mercoledì 9 agosto 2017

GIULIANO KREMMERZ

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a cura di Anna Maria Piscitelli

Nonostante lo jeronimo J.M. KREMM - ERZ, semplificato in GIULIANO KREMMERZ,possa far presumere l'origine tedesca di questo emblematico personaggio, si tratta in realtà del più italiano o meglio italico dei Maestri di hermetismo magico dell' ultimo secolo. Fu terapeuta taumaturgo e fondatore della S.P.H.C.I. (Schola Philosophica Hermetica Classica Italica ) Fr+ Tm+ (Fratellanza Terapeutico-Magica) di MIRIAM, caratterizzata da finalità esclusivamente terapeutiche e filantropiche e tuttora operante. Nato a Portici presso Napoli l'8 Aprile 1861,Ciro Formisano, questo il nome anagrafico, venne a trovarsi a diretto contatto con un un anziano e dotto misantropo,

Pasquale De Servis, meglio conosciuto dagli esoteristi del tempo come IZAR. Questi si ispirava a quella tradizione magico-iniziatica di matrice italica rifiorita, già prima dell'avvento del Cristianesimo, nella Magna Grecia con il ripristino nelle terre meridionali e partenopee di culti isiaci (lunari) e osiridei (solari) reimportati dall'Egitto e che avevano anche dato vita alla Scuola Pitagorica. Rimasta virtualmente sepolta per secoli sotto le ceneri e i lapilli dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. in cui fu distrutta anche Pompei, questa tradizione ha sempre tentato di riemergere nel tempo sotto svariate forme, sebbene ostacolata da alterne vicende e celandosi nelle opere e nel pensiero di alcuni grandi: da Dante e i Fedeli d'Amore a Cecco d'Ascoli, a Pico della Mirandola, a Marsilio Ficino, Giordano Bruno, Cornelio Agrippa, Paracelso, ecc. coagulandosi nel movimento culturale rosacruciano del Seicento. Giunta poi nel Settecento fino a Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero e al Conte di Cagliostro, si radicò successivamente nella branca esoterico-occultistica degli ambienti risorgimentali italiani.Stando a quanto lo stesso Kremmerz tramanda, fu proprio il De Servis ( che potrebbe identificarsi con un omonimo signore nato a Portici il 5/10/1837, figlio di uno speziale, benestante e celibe, vissuto e morto sempre a Portici nello stesso stabile in via della Parrocchia in cui abitavano i Formisano,nell'1/03/ 1893) a trasmttere al giovane Ciro, unitamente al suo patrimonio sapienziale, l'iniziazione ai misteri della Scienza Sacra. Infatti questi, pur intrattenendo rapporti diretti con i più illustri protagonisti della scena socio-politica e culturale del tempo, tra cui l'avvocato Giustiniano Lebano, fu proprio nel giovane Formisano che riconobbe le peculiarità strutturali di un futuro maestro d'ermetismo, coniugate a un sorprendente spirito umanitario tinteggiato di bonaria tolleranza e prorompente generosità. La formazione culturale del Formisano, addottoratosi in Lettere all'Università di Napoli, passata attraverso le brevi esperienze dell'insegnamento al Ginnasio di Alvito (CE) e dell' attività giornalistica (come redattore dell'allora nascente Mattino grazie all'amicizia con Scarfoglio), si completò soprattutto negli anni dal 1888 al 1893, cioè in quel quinquennio coincidente con un suo misterioso soggiorno all'estero. In effetti nel Dicembre dell'88 salpò con una nave diretta a Montevideo e con una nave di medesima provenienza rientrò nel porto partenopeo nel Maggio del '93. Non esiste documentazione che attesti cosa Egli fece in quel periodo, in gran parte rimasto ignoto anche ai suoi stessi familiari e di molto enfatizzato da postumi aneddoti. E' invece facile supporre, deducendolo dall' attenta analisi dei suoi numerosi scritti, che in quel frangente egli sia entrato in contatto sia con le culture sciamaniche dell'America Latina (e ciò anche per la presenza in alcune pratiche interne, trasferite nella sua Schola, di modalità nel contatto panico con le forze della natura accostabili a certe tecniche sciamaniche), sia con gli ambienti scientifici, artistico-letterari e spiritualistico-esoterici europei, già a quei tempi movimentati da flussi e riflussi orientaleggianti. Ciò di certo per appagare la sua sete di conoscenza e la sua indole di sperimentatore ma anche e soprattutto per recuperare quel bagaglio di cultura e tradizioni di cui il cuore della Penisola, e ancor più il Meridione d'Italia, sin dai tempi più remoti, furono tra i principali centri emanatori. E' pertanto legittimo sospettare che dietro la parentesi esterofila di Formisano ci fosse lo zampino del buon De Servis che, apparentemente chiuso nel suo anonimato di saggio bonario, muoveva in realtà le fila non solo della vita del suo prediletto discepolo ma anche di gran parte della tradizione ermetica Italica e Neoegizia del tempo (ancor oggi nota agli estimatori della Napoli esoterica sotto la denominazione gergale di "partenopeo nilense" e facente capo, secondo alcuni, a una gerarchia di maestri incogniti ) e di cui Kremmerz divenne di lì a breve principale protagonista. Coincide perciò col rientro in Italia e con la scomparsa di Pasquale De Servis l'emergere nel trentatreenne Formisano della complessa personalità che lo renderà unico come uomo e come Maestro. Nel '97 usando lo pseudonimo di Giuliano Kremmerz introdusse con L'Appello agli aspiranti alla luce sulla rivista Il Mondo Secreto la divulgazione delle dottrine