domenica 1 marzo 2020

Cernunnos..

È antica leggenda che Herne il cacciatore … quand’è inverno, sulla mezzanotte, con due enormi corna in testa, si aggira intorno a una quercia” (William Shakespeare)
A partire dal IV secolo a.C. compare nel mondo celtico una divinità generalmente rappresentata con la testa sormontata da corna di cervo e seduta a gambe incrociate: una iscrizione latina del I secolo a.C. permette di attribuire a questa divinità il nome di Cernunnos; in accordo con le immagini, il nome contiene la radice del termine “corno” e quindi potrebbe significare “divinità maschile cornuta
.
Nelle raffigurazioni Cernunnos appare spesso accompagnato da animali: cervi, serpenti, lupi, buoi e tori; questa iconografia porta a considerare il dio come “Signore degli animali” o “Signore della caccia” poiché la compenetrazione di umano e animale sembra alludere ad una funzione benefica per il rinnovarsi dei cicli naturali e propiziatoria per la cattura di ambite prede. Un altro attributo del dio è la presenza di collari al collo, in mano o sulle corna e di una borsa che riversa monete, segni di prosperità e ricchezza. Recentemente è stata formulata l’ipotesi che il dio Cernunnos sia una divinità originaria delle popolazioni alpine, in seguito recepita e diffusa dai Celti: la prova deriverebbe dal rinvenimento della più antica raffigurazione del dio su una roccia incisa della Valcamonica (Roccia 70 di Naquane, Capo di Ponte, Brescia), datata al VI – inizi del V secolo a.C. Tracce del dio sopravvissero anche in età cristiana: ne sono un esempio il culto di S. Kornély in Bretagna e il mito inglese di Herne il Cacciatore.

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