martedì 25 giugno 2024

La violenza del cristianesimo

UNA IMMAGINE TERRIBILE: Testa con nastro del vincitore tra i capelli. Probabilmente staccato da una scultura dei tempi postclassici.
La bellezza è stata purificata (o è stata esorcizzata?) per incisione
della croce. Il fanatismo religioso che seguì il consolidamento del cristianesimo, dopo il riconoscimento da parte di Costantino il Grande, non si e' risparmiato dei capolavori scultorei
dei tempi classici.
La fine dell'Antichità è segnata da questo atto di purificazione.
La magnifica testa e stata vandalizzata il viso completamente distrutto e coperto da una croce.
Un era arrivava al suo termine il mondo antico si estingue, mentre un nuovo ordine di cose veniva ad imporre il suo stesso ordine in ciò che lo infastidiva.
Museo Archeologico di Samos.
Foto Socratis Mavrommatis..


Come hanno potuto scolpire la statua del faraone Chefren d'Egitto

La diorite è una delle pietre più difficili da lavorare che si conoscano; la sua durezza è tra 7 e 8 nella scala di Mohs, ma a causa della sua consistenza, è più difficile da lavorare persino del granito. Il granito, al giorno d'oggi, può essere lavorato solo con il diamante (durezza 7).



Allora, come è stato possibile, nel XXVI secolo a.C., lavorare la statua di diorite del Faraone Chefren con una precisione tale che non si osserva nessuna imperfezione tipica degli strumenti? A quell'epoca il materiale più duro disponibile era il rame o qualche sua lega. Non esisteva il ferro (durezza 4 nella scala di Mohs) e meno ancora il ferro al carbonio (durezza 5).
Il ferro apparve prima in Oriente, nel XII secolo a.C., ma in Europa non apparve fino all'VIII secolo a.C. e non si sa quando apparve in Africa. Anche con il ferro non sarebbe stato possibile lavorare la diorite, poiché il ferro è molto più morbido.



Asterion, "Lo Stellato" altri non è che il frammento stellare, la scintilla divina in ognuno di noi, lasciata dal piccolo Zagreo durante lo squadramento da parte dei titani materici.
Infatti come insegna Il Teologo siam fatti di carne, delle ceneri dei titani e di spirito, quel che resta di Zagreo.
È dovere di ognuno di noi, seguire una via Heroica e affinare Asterion che detiene la croce/bipenne dentro di noi, rompendo automatismi e resistendo alle avversità della vita iniziatica/labirinto, della Rosa di Flora-Proserpina.


Con l'aiuto della Pietas fino a che la nostra parte ignea, il nostro vero Io sottometterà l'ego acqueo, ospite bestiale. Così il nostro Asterion, l'eroe che dagli inferi sale al cielo , cosí l'uomo realizzato diverrà di nuovo parte del Tutto, di Dioniso.
Trasformando il Trion (bue), grazie al duro lavoro (trionum) in Thronus, trono per il nostro spirito.



Dioniso ed Arianna

 «Pausania ci parla di un Dioniso Cretese, nel cui recinto sacro di Argo il dio stesso diede sepoltura ad Arianna, quando essa morì. Arianna è dunque una donna, ma anche una dea, secondo una testimonianza scritta addirittura primordiale, “la signora del Labirinto”. Questa duplice natura, umana e divina, di Arianna, questa sua ambiguità radicale, ci attrae verso un’interpretazione simbolica di quello che forse è il più antico mito greco, il mito cretese di Minosse, Pasifae, il Minotauro, Dedalo, Teseo, Arianna e Dioniso. Arianna è l’unica figura femminile che il mito greco in generale presenti congiunta a Dioniso, in modo esplicito e diretto, come sposa. Il vincolo ha radici lontane» (Giorgio Colli, La nascita della filosofia, 1975)

Misteri dionisiaci: Parco archeologico di Pompei, Villa dei Misteri



domenica 23 giugno 2024

Trono Magno

 Trono della regina Eridice, nonna di Alessandro Magno. Il trono è stato scoperto nel 1987, all'interno della tomba a doppia camera di Aigai (Verghina) in Macedonia, Grecia, 340 a.C.