di magia naturale e divina. Parallelamente, mentre disquisiva di filosofia occulta confrontandosi con gli scritti di altri esoteristi quali Papus, Eliphas Levi, Stanislao De Guaita nonchè di Madame Blavatsky e della Besant, gettava le basi per la riattivazione della S.P.H.C.I., concludendo quasi bruscamente la pubblicazione della rivista, non senza aver dirottato buona parte di discepoli e sostenitori verso un primo esperimento di "resurrezione della Fraternità Rosacruciana". "Il Mondo Secreto non sparisce - Egli scrive nel Dicembre del '99 - si trasforma nella realizzazione delle teorie nebulose e comincia l'esposizione della scienza della medicina ermetica, rivelazione della sintesi terapeutica della Rosa Mistica". Nel primo fascicoletto della Medicina Ermetica fu pubblicato, riassunto in sette articoli, il patto fondamentale di costituzione della sua Schola ormai delineata sia nella forma che nella sostanza, poi stigmatizzato in 60 commi e che costituisce ancor oggi, dal 1909, la Pragmatica Fondamentale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam. E fu così che Giuliano Kremmerz venne allo scoperto in veste di terapeuta e taumaturgo, col mandato di traghettare nel nuovo secolo la tradizione ereditata, cerimoniali compresi e addirittura, come nemmeno le più imponenti figure femminili del tempo (es: Blavatsky ) avevano saputo o potuto fare, per restituirla alla Matriarchia di un archetipo primordiale sotto l'apparente allegoria mistica di un nome di donna: MIRIAM da Lui definita "la prima e la più eccelsa delle Maghe, un ricettacolo, un tesoro profondo di amore". Gli anni che seguirono videro sempre più accrescersi la popolarità del Kremmerz soprattutto come benefattore e taumaturgo. Molti gli aneddoti su ambi, terni e quaterne al gioco del Lotto elargiti a persone bisognose e ancor più numerose le notizie delle sorprendenti guarigioni operate: dalla ricostruzione di un polmone alla sconfitta della poliomelite senza vaccino, per citare solo due esempi fra i più eclatanti. La sua Schola per lo spirito umanitario che l'animava, attirava un sempre maggior numero di adepti, uomini e donne che, insoddisfatti del monopolio dogmatico delle religioni, stanchi delle teorie filosofeggianti e delle fenomenologie spiritiche più alla moda, cercavano verifiche e concrete applicazioni di quei poteri latenti dell'uomo negati dal materialismo scientifico ma tanto conclamati dalla letteratura occultistica e, fin lì, esclusivo patrimonio di soli Mistici e Santi canonizzati. Il Kremmerz, pioniere dell'interpretazione olistica dei fenomeni vitali e di un nuovo Rinascimento magico dovrà faticare non poco per propagandare la sua terapeutica ermetica intrinsecamente connessa alla trasmissione della tradizione ereditata dal De Servis! Egli istituì Accademie Miriamiche a Napoli, Bari e Roma riunendo numerosi aderenti ai quali gli ammalati, di loro iniziativa, potevano rivolgersi per aiuti terapeutici gratuiti operati attraverso l'attivazione, a distanza, delle energie vitali degli stessi richiedenti, mediante preghiere rituali (per lo più Salmi) e tecniche di visualizzazione delle parti malate.Naturalmente per attendere alle rituarie terapeutiche sia individuali che collettive in pro degli ammalati, i terapeuti di Miriam dovevano aderire a pratiche purificatorie e rituali indispensabili per il loro equilibrio psicofisico e propedeutiche allo sviluppo evolutivo del loro "mono corporale e mentale", attinte dal Kremmerz alla tradizione iniziatica sapienziale trasferitagli dal De Servis, ed elargite a piene mani pro-salute populi. Queste elargizioni sollevarono però aspre polemiche da parte di una folta schiera di conservatori e tradizionalisti (fra cui l'avvocato Lebano) che, ancorati a concezioni più elitarie templari e aristocratiche sulla sapienza antica e la sua trasmissione, presero ad osteggiare la sua opera di divulgazione. In realtà Egli, tramite il De Servis, si era collegato a quella tradizione misterica coniugata al femminile che pur sottesa nei tempi, celandosi sotto forme simboliche, e adombrata dalle tradizioni patristiche (come Arca dell'Alleanza ebraica, Adda Nari Indù, Pietra Nera della Mecca, Iside Egizia e Vergine Maria dei Cristiani), conduce per via diretta al "Secreto" della vita e di ogni trasmutazione. Sono numerose le tracce di questo collegamento nei suoi scritti, ma maggior conferma si può trovare in alcune istruzioni interne, mai pubblicate, e nella tradizione orale della sua Schola. Nella "Matriarchia di Miriam" stigmatizzata nella Pragmatica Fondamentale e nel " programma di Amore" attuato attraverso la pratica della terapeutica hermetica, il Kremmerz fissò la resurrezione e la prima manifestazione sperimentabile a tutti di questa primigenia tradizione. Ma questa volgarizzazione, sebbene mediata da un'accurata ri-velazione nonchè dalla graduale e misurata trasmissione, per lo più orale, delle relative pratiche riservate esclusivamente a rarissimi discepoli, inasprì i suoi detrattori ed Egli preferì sottrarsi ad ogni ulteriore rimostranza lasciando la sua bella Napoli con la famiglia e trasferendosi nel 1907 a Ventimiglia, indi a Camogli, per infine nel 1912 varcare la frontiera e stabilirsi definitivamente a Beausoleil, nel Principato di Monaco, dove concluse la sua vita terrena nel 1930.

