giovedì 3 ottobre 2024

Ludovico Lazzarelli


Determinante nel pensiero di Lazzarelli sarà l'incontro con Giovanni Mercurio Da Correggio, l'illuminato profeta ermetico, al quale molti autori dell'epoca facevano riferimento ed al quale era attribuita una conoscenza assoluta su tutto ciò che riguardasse il sapere umano. De Correggio lo inizierà alle conoscenze ermetiche ed anche ad un tipo di vita ascetica e gnostica. Per Lazzarelli fu un vero e proprio maestro mistico, a lui dedicherà i testi del codice di Viterbo, trattati che parlano delle corrispondenze tra poesia, filosofia e teologia. La venerazione per De Correggio sara' tale da portare il poeta, nell'opera 'epistola di Noch', a descriverlo come il redentore, in quest'opera, infatti, egli descrive la venuta a roma di Da Correggio e della sua processione nella domenica delle palme, qui il De Correggio è mistificato a tal punto proprio da sembrare il Cristo in terra. L'acquisto di alcune stampe dei tarocchi di Mantegna fornì al L. lo stimolo per la composizione dei due libri De gentilium deorum imaginibus, poemetto di carattere mitologico-astrologico. I due codici sono dedicati a Federico di Montefeltro, ma possibilmente anche a Borso d'Este. A quanto pare, all'interno del testo il nome di Borso è sistematicamente sostituito con quello di Federico e i passi relativi sono adattati al nuovo dedicatario. . L'opera amplifica la consuetudine di "appropriare", nel gioco praticato a corte, dei versi alle carte, secondo il modello dei tarocchi boiardeschi. Nel primo libro sono presentate e descritte, in successione, le sfere celesti, dalla Prima causa alla Luna, con l'aggiunta di un carme conclusivo dedicato alla Musica come prodotto delle sfere celesti. Dei pianeti, identificati con gli dei antichi, sono descritte le immagini, indicate le rispettive domus , sinteticamente narrati i principali miti che hanno come protagonista il dio eponimo, fornite essenziali notizie astronomiche e illustrati gli influssi astrologici. Il secondo libro presenta le immagini della Poesia, di Apollo e delle nove Muse, di Pallade, Giunone, Nettuno, Plutone e, infine, della Vittoria.. In quest'opera e' evidente la voglia di far riscoprire antiche divinità ed antichi culti, questo mette in evidenza come, in realtà, dietro quelle che apparivano semplici carte, si potesse nascondere un culto ed una sapienza antica e magica, anche in questo caso, lazzarelli tende ad unire il cristianesimo con le culture egizie e pagane.


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