Una chiesa che ricorda un tempio pagano

 LA SUGGESTIVA #CHIESA DI SANTA PUDENZIANA NEI PRESSI DI #NARNI, L’ANTICA #NARNIA IN #UMBRIA, È UN CHIARO ESEMPIO DI RECUPERO RICOSTRUTTIVO DA MATERIALI DI UNA #VILLA #ROMANA NELLE VICINANZE.



Scoperto fallo in pietra di 28000 anni fa, simbolo o (e) giocattolo?




Duro come la pietra (siltite) pur avendo la venerabile età di 28 mila anni. Si tratta di un fallo di siltite ritrovato in una cava del Baden-Wuertemberg, una regione del sud della Germania. Secondo gli archeologi che lo hanno studiato si tratta della più antica rappresentazione del sesso maschile finora rinvenuta. E - data la forma e le dimensioni: 19,2 cm di altezza e una larghezza di 2,8 - probabilmente era utilizzato anche come strumento di piacere sessuale.
L'oggetto fallico ha però una natura soprattutto simbolica, come sembrano far intuire gli anelli incisi intorno a una estremità. E veniva utilizzato anche per scheggiare le selci, come dimostrano alcuni segni sulla sua superficie levigata. Fu forse in una di queste operazioni che si frantumò in 14 pezzi. - L’oggetto è stato parte di una mostra dell'Institute of Sexology alla Wellcome Collection di Londra per tracciare la storia del rapporto in evoluzione tra l'uomo e il sesso.
Nell'antica Grecia, le donne si intrattenevano con l’olisbos (in greco olisbein significa “infilarsi, scivolare dentro”): un fallo artificiale di circa 15 centimetri, con un’anima in legno foderata di cuoio imbottito. Ne esistevano diversi tipi, ma il meno costoso era l’olisbokollix, il dildo-grissino in pasta di pane: fai da te e su misura. Era anche diffusa l'usanza di usare l'olio di oliva come lubrificante. Autoerotismo a parte, questi sex-toy offrivano anche libero sfogo al voyeurismo maschile. - https://www.focus.it/cultura/storia/falli-preistorici
Al museo dell’antica cultura sessuale di Shanghai, è esposto un fallo verde di 4 mila anni fa: in Cina la masturbazione era considerata innocua per le donne ma pericolosa per gli uomini, perché sprecavano energia vitale.


La grande Madre

 Frigia. Tempio scavato nella roccia, dedicato alla Magna Mater, Kubaba/Kubebe/Cibele. Le modalità edificatorie sono le stesse presenti a Petra e a Hegra nell’antica Arabia