Molti dettagli, più o meno accreditati, circa svariati episodi della sua vita di galant'uomo bonario e generoso, di sposo e padre affettuosissimo, di amico sincero, di napoletano verace, sono facilmente reperibili nelle biografie in commercio a cui rimando i curiosi. A chi invece si ponesse quesiti circa il suo magistrale progetto, ovvero il suo mandato iniziatico quale traghettatore nel Nuovo Millennio della quintessenza autentica della Magia Trasmutatoria, non posso che suggerire di interrogare il proprio Nume e di dare fondo alle opere da Lui destinate alle stampe. Giacchè fino ad oggi all'immagine mitica documentata dal misticismo posteriore dei suoi più illustri discepoli, si è contrapposta quella più nebulosa tratteggiata da alcune correnti deviazionistiche intente ad evidenziare gli aspetti più oscuri (poichè incompresi) della tradizione da Lui tramandata, insinuando odore di nerofumo e di zolfo tra gli incensi di cerimoniali e rituali o, peggio ancora, attribuendogli scritti o manoscritti tendenziosi e apocrifi giacchè evidente frutto di arbitrari rimaneggiamenti operati sulla base di istruzioni dettate in codice a semplici discepoli, oppure dedotti da appunti sortiti dalle elucubrazioni degli stessi e imprudentemente dimenticati tra vecchie carte. IL mio intento è solo quello di evidenziare, a conclusione della breve analisi fin qui fatta, lo studioso e il ricercatore sperimentale della genealogia divina delle culture mediterranee e italiche, il fecondo scrittore, il terapeuta e taumaturgo, il MAESTRO di magia naturale e trasmutatoria (alchimia) che ammoniva i suoi stessi discepoli di "non credere" neanche a Lui se non sorretti dall'esperienza, l'amante della vita in tutte le manifestazioni universe. A conferma di ciò, parlando di sé nell'ultima sua opera I dialoghi sull'ermetismo, il suo Canto del Cigno, con queste semplici parole riassume sé stesso: "...sono uno studioso e pratico le conclusioni dei miei studi per tentarne gli effetti. Che tutti riescano questi esperimenti e che io resusciti i morti non l'ho mai detto a nessuno. So che amo tutti quelli che soffrono e che vengono in mio contatto, in certi istanti potrei dire IO SONO AMORE ...". E la MATER-IA che il Maestro Kremmerz invita a investigare fin nelle proprie molecole attraverso il metodo sperimentale da Lui proposto e tramandato è proprio l'amore, sebbene egli stesso dicesse di non aver osato consacrarvi, ben conoscendo i limiti umani, la compagine miriamica.Questo in sintesi il messaggio con cui Egli ha risposto, anticipatamente e in tempi non sospetti, alla legittima aspirazione degli esseri di scoprire e vivere il rapporto col divino secondo processi ed esperienze individuali da collettivizzare solo mediante il confronto delle diversità per la realizzazione di un comune fine evolutivo, un messaggio di amore dunque, di evoluzione e di salute, quello di Giuliano Kremmerz e in tal senso deve essere intesa la sua opera e l'attività della Fr+Tm+ di Miriam.


