giovedì 16 luglio 2009
Il processo al cadavere di Papa Formoso
Piccola premessa:
IL TERMINE "PONTEFICE"
Il titolo di pontefice che attribuiamo al Papa non gli spetterebbe nè di diritto nè di fatto.
La parola "pontifex" era dai Rasena (gli Etruschi) usata per indicare una delle molte qualità dei loro Lucumoni, quella che si riferiva alla loro capacità di costruire ponti (presumibilmente tra gli umani e le divinità).
I Romani, sconfitti gli Etruschi, che come civiltà sembrarono sparire dalla Storia da un giorno all'altro, la fecero propria e l'attribuirono ai loro "sacerdoti".
Gli imperatori, quando decisero di essere "divini", ritennero opportuno che tale qualità dovesse riferirsi a loro medesimi e se ne appropriarono.
A questo punto, giocando sull'equivoco e sul falso palese costituito dalla cosiddetta "donazione di Costantino" (che peraltro mai si sognò di rinunciare al titolo di pontefice, massimo o minimo che fosse), i papi ritennero opportuno, per consolidare la loro superiore qualità imperiale, che permetteva loro di giustificare l'esercizio di un controllo sopra i vari regnanti sparsi, appropriarsi anche di questo titolo (solo quindi a fini di potere temporale) distorcendone quindi l'originario spiritualissimo significato.
- Fine della premessa -
Processo al cadavere e papato nel X secolo
Papa Formoso, processato post-mortem da Papa Stefano VI
Papato nel X secolo (saeculum obscurum)
Il periodo più buio nella storia del papato coincide con il periodo di circa 100 anni tra la fine del IX secolo (morte di Papa Stefano V nel 891) e la fine del X secolo (elezione di Papa Silvestro II nel 999). In questo periodo si susseguirono ben 28 papi e 3 antipapi, di scarsissimo peso storico e diversi dei quali furono scomunicati o morirono di morte violenta. L'elezione del pontefice si ridusse ad una lotta tra le fazioni filo-imperiali e nazionalistiche e furono perpetrate nefandezze di tutti i generi, dalle quali, spesso, gli stessi papi non erano estranei.
Si distinse, tra il 904 ed il 964, l'azione della famiglia del senatore romano Teofilatto, soprattutto quella delle dissolute donne della famiglia, la moglie Teodora e le figlie Teodora II e Marozia (e di seguito l'influenza del figlio di quest'ultima, Alberico), dando origine a quel periodo denominato "pornocrazia romana". Allo strapotere di Marozia viene fatto risalire l'origine più probabile della leggenda della "Papessa Giovanna", una donna, travestita da uomo, che sarebbe ascesa al seggio papale, salvo poi essere scoperta a causa di una gravidanza inopportuna: più semplicemente la leggenda era una metafora sull'influenza di Marozia, vera papessa in pectore, degli affari ecclesiastici.
L'elenco, secondo l'Annuario pontificio, è il seguente:
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Formoso (891-896)
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Bonifacio VI (896)
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Stefano VI (896-897)
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Romano (897)
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Teodoro II (897)
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Giovanni IX (898-900)
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Benedetto IV (900-903)
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Leone V (903)
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Cristoforo (antipapa) (903-904)
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Sergio III (904-911)
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Anastasio III (911-913)
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Landone (913-914)
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Giovanni X (914-928)
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Leone VI (928)
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Stefano VII (928-931)
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Giovanni IX (931-935)
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Leone VII (936-939)
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Stefano VIII (939-942)
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Marino II (942-946)
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Agapito II (946-955)
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Giovanni XII (955-964)
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Leone VIII (936-965)
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Benedetto V (964-966)
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Giovanni XIII (965-972)
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Benedetto VI (973-974)
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Bonifacio VII (antipapa) (974-985)
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Benedetto VII (974-983)
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Giovanni XIV (983-984)
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Giovanni XV (985-996)
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Gregorio V (996-999)
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Giovanni XVI (antipapa) (997-998)
I papi, che più si distinsero, in senso negativo, furono:
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Formoso, scomunicato ai tempi di Giovanni VIII (neppure lui uno stinco di santo!), banderuola tra le fazioni filo-imperiali e nazionalistiche, morto per avvelenamento.
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Stefano VI, promotore del cosiddetto processo al cadavere di Formoso (vedi più avanti) e strangolato in carcere.
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Sergio III, scomunicato da Giovanni IX, uomo totalmente privo di scrupoli, amante di Marozia e padre del futuro Papa Giovanni XI.
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Giovanni X, amante di Teodora, moglie di Teofilatto, soffocato da sicari di Marozia.
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Giovanni XI, figlio di Marozia e di Papa Sergio III, poi fantoccio nelle mani del fratellastro Alberico.
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Giovanni XII, figlio di Alberico, forse uno dei peggiori papi di tutti i tempi. Depravato, sempre circondato da prostitute e ragazzi di vita (uno dei quali fu da lui nominato cardinale!), disastroso in politica estera (spergiuro e voltagabbana), scialacquatore del tesoro pontificio, colpevole di omicidi e mutilazioni dei suoi avversari politici, finì la sua indegna vita, scaraventato fuori da una finestra dal marito della sua amante di turno, una tale Stefanetta.
Processo al cadavere (897)
Uno degli episodi più truculenti di questo periodo fu il famigerato processo al cadavere: Papa Formoso aveva cercato, durante il suo pontificato, di barcamenarsi in una difficilissima situazione tra il partito filo-imperiale di Berengario (re d'Italia 888-923 e imperatore 915-923) e quello nazionalistico di Guido da Spoleto (re d'Italia 889-894 e imperatore 891-894), ottenendo l'unico risultato di scontentare ambedue. In particolare il voltafaccia ai danni degli spoletini di Lamberto e Ageltrude, figlio e vedova di Guido, portò ad un macabro processo post-mortem a suo carico.
Nel Febbraio 897, dieci mesi dopo la morte per avvelenamento di Formoso, Papa Stefano VI, della fazione spoletina, ne fece dissotterrare la salma e imbastì un processo farsa, nel quale il cadavere di Formoso, vestito da papa, fu dichiarato colpevole per un cavillo (era stato eletto papa quando era già vescovo di Porto, cosa che le leggi ecclesiastiche dell'epoca non permettevano). Ovviamente la vera ragione era il rinnegamento della causa spoletina: Stefano fece condannare in eterno Formoso, mutilare le tre dita usate per benedire e spogliare il cadavere, gettandolo nel Tevere.
Comunque, per l'eterna legge che violenza chiama violenza, Stefano, pochi mesi dopo, in seguito ad un'insurrezione popolare, finì in carcere e, come si è detto precedentemente, fu strangolato.
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