venerdì 21 giugno 2024

Un mausoleo nel vino

SPAGNA - Stupefacente #VinoRomano allo stato liquido trovato in #Spagna. Un #mausoleo è stato scoperto sotto una casa a #Carmona durante i lavori di ristrutturazione. Probabilmente una tomba di famiglia, il recinto a volta aveva otto loculi (nicchie funerarie) nel muro. Sei di essi contenevano urne con resti di #cremazione e alcuni corredi funerari. Il loculo 8 conteneva un'urna cineraria in vetro con manici a forma di M all'interno di una cassa di piombo con coperchio. L'urna conteneva resti ossei cremati, un anello d'oro con incisa l'immagine di #Giano bifronte, quattro oggetti metallici che potevano essere i piedi del letto su cui era stato cremato ed era piena fino all'orlo di oltre un litro di liquido rossastro.
Gli #archeologi hanno potuto escludere che il liquido avesse riempito l'urna a causa di un'inondazione, di una perdita o di una condensazione. Non c'è stato alcuno sversamento, nessuna prova di penetrazione d'acqua in nessun altro punto della tomba e l'urna nella nicchia vicina, il #Loculo 7, che si trovava nelle stesse identiche condizioni del Loculo 8, era asciutta. Poiché il vino era una parte importante dei rituali religiosi dell'antica #CulturaRomana, anche nelle offerte funerarie, gli archeologi avevano ragione di credere che il liquido rossastro potesse essere vino o i suoi resti, messi nell'urna per accompagnare il defunto agli inferi.
I ricercatori dell'Università di Córdoba hanno analizzato campioni del liquido per determinarne la composizione. Hanno scoperto che aveva un PH 7,5, vicino alla neutralità, e conteneva biomarcatori esclusivi del vino. La #cromatografia liquida ad alta prestazione-spettrometria di massa (HPLC-MS) ha identificato sette polifenoli del vino, tutti corrispondenti a quelli presenti nei vini moderni prodotti in questa zona dell'#Andalusia, tra cui i vini da dessert di Montilla-Moriles, i vini tipo sherry di Jerez e la manzanilla di Sanlúcar. Hanno poi utilizzato la spettrometria di massa al plasma accoppiato induttivamente (ICP-MS) per determinare gli elementi chimici presenti nei sali minerali del #vino. La mancanza di acido siringico, un polifenolo che si trova quando il pigmento del vino rosso si decompone, e il profilo dei sali minerali hanno confermato che si trattava di vino bianco. Le scoperte sono supportate da mosaici locali che raffigurano persone che calpestano uva bianca. (https://english.elpais.com/)


domenica 16 giugno 2024

Il ramo d'oro

 



James Frazer scrisse Il ramo d'oro, opera monumentale in cui espose la sua teoria sulla magia, intesa come inizio di un complesso percorso che la vede evolversi prima nella religione e poi nella scienza. Definisce la magia come un fenomeno di 'simpatia' tra le cose, capace di instaurare legami per omeopatia, cioè similitudine, o contagio. È importante anche la teoria che sviluppa a proposito del dio morente, un tema che Frazer individua all'interno di numerose religioni, a partire dagli studi di Wilhelm Mannhardt, che vede la divinità coinvolta in una vicenda in cui perderà la vita, per poi riacquistarla nuovamente in un momento successivo. Ne sono esempi le vicende mitiche di Osiride, Dioniso, Attis, Adone, Baal, etc.

Il presente libro è un'opera unica e monumentale, caposaldo della moderna antropologia culturale e testo che ha stimolato la riflessione di molti studiosi e letterati da Freud a Jung, da Eliot a Jessie Weston, da David H. Lawrence a William B. Yeats lasciando in eredità una molteplicità di letture possibili.


venerdì 7 giugno 2024

La religiosità del mago e poeta

 usquam iustitiae est et mens sibi conscia recti,

praemia dignitosa ferant"

Gli dei, se i numi vegliano sui pii, se da qualche parte esiste un po' di giustizia e coscienza del bene, ti ricompensino come meriti"

Publio Virgilio Marón (70 a.C.-19 a.C.)




