alla Maternità divina di Maria, definita dal Concilio di Efeso.

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