martedì 30 giugno 2009

Ristampato:<>


Il libro egizio degli inferi
Testo iniziatico del Sole Notturno
tradotto e commentato



Il presente libro, tradotto direttamente da Boris de Rachewiltz, da Ipogei reali, Sarcofaghi e Papiri, conservati soprattutto al museo del Cairo, propone le più antiche concezioni misteriche sapienziali della civiltà nilotica.
In particolare l’Autore dimostra che gli antichissimi scritti riportati in questo testo, non sono riferiti esclusivamente al post mortem, ma probabilmente descrivono, attraverso una serie di immagini simboliche, analogiche ed anagogiche, un difficile e pericoloso viaggio iniziatico riservato ai pochi eletti che avevano le qualificazioni necessarie per poterlo intraprendere e per poter prendere consapevolezza del suo ineluttabile svolgimento.


Un viaggio inquietante, simbolico e misterioso, attraverso delle acque popolate di mostri pronti ad annientare chi le attraversasse, che se era problematico nel periodo più antico della civiltà egizia, durante la quale la realizzazione trascendente e l’identificazione con le divinità solari e luminose era considerato l’obbiettivo primario della vita, appare improponibile, impossibile ed irreale nei tempi odierni.
Tale rivelatrice interpretazione, che nel testo si può ritrovare nel commento alla traduzione e che è completamente discordante dalle interpretazioni dei moderni studiosi di egittologia, i quali spesso ritengono che gli antichi Egizi fossero soprattutto ossessionati dal destino dell’anima nell’oltretomba, è dovuta ad uno dei più qualificati ed esperti conoscitori, dal punto di vista misterico, della sapienzialità egizia, quale era appunto Boris de Rachewiltz.
Egli infatti in questo libro dimostra chiaramente che gli Egizi del periodo più antico affrontavano la vita come una serie di prove finalizzate alla realizzazione trascendente di se stessi. I culti del post mortem potrebbero quindi essere considerati una degenerazione della sapienzialità più antica che già nel medio e nel basso Regno era diventata incomprensibile ai più.



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Boris de Rachewiltz (1926-1997).
Docente di Egittologia e di Archeo-Etnologia ha insegnato nella Pontificia Università Urbaniana; ha tenuto corsi all’Istituto Ticinese di Alti Studi e, quale “visiting professor”, negli Stati Uniti. È stato assistente del prof. L. Keimer al “Centre de Documentation” dell’UNESCO al Cairo e, dopo la sua morte, ne ha raccolto l’eredità del metodo comparativo tra archeologia ed etnologia. Presidente della Fondazione L. Keimer di Basilea dal 1969, ha diretto missioni in Egitto, Giordania, Sudan e nel Sahara Maghrebino che hanno portato alla scoperta delle antiche città di Nubit (Sudan) e di Sigilmassa (Marocco). I risultati delle sue missioni tra i Beja per conto della Field Foundation (USA) sono pubblicati nella World Book Encyclopedia (Year Book 1967).
È autore di oltre 25 opere in più lingue. Le Edizioni della Terra di Mezzo hanno già pubblicato la sua opera: “Egitto Magico Religioso”.

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