giovedì 6 giugno 2024

Tempo lineare e cristianesimo




Il cristianesimo è stato visto come una rottura, una rivoluzione nella mentalità storica. Dando alla storia tre punti fissi - la creazione, inizio assoluto della storia, l’incarnazione, inizio della storia cristiana e della storia della salvezza, il giudizio universale, fine della storia - il cristianesimo avrebbe sostituito alle concezioni antiche di un tempo circolare la nozione di un tempo lineare, avrebbe orientato la storia e dato ad essa un senso. Sensibile alle date, esso cerca di datare la creazione, i principali punti di riferimento dell’Antico Testamento, data il più precisamente possibile la nascita e la morte di Gesù. Religione storica, ancorata alla storia, il cristianesimo avrebbe impresso alla storia in Occidente un impulso decisivo. Guy Lardreau e Georges Duby hanno anche recentemente insistito sul legame tra cristianesimo e sviluppo della storia in Occidente. Guy Lardreau ha ricordato le parole di Marc Bloch: «Il cristianesimo è una religione di storici», e aggiunto: «Sono convinto, semplicemente, che noi facciamo della storia perché siamo cristiani». Al che Georges Duby risponde: «Avete ragione, vi è una maniera cristiana di pensare, che è la storia. La scienza storica non è forse cosa occidentale? Che cos’è la storia in Cina, nelle Indie, nell’Africa nera? L’Islam ha avuto mirabili geografi, ma gli storici?». Il cristianesimo ha sicuramente favorito una certa propensione a ragionare in termini storici, caratteristici delle abitudini di pensiero occidentali, ma lo stretto rapporto tra il cristianesimo e la storia sembra debba essere sfumato. Anzitutto, studi recenti hanno mostrato che non bisogna ridurre la mentalità storica antica - e soprattutto greca - all’idea di un tempo circolare. Dal canto suo, il cristianesimo non può essere ridotto alla concezione di un tempo lineare: un tipo di tempo circolare, il tempo liturgico, svolge un ruolo di primo piano. La sua supremazia ha a lungo ridotto il cristianesimo a datare soltanto giorni e mesi, senza menzionare l’anno, in modo da integrare l’avvenimento nel calendario liturgico. D’altra parte, il tempo teleologico, escatologico, non conduce necessariamente a una valorizzazione della storia. Si può ritenere che la salvezza avvenga tanto fuori della storia, con il rifiuto della storia, quanto attraverso la storia e per la storia. Le due tendenze sono esistite e esistono ancora nel cristianesimo.

Jacques Le Goff, Storia e Memoria, tr. it. Torino 1977, pp. 49-50.


mercoledì 5 giugno 2024

Signori si nasce

 

Quando il Titanic affondò, portava a bordo il milionario John Jacob Astor IV. Il denaro del suo conto bancario era sufficiente per costruire 30 Titanic. Tuttavia, di fronte a un pericolo mortale, scelse ciò che considerava moralmente corretto e rinunciò al suo posto su una scialuppa di salvataggio per salvare due bambini spaventati.

Il milionario Isidor Straus, co-proprietario della maggiore catena americana di grandi magazzini "Macy's", che era anche sul Titanic, disse:

"Non salirò mai su una scialuppa di salvataggio prima degli altri uomini".

Sua moglie, Ida Straus, si rifiutò anche lei di salire sulla scialuppa di salvataggio, cedendo il suo posto alla sua nuova domestica, Ellen Bird. Decise di passare i suoi ultimi momenti di vita con suo marito.

Questi individui ricchi preferirono rinunciare alla loro ricchezza e persino alle loro vite piuttosto che compromettere i loro principi morali. La loro scelta a favore dei valori morali ha messo in evidenza la brillantezza della civiltà umana e della natura umana.

