Afrodite. Un capolavoro di William Adolphe Bouguereau (1825/1905). Da molti esperti reputato il più bel ritratto femminile nella storia della pittura

Afrodite. Un capolavoro di William Adolphe Bouguereau (1825/1905). Da molti esperti reputato il più bel ritratto femminile nella storia della pittura


San Pietro martire figlio di genitori entrambi professanti il cristianesimo gnostico-cataro e per questo processati, il figlio in giovanissima età fu tolto alla coppia e messo in seminario e divenne un importante inquisitore domenicano e fu ucciso prprio per la sua professione.
Il dipinto raffigura un particolare momento della vita di S. Pietro Martire. Si racconta infatti che tra le varie avventure legata alla vita del Santo, durante una messa da lui, officiata quando era ancora un “semplice sacerdote”, il diavolo per tentarlo prese le fattezze di Maria con il bambino tra le braccia, ma nel compiere la trasformazione dimenticò di far sparire le corna. Pietro
Osservazioni di Gabriele Bellotti: Pietro da Verona venne assassinato in modo assai misterioso. Non pochi definirono il suo " martirio" un affaire... Simile a quello di Lavelanet che giustifico' l.assedio a MontSëgur. La stessa sua santificazione velocissima e la crociata contro i da Giussano e la distruzione del Castello di Gattedo ove erano sepolte le reliquie di due vescovi manichei hanno sincronie curiose..i due vescovi erano sepolti in un castello in brianza.. Si chiamavano Nazario e Desiderio e furono essi a portare il testo detto " secretum" ovvero la Interrogatio joannis dalla bulgaria... Nel castello vi era una scuola teologica catara. Innocenzo IV nel 1254 emise una bolla per farlo radere al suolo. Il pretesto fu appunto l.uccisione dell.inquisitore in oggetto. I Da Giussano risultarono gli organizzatori....In quegli anni la chiesa catara lombarda era la piu numerosa d.europa. Oggi esiste una piccola chiesa con affreschi dell.epoca dedicata a san martino e posta tra carugo e mariano comense (co) e che alcuni reputano sia quanto resta di quel castello....



Un fatto storico che pochi conoscono!
Nell'antica Roma, se due uomini facevano un patto o un giuramento di lealtà, tenevano insieme i loro testicoli, come simbolo di sincerità mentre testimoniavano in un foro pubblico.
Secondo alcuni storici questa non era una peculiarità dei popoli romani, in quanto anche altri popoli antichi adottavano pratiche simili.
In latino, testiculus si riferisce al diminutivo di testis, o testimone. Questo perché in passato i popoli egiziano, ebraico e indù erano soliti fare testimonianze, giuramenti o addirittura promesse tenendo i testicoli dell'interlocutore. Alcuni autori ritengono che il verbo inglese "testify" possa derivare da questo riferimento.
Ci sono molti riferimenti artistici a questo fatto principalmente nella cultura romana ed egiziana, come mostrato nell'immagine qui sotto.
Anche se non più del tutto off limits, la Torre dei Venti in Vaticano è stata comunque vista da pochissime persone. È un posto affascinante e bellissimo ... la Torre dei Venti, completa di un meridiano del pavimento, per identificare correttamente l'equinozio di primavera. L'interno della torre a due piani è riccamente affrescato dai paesaggisti Paul e Matthijs Bril, fratelli di Anversa, e Nicolò Circignani, noto anche come "Pomarancio". Nella parte inferiore dei due livelli, la Meridian Room senza finestre, un piccolo foro nella parete sud permette a un raggio di sole di proiettarsi sul meridiano di marmo sul pavimento. A mezzogiorno dell'equinozio di primavera, il raggio dovrebbe cadere in una linea specifica. Quando fu testato per la prima volta, nel 1582, avvenne l'11 marzo anziché il 21 marzo.




Dietro il volto luminoso e rassicurante di Apollo si nascondono la lama insanguinata di un coltello, l'impurità della malattia e la dissoluzione della morte. Le tracce sono semicancellate dal tempo ma si scorgono ancora: innanzitutto nei riti e nelle pratiche religiose. Ma anche nella letteratura: dai poemi di Omero fino all'"Orestea" di Eschilo, ecco apparire un altro Apollo, latore implacabile di pestilenze e di lutti, avido di stragi, compiaciuto dei suoi altari cruenti, impastati di cenere, sangue e umori. Marcel Detienne, studioso del mondo greco arcaico, attraverso questo saggio, ci conduce nei più segreti recessi del dio "simile alla notte".





l' Assunzione, in cielo da viva, in carne e ossa, di Maria, sposa bambina del vecchio Giuseppe, ingravidata vergine a 14 anni da uno Spirito, partorita vergine e restata in vita sempre vergine. A sua volta figlia di Anna, ingravidata con un bacio dal vecchio sterile Gioacchino e concepita senza il Peccato originale, un peccato che Dio ha affibbiato a tutti gli altri umani dalla nascita. Il compito di Maria era partorire Gesù, padre e figlio di sé stesso e dello Spirito (Trinità) e soffrire di crepacuore perché Dio lo voleva morto in croce per salvare l'umanità dal peccato che egli stesso aveva affibbiato all'umanità. Mentre Maria saliva in Cielo, dalla sua sottana lasciava cadere la Sacra Cintola, 68 cm di lana di capra bordata d'oro (la Madonna si trattava bene). La raccoglieva San Tommaso, che la lasciava al vescovo di Prato, proprietario per 1/3, e al sindaco di Prato, proprietario per 2/3. Nella foto il vescovo che espone il feticcio della Sacra Cintola all'idolatria dei fedeli pratesi dal balcone del suo palazzo principesco. La sua casa fu portata in volo dagli angeli a Loreto, nel 1294. È dogma della Chiesa, quindi parola di Dio. Noi scettici festeggiamo solo le Ferie di Augusto imperatore.

Costruita sulle versioni di Ovidio e Sant'Agostino, la leggenda delle divinità egiziane Iside e Osiride attraversa la cultura europea diffondendosi negli ambienti massonici e affascinando artisti ed eruditi di ogni genere: tra gli altri, Boccaccio, Pinturicchio, Nanni da Viterbo, Kircher e Mozart. La descrizione di un Egitto immaginario il cui mito si arricchisce via via di testimonianze spesso oscure o apocrife , se non completamente inventate, viene così a sostituirsi alla ricostruzione storica. Percorrendo a ritroso la storia della cultura occidentale dall'ottocento al medioevo, Baltrusaitis tenta di ricostruire l'esegesi di questa leggenda: fonti prestigiose, letterarie e figurative, si intrecciano a incredibili interpretazioni etimologiche, a fantasiose trattazioni erudite, in costante bilico tra ragionamento impeccabile e ipotesi visionaria, volte a rinvenire simboli e tracce di antichi culti in un ambito geografico che dall'Europa si allarga agli altri continenti. Una trama fittissima che il libro restituisce interamente; solo nel capitolo conclusivo, tuttavia, si tenta di recuperare le fila di questa vicenda, nei cui labirinti il lettore rischierebbe di perdersi