domenica 17 settembre 2017

Ieri a Minerbe in provincia di Verona si è parlato del notaio cortografo ecc. GASPARO BIGHIGNATO

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Ieri a Minerbe si è aperta una piccola mostra su l'insigne tecnico, ingeniere, cartografo e notaioGasparo Bighignato, personaggio di grande prestigio nella Rebubblica Veneta a cavallo fra il 1600 e 1700 epoca di grande cambiamenti legata in parte a quella figura dominante e accentratrice che era il Re Sole.
Credo che Gasparo Bighignato fosse legato alla massoneria, per i simboli che ricorrono nelle sue mappe, anche se questo non è stato assolutamente neanche accennato ne nella pubblicazione come nel percorso della mostra.
A tal proposito riporto, sotto, questo breve ma intenso trafiletto per dare una idea di come la Serenissima avesse una sua massoneria legata a quella internazionale che operava anche nell'ambito dei servizi segreti di Venezia, ricordo che questi personaggi della Repubblica passarono, ancora prima della fine politica di Venezia, sotto il controllo della grande potenza marittima che si stava imponendo nel mondo: la Gran Bretagna.

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i Massoni a Venezia
I legami del mondo esoterico misteriosofico favorevole alla riforma  sono proiettati in campo politico su due fronti, quello britannico e quello palatino. Elisabetta, figlia di Giacomo I° di Inghilterra si sposa con Federico V, elettore palatino dell’impero asburgico, nel 1613.
Il matrimono viene celebrato con una segreta simbologia nelle nozze alchemiche di Kristian Rosenkrautz, il cavaliere della rosa come speculare al cavaliere della Rosa Rossa del de Foire Queen  di Edmund Spencer.
Il primo esattamente come lo sposo Palatino  veste le insegne del Toson d’Oro germanico, e quello dell’ordine della giarrettiera britannico. Speranze antiasburgiche ed antipapali  riposte nei circoli esoterici, Kabbalistici e misteriosi nell’aiuto della Gran Bretagna nella causa Palatina. Subito prima del matrimonio J,V. Andreas ha pubblicato la Phama Fraternitas e subito dopo sono apparsi dei manifesti rosacrociani  che riprendono idee ed inviti ai fratelli rosacrociani invisibili alla Fama.
Traiano Boccolini da Venezia, nei ragguagli del Parnaso  (1612-13) esprime le medesime convenzioni.
Esiste una connessione tra circoli britannici, veneziani e praghesi  all’insegna della saldatura tra alchimia, filosofia, kabballah ed ermetismo: John Dee, Robert Fiudd, Guglielmo Poste, Traiano Boccolini e Michael Myer. Prodromi dell’iluminismo filosofico settecentesco nelle opinioni dei Rosacroce.
Michael Majer afferma esistere nel 1622 a l’Aja una Società di alchimisti che si facevano chiamare Rosa Croce , con ramificazioni anche a Venezia: i membri vestivano cordone bleu con croce d’oro sormontata da una rosa.
Statuti ed organizzazione sarebbero in libri, redatti da massoni, non facilmente reperibili.
Il Frosini afferma la Massoneria esistere a Venezia dal 1535 sino al 1686, data in cui fu interdetta a Venezia, dopo la visita del Gran Maestro della Loggia di Londra, Sir Thomas Howard, nel 1729, o se sia stata ufficializzata sotto nuova forma.
A questo proposito il Sagredo fornisce notizia di una conventicola di Liberi Muratori in una casa a Madonna dell’Orto.
La nascita della Massoneria veneziana moderna avviene all’epoca di Casanova e Goldoni.
Venezia torna comunque indirettamente alla ribalta ad opera di J.E. Marconis de Negre, figlio di un ufficiale dell’armata francese in egitto che istituì la Società dei Saggi della Luce.
Sostiene la conversione del prete egiziano Ormuz da parte di San Marco e la linea di trasmissione degli Esseni sino ai Cavalieri Gerosolimitani in Svezia ed in Scozia,

Qui sorge la moderna Società dei Saggi della Luce che reca nel suo sigillo il familiare leone di San Marco con il Vangelo aperto.

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