Sotto la foto del milionario Isidor Straus



domenica 2 giugno 2024

LA GROTTA SANT'ANGELO di RIPE DI CIVITELLA




Ci sono luoghi vicini a dove si abita che hanno un'importante valenza storica, artistica o naturalistica, ma non vengono visitati per pigrizia o perchè se ne ignorano l'esistenza.
E' il caso delle circa quaranta grotte o caverne di Ripe, piccola frazione del comune di Civitella del Tronto (TE), con pochi abitanti ma immersa nella vegetazione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e delle Gole del Salinello. Queste, sono un grande canyon scavato dall'acqua del fiume Salinello, nel corso dei millenni, tra i Monti Gemelli (Montagna di Campli e Montagna dei Fiori): il Foltrone, di 1720 m., e il Girella, di 1814 m.
Tra queste grotte, la più importante è la Grotta Sant'Angelo.
Fu scoperta alla fine del XIX secolo dallo studioso di Castelli Concezio Rosa ed oggetto di scavi degli archeologi dell'Università di Pisa negli anni sessanta del XX secolo, con reperti del periodo Paleolitico superiore (10.000 anni a.C.), del Neolitico (V millennio a.C.), del Bronzo medio (metà del II millennio a.C.), fino all'età del ferro (I millennio a.C.).
Del periodo Paleolitico, sono stati trovati utensili di pietra come punteruoli, grattatoi, lame, resti faunistici dell'orso delle caverne, dello stambecco e del camoscio; del periodo neolitico, oggetti in ceramica decorati e dipinti; del periodo del bronzo medio sono stati trovati molti oggetti in ceramica e le fossette votive.
Superata la chiesa di San Pietro a Ripe, lasciata l'auto nell'area attrezzata, si prosegue a piedi su un facile sentiero per 650 metri e dopo 10 minuti circa si giunge sotto la parete rocciosa con le grotte.
Tramite una passerella in metallo si accede, attraverso un portale di pietra, alla Grotta Sant'Angelo, a circa 600 metri s.l.m.
Dopo uno stretto corridoio, si apre la cavità molto grande della grotta naturale, con una larghezza ed altezza di circa trenta metri e una profondità di quindici. All'interno, sulla sinistra, c'è un'altra piccola caverna chiamata Grotta Oscura.
Proprio davanti l'ingresso di quest'ultima, sono state scoperte delle piccole buche di palo e, vicina a queste, una fossa circolare poco profonda circondata da altre nove buchette con i resti bruciati di cereali. Si tratta di un rito agrario all'interno della grotta del periodo del Bronzo (metà II millennio a.C.).
Sul lato destro dell'ingresso si apre una grande finestra naturale, che illumina perfettamente la grotta, ed alla quale si arriva tramite una scalinata in pietra.
Durante il medioevo, conseguentemente al culto di origine longobardo di San Michele Arcangelo, loro protettore, dal Gargano si diffuse anche nell'Appennino, grazie ai pastori transumanti, il romitaggio nelle grotte in onore del santo.
Nel XIII secolo nella grotta di Ripe si insediarono gli eremiti ed il luogo prese il nome di Eremo di San Michele Arcangelo, come è chiamato ancora oggi.
Dell'eremo, sono conservati: l'altare in pietra che, sul bordo frontale della lastra del piano, reca inciso la data MCCXXXVI-VI KALENDAS IULII - MAGISTER PETRUS SOLITI; l'altare a muro, alto circa quattro metri, con un dipinto di San Michele Arcangelo; un crocifisso e la pavimentazione in lastre multiforme di pietra.
Usciti dalla grotta principale si sale ad una più piccola adibita a eremo: ci sono una cucina, i resti di opere murarie e della bocca di un forno su un muro annerito dal fumo e ricoperto da tanti graffiti. Tramite un grande finestrone ad arco si domina il bellissimo panorama delle Gole del Salinello.
Tornati all'esterno, scendendo per un sentiero, dopo circa trenta minuti di cammino si arriva al fiume Salinello, che nel Neolitico scorreva leggermente sotto la grotta, mentre ora è molto più in basso.
📷 e testo Paolo De Gregoriis 18/05/2024
Fonti: Documentazione in loco; Paesi Teramani.