Giuliano Kremmerz, ovvero Ciro Formisano - Immagine tratta dal sito http://www.ordinemartinista.it


LA PRODUZIONE LETTERARIA DI GIULIANO KREMMERZ

Negli anni dal 1897 al 1900 Kremmerz pubblicò per i tipi dell'Editrice Dekten e Rocholl di Napoli la rivista Il Mondo Secreto, Angeli e Demoni dell' Amore, La Medicina Ermetica (Bollettino di istruzioni ai praticanti della Fr+Tm+di Miriam). Curò inoltre per l'Editore Rocco di Napoli la pubblicazione della collana Biblioteca esoterica Italiana, firmando prefazioni, commenti, annotazioni, ai volumetti Storia dell'Alchimia di P. Bornia, La Medicina Mistica di S. Catalano, Cristo la Magia e il Diavolo dal "Dogma" di E. Levi, Il Guardiano della soglia di P. Bornia e, sempre con l'Editore Rocco, ripubblicò Il Mondo Secreto raccolto in due volumi. Nei primi anni del secolo scrisse articoli sulle riviste Mondo Occulto, O Thanatos, Luce e Ombra . Su quest'ultima apparve intorno al 1909 I Tarocchi dal punto di vista filosofico: Il Prologo del Pazzo e Gli Amanti. Pare però che il Kremmerz, resosi conto che con quest'opera rivelatrice poteva sconvolgere gli ambienti spiritualisti del tempo, ne bruciò i rimanenti manoscritti lasciandola incompleta, tanto che l'Arcano La Morte, miracolosamente scampato al rogo, fu aggiunto in seguito in un'edizione postuma per i tipi di Bocca. Risale al 1909 l'assetto definitivo della sua Schola fissato nella Pragmatica Fondamentale, nei Preliminari di Pace, nella Regola di I° Grado per i Novizi, nel Primo Contatto per gli Anziani, nelle Istruzioni teoriche e pratiche per i Discepoli, i Terapeuti e i Maestri attinte alla tradizione e compendiate nel Corpus Philosophicus Totius Magiae Restitum a J.M.KREMM -ERZ Aegiptiaco opera in tre parti teoriche più un corollario di istruzioni pratiche attinenti l'Alchimia Trasmutatoria secondo il metodo tradizionale e ancora OLTRE . Fra il 1910 e il 1911 fu edita da Luce e Ombra La Porta Ermetica scritta pare fra il 1904 e il 1905, dedicata a Maria, e fu pubblicata a Bari la rivista Commentarium per le Accademie Ermetiche (S.P.H.C.I.) a cui collaborarono col Kremmerz noti esoteristi del tempo. Nel 1913 Egli iniziò, all'interno della Schola, la divulgazione in fascicoletti delle Lunazioni: Annotazioni sulle Influenze Siderali e Lunari sulle piante, i medicamenti, le infermità del corpo umano ed i prognostici di guarigione e di morte 1° 2° 3° Ciclo proseguendola ininterrottamente fino alla fine dei suoi giorni. Il Kremmerz non si è mai attribuito la totale paternità di quest'opera citando spesso l'Anonimo Napoletano (di certo il De Servis) e altre fonti della sapienza antica da cui ha attinto le notizie ivi riportate. I Dialoghi sull'Ermetismo pubblicati a cura di alcuni discepoli, in numero di sette, nel 1929 dalle Arti Grafiche Panetto e Petrelli di Spoleto e completati dall'VIII e IX dialogo stampati postumi, costituiscono l'ultima opera pubblicata da GIULIANO KREMMERZ .

*Tutti gli scritti, tranne quelli più interni alla Schola, sono stati nel tempo ripubblicati dall'Editrice Miriamica e da altri editori e sono pertanto reperibili in commercio.

Dal sito http://www.elissa.net/

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