sabato 1 giugno 2024

Luoghi del cuore: L'Osireion di Abydos



Struttura architettonica ipetrale declinata in monoliti colossali, il cosiddetto Osireion fu scoperto all'inizio del Novecento dall’egittologo Flinders Petries, accompagnato dalla studiosa Margaret Murray.
Circa vent'anni dopo il professor Henry Frankfort, docente presso l’Università di Londra, individuò alcune iscrizioni vergate su un frammento di terracotta che riportavano la frase “Seti è al servizio di Osiride”
Sulla base di quest'indizio la monumentale struttura venne attribuita e datata al periodo del faraone Seti I e alla stessa volontà del sovrano, che fece edificare il bellissimo tempio che si trova al livello della superficie. Tuttavia sia la tecnica costruttiva, sia l'estetica dell'Osireion differiscono notevolmente dal grande tempio che la ospita nelle sue viscere, nonché dal resto dell'architettura sacra e pubblica dell'Egitto coevo.
🌌
L'Osireion si trova nel sottosuolo a circa 15 metri di profondità. Si tratta di un grande ambiente rettangolare sotterraneo circondato da alte colonne monolitiche che veniva riempito d'acqua come una piscina. Al suo centro, un altare a forma di parallelepipedo affiorava dal pelo dell'acqua come un'isola che emerge dal mare.
L'ambiente era coperto e, al di là dell'ingresso, non vi si trovava nessun'altra apertura. Perciò, una volta chiuso il portone, vi regnava la più totale oscurità.
🗿
L'Osireion consiste in giganteschi blocchi di granito ed arenaria perfettamente lisci e levigati, alti mediamente 4 metri (i più alti arrivano a raggiungere perfino gli 8 metri), larghi circa 2,40 m per un peso medio di 100 tonnellate (i più pesanti superano le 200 tonnellate), tutti lavorati con una perizia tecnica che nell'antico Egitto trova un parallelo soltanto in un altro caso, nella piana di Giza.
🏗️
A differenza degli altri santuari egizi, l'Osireion è quasi completamente privo di incisioni e geroglifici eccettuate alcune raffigurazioni di navi con le vele ammainate e altre che rappresentano il fiore della vita, uno di quei simboli universali che appartengono a tutta l'umanità.
Nella parte superiore del monumento non vi è traccia di malta né di cemento. I singoli monoliti risultano assemblati con l’aiuto di fango essiccato.
Nella parte inferiore essi si trovano incastrati gli uni con gli altri con un livello di perfezione tale da non permettere l'inserimento della lama di un rasoio.
Per fissare molte delle pietre i maestri architetti utilizzarono delle cambrette (cerniere) di metallo, metodo di assemblaggio comune a diverse strutture megalitiche in diverse parti del mondo, riconosciuto per la prima volta a seguito degli scavi condotti nella storica città greca di Delfi, sede dell'oracolo più famoso del mondo ellenico.
🌠
Fermo restando che l'Osireion sia praticamente un unicum nell'architettura egizia, e che forse le teorie intorno alla sua origine andrebbero riviste, qual era la sua funzione ?
⚡
La dedica ad Osiride da parte del faraone Seti I, sia che fosse stato lui l'ideatore della struttura, sia che ne fosse semplicemente un tardo fruitore, ne evidenzia la natura ctonia.
Osiride era il Dio dei Morti, l'Ade egizio, e nello stesso tempo la metafora emblematica del percorso iniziatico.
Non è quindi difficile intuire la pratica di riti iniziatici all'interno del monumento. La composizione degli elementi (luogo chiuso, oscurità, acqua, isola che emerge dall'acqua) sembra riprodurre nel microcosmo della dimensione umana la macrocosmica caverna o utero della grande Dea (Iside, Hathor, Nut...) nella quale la coscienza individuale, afflitta dall'ignoranza della verità iniziatica, si trova imprigionata e da cui ogni iniziato che si rispetti desidera uscire, "venendo alla luce", rinascendo ad una nuova vita spirituale, degna di un Dio.
🌊
Colma di acque celesti o liquido amniotico primordiale l'iniziando, in viaggio con la sua nave, metafora del corpo fisico, ne attraversa le onde perigliose. Sono le acque dell'esistenza inconsapevole, dominata dall'oscurità, attraverso le quali, servendosi quasi certamente di un'imbarcazione, egli giunge finalmente al Centro, all'omphalos, quell'isolotto rettangolare al centro dell'ambiente, proprio come in uno slancio spirituale si giunge al centro del cuore, della nostra intimità più libera e recondita, che emerge dal buio dell'ignoranza costituendo il primo nucleo manifesto di un nuovo e più elevato stato di coscienza.
⛵
Il simbolismo della nave, il "tabut" biblico (in siciliano "tabbutu") col doppio significato di imbarcazione e di tomba, l'arca è quello del contenitore materiale che racchiude la vera essenza spirituale di una creatura.
Da Noè a Romolo e Remo, da Mosè a Danae e Perseo fino, naturalmente, all'egizio Osiride il motivo della navigazione dell'arca nave-tomba riproduce l'antica storia dell'eroe rinchiuso in un contenitore natante che, in balia delle tempeste dell'esistenza inconsapevole, proprio come un embrione si trova incubato nell'utero di una donna. La storia si conclude con l'eroe stesso finalmente "salvato dalle acque", partorito ossia liberato dalla tenebra, rinato a nuova vita - quella dei beati.
E' l'antica storia della scintilla divina intrappolata nel corpo mortale, che dalle nebbie del tempo giunge fino a Pitagora, fino a Plotino, fino agli Gnostici... per arrivare ai nostri giorni narrata da bocca ad orecchio nelle catene iniziatiche.
🏝️
Non meno comune il motivo della manifestazione di questa coscienza rinnovata, vivificata di Dio, rappresentato attraverso l'affioramento della terraferma su un oceano primordiale: se uno dei più noti miti cosmogonici egizi si basa essenzialmente su questo racconto, gli stessi elementi costitutivi li ritroviamo facilmente anche nel mito della nascita di Afrodite, che emerge dai flutti del mare proprio come un'isola, della sua corrispondente indiana Lakshmi, la cui origine viene narrata identicamente o della stessa Persefone, che emerge dagli abissi di un sottosuolo che si potrebbe indovinare acquoreo.
Solaris, capolavoro del regista sovietico Andreij Tarkovskij, riprende il medesimo paradigma in chiave cinematografica fantascientifica.
🌟
La Genesi biblica, con un'arcana divinità che "aleggiava sulle acque", dalle quali poi emerge la terraferma, narra esattamente la stessa storia. L'isola dunque, la terra nel gran mare dell'universo non è altro che la consapevolezza dell'iniziato raggiunta e manifestata.
L'"eroe" iniziando che, come evidenziano le stesse incisioni rinvenute sulle pareti dell'Osireion, solca le terribili acque dell'infinito vivente, raggiunto il centro del suo cuore può innalzarsi vittorioso e cantare solennemente: terra, terra !
⛰️
Fotografia: Osireion, Abydos, Egitto, 1294-1279 a.C.?

Che siano ofiti

Chi entra nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano, uno dei luoghi fondatori del cristianesimo, troverà subito una sorpresa: sul lato sinistro della navata centrale c'è una colonna isolata di granito, coronata da un serpente di bronzo, che si dispiega,. orizzontalmente, nelle sue spirali. Secondo Landolfo il Vecchio, cronista dell'XI secolo, questo serpente fu donato dall'imperatore d'Oriente Basilio all'arcivescovo Arnolfo, ambasciatore di Ottone III a Costantinopoli, nell'anno 1001 o 1002. Scrive Dom Leclercq: “I Greci donarono questo bellissimo oggetto di bronzo che fa credere che fosse il serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto. Questa fantasia ha avuto un grande impatto sulla gente, che non ha smesso di crederci, anche se gli studiosi hanno opinioni diverse”.
Già nel sermone sui Salmi Ambrogio aveva fatto riferimento al tema del parallelismo tra il serpente di bronzo e Gesù sulla croce: “ Potest non timere serpentes, qui hunc novit adorare serpentem ”, “Chi sa adorare questo serpente può non aver paura”.